Ammettono l'inutilità del Green pass. Citofonare Draghi
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L'arrampicata sugli specchi dell'ex membro del Cts Richeldi che per giustificare il Green pass dice che serviva ai non vaccinati per proteggersi, pur sapendo che il vaccino non impediva il contagio. Le ammissioni in Commissione Covid rendono indispensabile un'audizione dell'ex premier Draghi.

È davvero sorprendente la capacità di adattarsi al contesto da parte dei protagonisti della stagione pandemica. Allora tutti leoni, oggi tutti agnellini, che danno per scontato ciò che scontato per loro non era affatto. Martedì in Commissione Covid è andata in scena l’audizione del professor Luca Richeldi, direttore dell'Unità operativa complessa di pneumologia e del Cemar - Centro malattie dell'apparato respiratorio del Policlinico universitario Agostino Gemelli, che durante il Covid fu componente del Comitato tecnico scientifico.
Uno strenuo difensore dei protocolli ministeriali, della campagna vaccinale e persino del Green pass. O almeno così ce lo ricordavamo nelle sue molteplici interviste. Invece Richeldi, incalzato dai commissari della Bicamerale ha ammesso candidamente, dandolo per scontato, che il vaccino non preveniva l’infezione da Sars Cov-2. «Quello che sappiamo dei vaccini è che certamente riducono la portata clinica della malattia», ha detto rispondendo ad una domanda e cercando di giustificare l’introduzione del Green pass.
Che cosa voleva dire? Che il vaccino ha avuto il merito di ridurre l’infezione da Sars Cov-2 nei pazienti che lo contraevano, ma non che fosse sterilizzante, né che impedisse il contagio. Ma questo porta con sè una conseguenza: così il Green pass è inutile. Un’arrampicata sugli specchi davvero curiosa, che stride con le dichiarazioni che lo stesso Richeldi pronunciava in quei mesi ai media.
Come questa: «Credo che sia una strada obbligata estendere il green pass rafforzato, abbiamo dati che ci dicono che dopo la dose booster il livello della dose è alto per la variante Omicron, bisogna spingere sulle dosi booster e limitare l’esposizione delle persone non protette nei luoghi di assembramento».
Concetto che Richeldi ha ribadito anche davanti ai commissari quando ha detto che il Green pass in realtà tutelava chi non era vaccinato. Ma se il vaccino non era sterilizzante, che beneficio potevano avere i non vaccinati dall’essere a contatto con persone che avevano il Green pass e che potevano comunque trasmettere il virus? È il segreto di Pulcinella gelosamente custodito in tutti questi anni e che fatica ancora a trovare una chiave di volta.
I commissari, almeno quelli della maggioranza, lo hanno capito e non è un caso che, commentando l’audizione di Richeldi, Alice Buonguerrieri, capogruppo FdI in Commissione abbia così detto: «“L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire”. Così, l’allora presidente del Consiglio Mario Draghi, nel luglio 2021, giustificava l’introduzione del Green Pass. Ebbene, le parole rilasciate oggi in commissione Covid dal professor Luca Richeldi, smentiscono la tesi secondo cui i vaccini anti-Covid escludano totalmente la trasmissione e dunque il contagio del coronavirus», ha detto l’esponente di Fratelli d’Italia. «“Il vaccino non impedisce che la persona entri a contatto col virus”, ha spiegato l’esperto. Il vaccino – ha proseguito la Buonguerrieri -, nonostante la propaganda mediatica martellante fatta dal governo e dai virologi che imperversavano in tivù, non era quella pozione miracolosa che avrebbe salvato tutti e, pertanto, anche il Green Pass “non era la garanzia di ritrovarsi con persone non contagiose” come voleva far credere Draghi. Grazie ai lavori della commissione Covid, mattone dopo mattone, sta cadendo il castello di ‘verità assodate’ che era stato costruito durante gli anni della pandemia».
E questo è sicuramente vero.
Resta da capire a questo punto per quale motivo Richeldi, che martedì in commissione ha ribadito lo stesso concetto, non si sia speso per contrastare la narrativa del Green pass come lasciapassare per poter essere sicuri di non contrarre né di trasmettere il Covid. Anzi si è accodato ad essa. Perché ad esempio non ha stigmatizzato l’introduzione del Green pass, che già all’epoca si sapeva essere uno strumento di ricatto sociale e non una patente al riparo da problemi? Forse perché all’epoca solo i cosiddetti dissidenti lo dicevano, mentre i virologi come lui, che pure facevano parte del Cts, preferivano accodarsi alla vulgata governativa che martellava insistentemente sulla falsa equazione draghiana del «Green pass che ci dà la certezza di essere a contatto con persone non contagiose».
Quella frase era falsa, Richeldi lo ha confermato e sarebbe il caso adesso che anche la Bicamerale ha affrontato il complesso nodo del Green pass, che si chieda conto di quella frase allo stesso ex premier Mario Draghi. Non è attualmente in agenda, ma una sua audizione e una precisa domanda in tal senso chiarirebbe molto bene il grande inganno del Green pass e smonterebbe l’aneddotica del lasciapassare verde.
Come dicevano i latini simul stabunt, simul cadent (insieme staranno o insieme cadranno). Certificare l’inutilità del Green pass farebbe cadere il velo istantaneamente sull’inganno della campagna vaccinale coercitiva e svelerebbe la grande discriminazione sociale operata a partire da luglio 2021 che si basava fondamentalmente su un odioso ricatto.
