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VIA LIBERA AIFA

Vaccini aggiornati: ombre su efficacia e sicurezza

Non sono noti i dati sul tempo di copertura, mentre sulla sicurezza non si sa nulla, ma ciò che più preoccupa è l'assenza di dati sulla sperimentazione del mix vaccinale. Il vaccino bivalente approvato da Aifa è già un caso: «Altre tre dosi per soggetti che rischiano di indebolire ancora di più il loro sistema immunitario», dice alla Bussola Stramezzi. Intanto uno studio dimostra l'inutilità del vaccino per i guariti. 

Attualità 08_09_2022

Con il comunicato stampa numero 696 pubblicato lunedì sul proprio sito, Aifa si è adeguata immediatamente alle direttive di Ema e ha approvato il nuovo vaccino aggiornato che viene classificato come dose booster per tutti i soggetti al di sopra dei 12 anni di età.

Vi si legge che si tratta di vaccini bivalenti Comirnaty e Spikevax, vale a dire che contengono l’mRna del preparato di Pfizer e quello di Moderna. Insomma, due vaccini mRna al prezzo di uno. La notizia è stata accompagnata dalla consueta sibillina rassicurazione che gli attuali vaccini offriranno una “risposta anticorpale” sia nei confronti della variante Omicron cosiddetta 1 sia quella 5, ma attualmente in circolazione c'è la variante 7. Ma si tratta di una indicazione poco utile ai fini dell’efficacia, come ha fatto notare il professor Paolo Bellavite: «Risposta anticorpale non vuol dire efficacia», ha fatto notare. Significa solo che si stanno producendo anticorpi.

In più, il comunicato non dice nemmeno quanto dura la copertura. Se poi ci spostiamo sui dati di sicurezza, ecco che da sibillina la situazione si fa piuttosto ombrosa: «Sul piano della sicurezza i dati disponibili non mostrano differenze rispetto al vaccino monovalente originario», si legge. Il che vuol dire tutto e vuol dire nulla dato che non è certo questo il linguaggio scientifico.

Del resto, di questi aggiornamenti si sa veramente poco. Quel che è certo è che ai soggetti cui verrà proposto in via raccomandata, come over 60, soggetti immunocompromessi, sanitari e altre categorie considerate a rischio, verranno proposte tutte e tre le dosi del ciclo completo: 1°, 2° e booster, con gli intervalli di tempo già utilizzati per gli altri vaccini.

Si tratta dunque di tornare ad esporre una buona fetta di popolazione ad una vaccinazione programmata e continuata nel corso dell’anno. La quinta, la sesta e la settima dose in appena due anni di campagna vaccinale.

«Una follia – ha commentato alla Bussola il dottor Andrea Stramezzi – che va fermata. Tre dosi aggiuntive non faranno altro che deprimere ancora di più il sistema immunitario e questo creerà ancora più problemi alle persone».

Secondo Stramezzi (in foto), infatti, che è medico impegnato fin dall’inizio della pandemia nella cura domiciliare precoce dei pazienti e ora ha deciso di candidarsi con Italexit, «ormai è stra-risaputo che con la quarta dose tutti i pazienti si sono presi il covid, segno che il sistema immunitario si sta deprimendo fortemente con questi preparati. In Israele e Irlanda abbiamo visto un aumento delle malattie infettive. Inoltre mi aspetto un aumento delle neoplasie a causa del sistema immunitario sempre più depresso».

Riserve sono state espresse anche sulla decisione di unire i due preparati: «È un “mischione” – ha proseguito – non ci sono dati sulle sperimentazioni né sulla validazione sugli animali, figuriamoci sull’uomo. Questo è il punto preoccupante: nessuno ha mai testato questi cocktail, le ricerche cliniche sia di Pfizer che di Moderna sono durate pochissimo, ma le hanno fatte solo sul proprio farmaco, non sul mix che poi verrà proposto e questo è preoccupante».

L’uscita del nuovo vaccino aggiornato, nel frattempo, si accompagna a una notizia che potrebbe essere una svolta, soprattutto per la somministrazione indiscriminata.

Uno studio scientifico di ricerca di Altamedica, Evidence of Memory B-cells response aghainst different SARS-CoV-2 variant, che sarà presentato al congresso della Società Italiana di Genetica Umana, dimostrerebbe che i soggetti che hanno contratto il covid non hanno più bisogno di ricevere un vaccino.

Lo studio sarebbe la prova tombale sulla campagna vaccinale di massa indiscriminata senza ricerca sierologica previa e sarebbe una vittoria del comitato guariti che da tempo si batte contro la coercizione vaccinale dei pazienti che hanno ricevuto il covid, in qualunque sia variante.

Considerato che ormai la maggior parte della popolazione l’ha avuto, la vaccinazione dovrebbe essere proposta solo a quei soggetti che sono a rischio e in questi due anni non hanno mai fatto l’incontro col virus: la ricerca potrebbe scremarsi a tal punto da trasformare la campagna vaccinale di massa in una campagna mirata e razionale.

Nello specifico dello studio, il professor Claudio Giorlandino ha dimostrato che con la citometria a flusso sui linfociti B di memoria emerge che “la memoria immunologica per il SARS-CoV-2 permane a lungo, indefinitamente”.