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IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

Chi non vuole che la scuola funzioni

Pur consapevoli che il sistema scolastico è il primo elemento che contribuisce allo sviluppo di un Paese, lasciamo che il nostro patrimonio educativo svanisca con la chiusura di quasi 400 scuole paritarie all’anno. Il Convegno “Libera Scuola in libero Stato” che si svolgerà a Roma, presso Palazzo Giustiniani, il 13 febbraio 2020, vuole essere un momento di confronto per una risposta condivisa alle domande chiave per un Paese democratico.

Editoriali 30_01_2020

A vent’anni dalla Legge sulla parità è doveroso fare il punto della situazione sul nostro Sistema Nazionale d’Istruzione.

Perché mai il sistema scolastico italiano, egualitario sulla carta, è iniquo, dal momento che concorre a determinare le differenze tra gli studenti legate al contesto familiare e sociale, tradendo così palesemente l’impegno che la Costituzione impone allo Stato di rimuovere tutte le cause di discriminazione tra i cittadini?

Perché, pur essendo consapevoli che il sistema scolastico è il primo elemento che contribuisce allo sviluppo di un Paese, lasciamo che il nostro patrimonio educativo svanisca con la chiusura di quasi 400 scuole pubbliche paritarie all’anno? Perché solo in Italia, la più grave eccezione in Europa, i genitori che scelgono la scuola paritaria, devono pagare due volte, con le tasse e con la retta, l’esercizio della propria libertà di scelta educativa?

Perché assistiamo inermi al collasso della scuola pubblica statale, sofferente per la mancanza dell’autonomia (che pure è affermata dalla legge 59/1997, la cosiddetta Bassanini) e per gli sprechi (ad esempio, nonostante investimenti equivalenti a quelli degli altri Paesi europei i nostri studenti nei testi standardizzati ottengono risultati nettamente inferiori rispetto a quelli dei loro coetanei)?

Il Convegno “Libera Scuola in libero Stato” che si svolgerà a Roma, presso Palazzo Giustiniani, il prossimo 13 febbraio 2020, vuole essere un momento di confronto per una risposta condivisa a queste domande chiave per un Paese democratico. Una risposta che necessita la consapevolezza che è interesse comune che il sistema scolastico funzioni e che, di conseguenza, la collaborazione tra le forze politiche è più importante della competizione, come diceva, a rigor di logica, il filosofo Bertrand Russell. E il fatto che il convegno si svolga proprio nel palazzo dove Enrico De Nicola firmò la Costituzione repubblicana rafforza ulteriormente questo concetto: l’istruzione e l’educazione sono diritti umani fondamentali in capo ai genitori, i quali devono essere liberi di scegliere la proposta educativa per i propri figli, esercitando il loro diritto all’interno di un sistema scolastico di istruzione e formazione integrato, dove la scuola pubblica statale e la scuola pubblica paritaria abbiano pari dignità. Ancora non è così, pur essendoci la legge 62/2000 che lo afferma, una legge incompleta perché ci si ostina a credere che il problema sia quello dei finanziamenti, che d’altra parte, nonostante i proclami stagionali, nessuno riesce a sopprimere.

Il sospetto viene. Forse si insiste nel discutere sul tema dei finanziamenti alle scuole paritarie per distogliere l’attenzione dal tema vero e impedire ai genitori di esercitare la propria libertà di scelta educativa? Perché e, soprattutto, a chi fa così paura questa libertà? Ecco la questione che il cittadino acuto e onesto desidera far emergere dal Convegno del prossimo 13 febbraio, consapevole che solo questo passaggio consentirà di affrontare la gravissima situazione nella quale si trova il sistema scolastico italiano ad oggi certificato come classista, discriminatorio, regionalista, costosissimo e inefficace.