Io non mi vaccino, venite pure a prendermi
Visto che si è scatenata la caccia a chi non vuole vaccinarsi contro il Covid, io mi costituisco. Però non sono affatto un "no vax", come non lo è la maggioranza di quanti rifiutano questo vaccino e oggi si ritrovano ad essere il bersaglio di una campagna d'odio senza precedenti. Ho buone ragioni per non vaccinarmi, così come altri giudicano utile per sé il vaccino. Però davanti all'obbligatorietà imposta immotivatamente, opporsi al Green pass diventa una battaglia di libertà contro questo totalitarismo che si sta affermando.
- NUOVO COMUNISMO, E PARTE LA CACCIA AI NEMICI DEL POPOLO, di Stefano Magni
No vax fuori dalla società. Draghi normalizza l'apartheid
La voce dal sen fuggita di Draghi, che esclude dalla società i non vaccinati, è rivelatrice di una concezione della società e dei diritti autoritaria e paternalistica, una concessione di un governante “illuminato”, che la attribusce come “premio” per comportamenti “virtuosi”. Il Green pass ha l'esplicito scopo di “punire” e umiliare i non vaccinati, segregarli, rendere loro la vita sempre più difficile e costringerli a “pentirsi”.
- SORGI ANTIGONE di Andrea Zambrano
Ed ora Draghi sdogana direttamente l'obbligo vaccinale
Il premier Mario Draghi, in conferenza stampa, ha fugato i dubbi residui. Si va verso l’obbligo vaccinale e verso la terza dose, “Aifa ed Ema permettendo”, ha chiarito il Presidente del consiglio. Fin da subito, però, verrà esteso ad altri settori lavorativi, pubblici e privati, l’obbligo del green pass
Green pass, obbligo in arrivo. Siri: "Ferito lo Stato di diritto"
Domani, martedì 20 luglio, il governo Draghi (anzi, la “cabina di regia”) deciderà sull’introduzione di un green pass obbligatorio, per accedere a gran parte dei luoghi pubblici. Le maggiori resistenze arrivano da Lega e Fratelli d'Italia. "Non c’è necessità di restringere il perimetro delle libertà personali - spiega il senatore Armando Siri (Lega) alla Nuova Bussola Quotidiana - Questo può essere compresso solo in caso di pericolo grave per la vita dei cittadini". E noi non siamo in emergenza. "Abbiamo, per fortuna, le terapie intensive vuote, i morti quasi azzerati, non sussistono le condizioni per introdurre queste misure restrittive della nostra libertà". Che rappresenterebbero "un precedente gravissimo e una ferita indelebile allo Stato di diritto".
«Green pass un ricatto, stavolta non si ascolta l'Europa»
«Il regolamento europeo dice che non ci devono essere discriminazioni tra cittadini, ma il Green pass fa il contrario». Alla vigilia dell'entrata in vigore del lasciapassare verde, la Bussola intervista il deputato Borghi della Lega che ha presentato oltre 900 emendamenti contro il provvedimento licenziato dal governo: «Non potere entrare in un ristorante è un’arma di ricatto. Allora dicano che vogliono l'obbligo e affrontino le conseguenze in Parlamento e nei tribunali. Daremo battaglia sui trasporti: la gente deve avere il diritto di essere libera di viaggiare».
Green pass e vaccino: quel consenso che non è libero
All’atto della somministrazione del vaccino, vi è l’obbligo di firmare il consenso con cui il vaccinando dichiara di essere stato reso edotto sui benefici e i rischi della vaccinazione. È un obbligo che trova fondamento nella Costituzione e nel Codice di deontologia medica oltre che in convenzioni internazionali. Ma come può esprimere libero consenso il cittadino che a partire dal 6 agosto non potrà più avere, se sprovvisto di green pass, libero accesso a bar, ristoranti, cinema e concorsi pubblici? C'è un insanabile contrasto tra il diritto alla libertà di scelta in materia di salute e l’obbligo di vaccinazione imposto dal Governo.
Fenomenologia dei “liberali” del green pass
Chi oggi nella classe politica e mediatica è a favore del lasciapassare sanitario è anche chi ha appoggiato senza il minimo dubbio lockdown e abolizioni di libertà costituzionali per “educare il popolo”. Innanzitutto i progressisti che fanno capo al Pd, poi gran parte dell’attuale cultura politica cattolica e molti esponenti delle destre “nazionali”. E, infine, ci sono sedicenti liberali.
Perché è giusto aver paura del Green Pass
Green Pass, di cosa aver paura? Molti se lo chiedono e non capiscono dove stia il problema. Eppure è nato come mero lasciapassare per viaggiare in sicurezza, ma Francia e Italia lo hanno trasformato in uno strumento di controllo. In Cina è integrato col sistema dei crediti sociali, con cui lo Stato controlla e valuta ogni cittadino.
Protesta contro il Green Pass, in piazza in 80 città
Contro l'obbligo di Green Pass, gli italiani scendono spontaneamente in piazza in 80 città. Nessun partito o movimento ha organizzato una protesta, nata dal passaparola. Analoghe manifestazioni in Francia, Israele e Australia.
Green pass, siamo già allo Stato di polizia
Mancanza di sicurezza, efficacia e stato di necessità: non c'è alcuna giustificazione morale all'obbligo vaccinale che il governo sta introducendo indirettamente con lo strumento del Green pass. Il dramma è che questi provvedimenti autoritari e arbitrari si affermano non solo grazie alle sanzioni previste, ma perché nella popolazione è stata instillata la paura di morire, che spinge anche alla caccia dei fantomatici "no vax". Così è già stato superato lo Stato di diritto.
- E ANCHE CONFINDUSTRIA PERDE LA TESTA, di Ruben Razzante