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polonia

Tusk fa partire le purghe contro gli oppositori

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Il premier liberalsocialista Donald Tusk e i suoi ministri proseguono senza tregua nell'intimidazione giudiziaria e la decapitazione politica degli avversari cattolici e conservatori. Sotto accusa l'ex ministro Ziobro.

Esteri 01_11_2025

Polonia, mentre il premier liberalsocialista Donald Tusk ed i suoi ministri proseguono senza tregua nella intimidazione giudiziaria e la decapitazione politica degli avversari cattolici e conservatori, il Presidente della Repubblica si vede costretto a reagire e chiedere una indagine penale contro Waldemar Żurek, ministro della Giustizia e procuratore generale, accusandolo di abuso di potere, un reato punibile con una pena detentiva fino a tre anni. Il ministro killer dell’opposizione Waldemar Żurek aveva annunciato martedì 28 ottobre di aver chiesto al parlamento di revocare l'immunità del suo predecessore, il cattolico e conservaotre Zbigniew Ziobro, figura chiave dell'ex governo conservatore Diritto e Giustizia (PiS) e fermissimo oppositore verso le angherie di Bruxelles e del Consiglio di Europa che volevano imporre alla Polonia matrimoni e adozioni gay ed imporre la dottrina LGBTQI+ in ogni ambito della vita civile e sociale della nazione.

Il 28 ottobre, l'ufficio di Żurek dichiarava che i pubblici ministeri avessero raccolto prove sufficienti per concludere con «alta probabilità ... che Zbigniew Ziobro ha commesso 26 crimini» durante il suo mandato di ministro della giustizia, tra cui la creazione e la guida di un gruppo criminale e l'abuso di fondi pubblici per vantaggi personali e politici. L’alta probabilità di un manipolo di burocrati, schierati politicamente, giustificherebbe la richiesta di revoca dell’immunità? Siamo alla distorsione completa di ogni buon senso, ancor prima che di qualunque rispetto dello Stato di diritto ed uguaglianza davanti alla legge. Perciò, il Ministro e i procuratori chiedono l'arresto e addirittura la custodia cautelare di Ziobro, sostenendo il rischio di intralcio alla giustizia. 

Anna Adamiak, portavoce della Procura Generale, aveva dichiarato il 28 ottobre che 150 milioni di zloty (circa 35 milioni di euro) sarebbero stati sottratti e che le accuse prevederebbero una pena massima di 25 anni di carcere. Lo stesso Ministro Żurek aveva scritto su X, presentando la richiesta, come un passo e una decisione necessaria per riaffermare il principio di responsabilità e, considerata la maggioranza parlamentare del governo, si prevede che la proposta di spoliazione dell’immunità potrebbe essere approvata senza problemi. Ovviamente l’ex Ministro Ziobro ha negato ogni illecito e ha accusato il governo liberale di sinistra del primo ministro Donald Tusk di perseguire una «vendetta politica», dopo che l'anno scorso la polizia ha fatto irruzione nell'abitazione di Ziobro e il mese scorso era stato fermato all'aeroporto Chopin di Varsavia e scortato con la forza davanti a una commissione parlamentare che indagava sul caso dello spyware Pegasus.

Oltre a lui, anche due dei suoi ex vice, Michał Woś e Marcin Romanowski, sono stati perseguiti penalmente. Lo scorso 27 ottobre, l'ex vicecapo dell'Ufficio centrale anticorruzione polacco (CBA) era stato accusato di aver condiviso illegalmente materiale ottenuto tramite sorveglianza utilizzando lo spyware Pegasus, comprese comunicazioni che coinvolgevano la figlia del primo ministro Donald Tusk quando Tusk era all'opposizione. In precedenza, sette giorni orsono, come confermato dal portavoce della Procura distrettuale di Varsavia Piotr Antoni Skiba, si era svolto l'interrogatorio di Jarosław Kaczyński, leader del partito di destra polacco Legge e Giustizia (PiS), durato quattro ore.

Una testimonianza necessaria nell’ambito della indagine contro l’ex Premier polacco, anch'egli conservatore e cattolico, Mateusz Morawiecki, in merito al voto postale delle elezioni presidenziali del 2020. A riprova della ossessione degli attuali autocrati al potere a Varsavia due ultimi fatti delle scorse ore: Primo. Zbigniew Ziobro aveva partecipato lunedì a una tavola rotonda organizzata in occasione della proiezione a Budapest del film "Taking Over", film sulla situazione creatasi in Polonia con la presa di potere di Tusk. In un post su X, del 30 ottobre, l'ex ministro della Giustizia, aveva scritto: «Abbiamo mostrato ai nostri amici ungheresi la vera natura del governo Tusk: come viola la legge e la costituzione, come ha illegalmente preso il controllo dei media pubblici trasformandoli in uno strumento di propaganda e come ha infiltrato criminalmente la procura e la magistratura per influenzarne i giudizi».

Donald Tusk, sempre più simile al fanatico schizofrenico Robespierre, ha risposto  con il suo solito cinismo, indirizzando laconicamente un invito allo stesso Ziobro: «O in prigione o a Budapest», a conferma di un asservimento totale della giustizia all’esecutivo. Secondo. Lo stesso 30 ottobre, è arrivata dal Ministro della Cultura, l’annuncio della riforma del sistema radiotelevisivo pubblico, più indipendente e meno politicizzato dagli avversari, si intende. E così, dopo la schiera di TV e mass media privati che sostengono il governo grazie alle fondazioni finanziate da Soros e agli amichetti di Bruxelles con la nuova riforma Varsavia torna al modello sovietico di Minculpop. Dissenso vietato e Bruxelles in silenzio.