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RAPPORTO ACS

Cristiani in Africa nel mirino degli estremisti islamici

Solo in Nigeria in un anno e mezzo sono stati uccisi 7.600 cristiani, ma in tutta l'Africa - con poche eccezioni - i cristiani sono sotto la minaccia dell'estremismo islamico. È quanto documenta l'ultimo Rapporto sui cristiani perseguitati pubblicato da Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS). «Nel 75% dei 24 paesi esaminati la persecuzione dei cristiani è aumentata». Situazioni molto critiche anche in Medio Oriente, Corea del Nord, Cina e India.
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Libertà religiosa 19_11_2022
Mappa delle persecuzioni, ACS

La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) pubblica ogni due anni un rapporto sui cristiani perseguitati nel mondo. Il 17 novembre ha presentato l’ottava edizione, intitolata “Perseguitati più che mai. Rapporto sui cristiani oppressi per la loro fede 2020-2022. Il periodo di riferimento va dall’ottobre 2020 al settembre 2022. Le informazioni e i dati riportati sono stati raccolti dalla stessa ACS e da suoi corrispondenti locali in 24 paesi nei quali le violazioni della libertà religiosa e le violenze inflitte ai fedeli sono frequenti e tali da destare particolare preoccupazione. I paesi, tutti tranne uno, la Russia, sono asiatici e africani: Afghanistan, Arabia Saudita, Cina, Corea del Nord, Egitto, Eritrea, Etiopia, India, Iran, Iraq, Israele e i Territori Palestinesi, Maldive, Mali, Mozambico, Myanmar, Nigeria, Pakistan, Qatar, Russia, Sri Lanka, Sudan, Siria, Turchia e Vietnam.

L’obiettivo della fondazione è dar voce ai perseguitati, far conoscere la loro situazione alla pubblica opinione, ai mass media e ai rappresentanti delle istituzioni che possono intervenire in loro aiuto. “La Chiesa sofferente ha bisogno di persone che parlino per noi. Affinché le uccisioni si fermino è necessario che più organizzazioni come ACS proclamino la verità su ciò che sta accadendo ai cristiani in tutto il mondo. Altrimenti, resteremo per sempre perseguitati e dimenticati”. Con queste parole ha commentato la presentazione del rapporto monsignor Jude A. Arongudade, vescovo di Ondo, la diocesi in Nigeria in cui lo scorso giugno, il giorno della Pentecoste, un commando armato ha attaccato una chiesa nella quale si stava celebrando la messa uccidendo oltre 40 persone.

La Nigeria ha il primato dei cristiani uccisi in Africa: circa 7.600 tra gennaio 2021 e giugno 2022, per lo più vittime dei due gruppi jihadisti del paese, Boko Haram e Iswap. Ma in tutto il continente, con poche eccezioni, i cristiani sono sotto la minaccia dell’estremismo islamico che ha conquistato territori d’azione nel Sahel e in Africa sub sahariana. Dal 2017 è penetrato anche nel nord del Mozambico, insediandosi e reclutando al jihad centinaia di giovani di fede islamica. In tutto il continente, inoltre, l’odio nei confronti dei cristiani si sovrappone alle divisioni tribali e le rafforza: è il caso degli scontri armati tra pastori musulmani e agricoltori cristiani nelle regioni centrali della Nigeria e nella Repubblica Centrafricana.

“Nel 75% dei 24 paesi esaminati – ha spiegato Alessandro Monteduro, direttore di ACS Italia, presentando al pubblico il rapporto – l’oppressione o la persecuzione dei cristiani è aumentata”. In Medio Oriente questo ha indotto molti cristiani ad andarsene e a non più tornare. In Siria il numero dei cristiani è passato da 1,5 milioni dell’epoca precedente la guerra a circa 300mila: in termini percentuali la popolazione cristiana è scesa dal 10% a meno del 2%. In Iraq l’esodo è meno consistente. Tuttavia i cristiani che erano circa 300mila, nel 2014 sono stati messi in fuga dalla formazione dell’Isis, lo Stato Islamico. Nonostante la sua sconfitta nel 2018, molti non sono tornati e adesso la loro comunità risulta dimezzata. “Paradossalmente – secondo ACS – diversi segnali indicano come in alcune aree del Medio Oriente i cristiani vivano in condizioni peggiori rispetto a quelle vissute durante l’occupazione da parte dell’Isis”.

Nel resto del continente asiatico la situazione peggiore continua a essere quella dei cristiani della Corea del Nord dove il divieto di culto è praticamente totale. In Sri Lanka sono i nazionalisti hindutva e i buddisti singalesi a perseguitare i cristiani con il favore delle autorità: sono le forze dell’ordine stesse a interrompere le funzioni religiose e ad arrestare i fedeli che vi partecipano. In India l’estremismo indù è responsabile dei sempre più frequenti casi di intolleranza nei confronti dei cristiani e delle altre minoranze, con il sostegno del partito nazionalista indù al governo, il Bharatiya Janata Party (BJP). Tra gennaio 2021 e l’inizio di giugno 2022 sono stati registrati 710 episodi di violenza anticristiana, ma molti altri non sono denunciati per sfiducia nei confronti delle istituzioni. “Durante una manifestazione di massa in Chhattisgarh nell'ottobre 2021 – ha ricordato il presidente Monteduro – i membri del BJP hanno applaudito il leader religioso indù di destra Swami Parmatman e hanno chiesto l'uccisione dei cristiani”. “In Cina – è sempre Monteduro a sottolinearlo – le autorità hanno aumentato la pressione sui cristiani, mediante arresti indiscriminati, chiusura forzata delle chiese e uso di sistemi di sorveglianza oppressivi”. Tra le vittime della persecuzione, c’è il cardinale Joseph Zen, arrestato lo scorso maggio con l’accusa di collusione con forze straniere per il fatto di essere tra gli amministratori del Fondo per il soccorso umanitario 612, creato per assistere finanziariamente e legalmente i partecipanti alle proteste antigovernative del 2019 a Hong Kong. Il 26 settembre è iniziato il processo contro di lui e contro altri cinque imputati.

Anche nei paesi islamici asiatici i cristiani subiscono discriminazioni, ingiustizie, intimidazioni e violazioni dei diritti umani. La loro condizione è diventata pressoché disperata in Afghanistan, dopo il ritorno al potere dei talebani che impongono una interpretazione rigida della shari’a, la legge islamica. Meno grave, ma estremamente seria è anche la posizione della piccola minoranza cristiana nelle Maldive dove le autorità addirittura rifiutano la cittadinanza a chi non è musulmano.

In Occidente, conclude il rapporto, è diffusa “una percezione culturale errata, che continua a negare che i cristiani rimangano il gruppo religioso maggiormente perseguitato”. E questo è parte del problema.