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VIAGGIO APOSTOLICO

Ungheria, terra di santi e di martiri

Nazione fondata dalla conversione del suo primo re, Santo Stefano, nel XX secolo, come tutti i Paesi dell'Est soggetti alla dittatura comunista, subì il martirio di cui fu simbolo la figura eroica del card. Mindszenty.

Borgo Pio 28_04_2023

Mentre il pontefice sta per atterrare sul suolo ungherese è impossibile non pensare alle radici profondamente cristiane di questa nazione, sorta col battesimo del suo primo sovrano e consacrata dal martirio specie durante la persecuzione comunista del secolo scorso.

Alla fine del X secolo il principe pagano Vajik si fece battezzare col nome di Stefano, per mano del vescovo Adalberto di Praga. Stefano d'Ungheria fu incoronato da papa Silvestro II. Il passaggio dal primo al secondo millennio segnò quindi, al contempo, la nascita del Regno e la conversione del popolo ungherese insieme al suo re. Del santo re ungherese ci resta, tra l'altro, una raccolta di Ammonimenti rivolti al figlio Emerico, in cui il ministero della regalità è strettamente connesso con la fede e le virtù: «Se vuoi rendere onore alla corona reale, ti ordino, ti consiglio e ti raccomando di custodire la fede cattolica e apostolica con tale diligenza e vigilanza, da offrire un modello a tutti coloro che per volontà di Dio ti sono sudditi».

Mille anni dopo in Ungheria splende la stella del cardinale József Mindszenty, simbolo della Chiesa perseguitata nel suo Paese come in tutta l'Europa dell'Est soggetta al comunismo. Subì un primo arresto già nel 1919, da sacerdote, agli "albori" del regime. Nel 1945 divenne arcivescovo di Eztergom e primate d'Ungheria e poi cardinale. Tre anni dopo fu nuovamente arrestato e sottoposto a torture, subendo un processo-farsa e condannato infine all'ergastolo. Fu liberato durante l'insurrezione del 1956 e rimase nell'ambasciata americana fino al 1971 quando raggiunse Roma – amareggiato per l'Ostpolitik vaticana che cercava di "dialogare" con i regimi comunisti. Morì a Vienna nel 1975 e le sue spoglie mortali riposano a Esztergom. Nel 2019 è stato proclamato venerabile.