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Certificato europeo di genitorialità

UE: obbligo di riconoscere l'omogenitorialità

Approvato regolamento UE che obbliga ogni Stato membro a riconoscere l'omogenitorialità formatasi in un altro Stato.

Gender Watch 15_12_2023

 Il Parlamento europeo approva con 366 voti favorevoli, 145 contrari e 23 astenuti un regolamento in cui si obbliga ogni Stato membro a riconoscere automaticamente la filiazione legittimata in un altro Stato membro al di là di come è stato concepito il figlio (es: utero in affitto) e al di là dell’orientamento sessuale dei soggetti ritenuti genitori del minore. Quindi obbligo per tutti gli Stati di riconoscere l’omogenitorialità.

«Tutti gli Stati membri – si legge nel regolamento – sono tenuti ad agire nell'interesse superiore del minore, anche attraverso la tutela del diritto fondamentale di ciascun minore alla vita familiare e il divieto di discriminare un figlio sulla base dello stato civile o dell'orientamento sessuale dei genitori o del modo in cui è stato concepito, [affinché] in una situazione transfrontaliera, un figlio non perda i diritti derivanti dalla filiazione accertata in uno Stato membro».

L’intento quindi è quello di creare un certificato europeo di genitorialità valido in tutta Europa: se Tizio e Caio sono genitori di Sempronio in un dato Paese devono essere riconosciuti come tali anche in tutti gli altri Paesi.

L’ordinamento giuridico italiano invece non riconosce l’omogenitorialità, sebbene molte amministrazioni comunali e molti giudici se ne infischino di tale disciplina permettendo la legittimazione di “famiglie arcobaleno”. Le nostre leggi vietano l’omogenitorialità perché contraria all’ordine pubblico, ossia ai principi fondanti lo Stato italiano.

A tal proposito il regolamento scavalca volutamente questo ostacolo e così disciplina: «Il rispetto dell'ordine pubblico di uno Stato membro non può giustificare il rifiuto di riconoscere un rapporto di filiazione tra un figlio e i genitori dello stesso sesso ai fini dell'esercizio dei diritti conferiti al figlio dal diritto dell'Unione».

Perché il regolamento diventi definitivo occorre che il Consiglio europeo lo voti all’unanimità. Inutile aggiungere che speriamo che ciò non avvenga.