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LA GUERRA

Ucraina, diplomazia al palo e scontro sui beni russi congelati

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Il presidente ucraino Zelensky - spalleggiato da Francia, Germania e Regno Unito - insiste su un cessate il fuoco che congeli le posizioni attuali, posizione che blocca il piano di pace di Trump. E la UE si divide sulla decisione di sequestrare i beni russi, Italia critica.

Esteri 15_12_2025

Ci sono almeno tre temi che dominano la scena delle trattative per porre fine alla guerra in Ucraina: politico, militare ed economico.

Sul piano politico i rapporti tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump sono destinati probabilmente a inasprirsi dopo che il presidente ucraino ha respinto il piano statunitense che prevedeva che l’Ucraina cedesse alla Russia le regioni che di fatto i russi controllano in misura compresa tra il 76 e l’82 per cento.
Ieri a Berlino il presidente ucraino si è detto pronto al dialogo anche sulla rinuncia a entrare nella NATO in cambio di solide garanzie di sicurezza e sostenendo di voler convincere Trump a sostenere un accordo che “congeli” la linea del fronte, cioè una tregua invece dell’accordo di pace definitivo preteso da Putin. «So che la Russia non lo vede di buon occhio e vorrei che gli americani ci sostenessero su questo tema», ha aggiunto Zelensky, ma «l’unica opzione giusta e possibile è che le parti si fermino dove sono e poi si cerchi di risolvere le questioni più ampie attraverso la diplomazia».

Il presidente ucraino ha ribadito di «non considerare giusta» la proposta degli Usa che Kiev si ritiri dalla «cintura delle fortezze» delle città nel Donbass che la Russia in anni di guerra non è riuscita a conquistare. Ma il problema è che i russi stanno vincendo la guerra, avanzano ogni giorno e senza accordo potrebbero conquistare territori ucraini ben più ampi di quelli che oggi controllano o pretendono. Zelensky finge di non saperlo sostenuto dalle tre potenze europee e dalla Commissione Ue che però, come rilevano anche gli ultimi dati del centro studi tedesco Kiel Institute, forniscono in ambito europeo sempre meno aiuti militari all’Ucraina.

«Noi rimaniamo dove siamo», ha aggiunto Zelensky riferendosi alla proposta di congelare le posizioni attuali delle due parti, concludendo che «questo è precisamente un cessate il fuoco». Ribadire però nuovamente la proposta di un cessate il fuoco per poi negoziare, oltre che Mosca, significa anche irritare Trump poiché la risposta di Zelensky ha reso vani 10 mesi di sforzi diplomatici statunitensi: un contesto in cui Washington potrebbe decidere di lasciare l’Ucraina al suo destino e con essa un’Europa sempre più spaccata ma che con le sue tre principali potenze e la Commissione Europea resta interessata a far continuare una guerra in cui è vero che muoiono solo i militari ucraini (non quelli europei) ma in cui l’Europa ischia di giocarsi oltre alla credibilità politica (già ai minimi storici) anche quella economica e finanziaria.

Il secondo punto concerne infatti la decisione della Commissione europea di congelare senza termini di scadenza i beni finanziari russi congelati in Europa (e detenuti soprattutto in Belgio) che ha determinato molte reazioni critiche, proprio come il progetto di sequestrare i beni russi per consegnarli all’Ucraina.
L’Italia ha chiesto prudenza, contrari ungheresi, cechi e slovacchi (che non intendono più sostenere prestiti a Kiev) mentre Mosca minaccia rappresaglie e molti in Europa si chiedono quale fuga dall’euro e dalle piazze finanziarie del Vecchio Continente da parte degli investitori internazionali potrebbe generare un simile provvedimento.
«Noi abbiamo, e l'ho sempre detto, serie perplessità dal punto di vista giuridico, perché se poi dovesse esserci una causa da parte russa e dovessimo perdere, sarebbe un danno per l'immagine dell'Italia e dell'Europa intera. Quindi, si deve aiutare l'Ucraina, ma noi riteniamo che possano esserci anche altre soluzioni con altre garanzie, questo è il punto», ha detto ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Sul fronte opposto l'Alta rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza dell’Ue, Kaja Kallas, ha chiarito la posizione della Commissione Ue. «In supporto all'Ucraina stiamo andando avanti con i nostri piani. È un messaggio chiaro: primo, alla Russia, che non può resistere più a lungo di noi né spendere più di noi; secondo, all’Ucraina, a cui forniremo il sostegno di cui ha bisogno; terzo, agli Stati Uniti, a cui diciamo che stiamo decidendo su temi che spettano a noi».
Alla Kallas sembra sfuggire che l’Europa non ha le condizioni economiche per sostenere un conflitto, un massiccio riarmo e il supporto prolungato all’Ucraina. Ma soprattutto le sfugge che la Russia in guerra spende molto meno dell’Europa in pace per la Difesa. Solo per fare un esempio, un moderno carro armato europeo Leopard 2A8 costa quasi 30 milioni di euro a esemplare. Ai russi, che hanno energia e materie prime in abbondanza, un moderno carro armato T-90S costa 4 milioni.

Puntare tutto su logorare la Russia, dovrebbe essere ormai chiaro dopo quasi 4 anni di guerra, non è un buon affare per l’Europa.

Il terzo tema è ovviamente militare. Dopo settimane di fallimenti nei contrattacchi lanciati contro lo schieramento russo nell’area meridionale del settore di Kupyansk (regione di Kharkiv), le truppe ucraine hanno conseguito un successo rilevante riconquistando nei giorni scorsi parte dei quartieri settentrionali della città e isolando, secondo quando riportato da Kiev, reparti russi rimasti nel centro urbano.
Restano molti dubbi circa la situazione reale a Kupyansk e sulla reale portata del successo ucraino. Gli ucraini hanno lanciati proclami di vittoria e il presidente Volodymyr Zelensky si è congratulato con i militari ucraini che operano in tutta Kupyansk, mentre in precedenza i russi avevano assunto il controllo del 90 per cento del centro urbano.

Se le dimensioni del successo conseguito dall’Ucraina a Kupyansk non sono ancora ben valutabili sul piano strettamente militare, di certo hanno avuto un ampio impatto in termini di comunicazione dal momento che ha interrotto, o quanto meno rallentato, i progressi russi nella regione di Kharkiv e messo in imbarazzo Vladimir Putin e i vertici militari russi che, dopo aver annunciato la conquista della città, nei giorni scorsi avevano preannunciato come imminente la conquista di Kupyansk-Vozlovyi, centro abitato la cui caduta avrebbe determinato il completo accerchiamento delle truppe ucraine a sud-est di Kupyansk.

Una ragione in più per attendersi pesanti risposte russe al contrattacco ucraino in questo settore mentre le forze di Mosca continuano ad avanzare nelle regioni di Donetsk e Zaporizhia. Dopo aver conquistato le roccaforti di Pokrovsk e Seversk i russi stanno cercando di eliminare le ultime sacche di resistenza a Mirnograd, ormai da tempo circondata.