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Tappeti rossi stesi all'islam

Una simil-moschea davanti alla Stazione Centrale di Milano, ennesima dimostrazione di arrendevolezza davanti alla invasione islamica, mentre allo stesso tempo si fa di tutto per ostacolare la presenza cristiana.

Editoriali 18_12_2017
Porta araba davanti alla stazione centrale di Milano

Caro direttore,

questa mattina, passando davanti alla stazione Centrale, ho avuto la sorpresa di trovarmi di fronte ad una…moschea. Non basta più il triangolo di concezione massonica che è stato inspiegabilmente posto all’entrata principale della stazione, anche se non ha nulla a che fare con l’architettura dell’edificio; non basta uno strano cono che sembra la pubblicità dei pizzi (Il cono è un insieme di ricami di “pizzo della nonna”) e che è stato messo in mezzo all’ampia piazza; non basta più la solita pizzeria del momento. Il tutto viene ora sovrastato dalla struttura lignea di un edificio arabo, a grandezza naturale, che fa pensare a una moschea, tanto per confermare ciò che già molti sociologi stanno constatando e cioè che è in atto una silenziosa invasione per la quale quasi tutte le autorità stendono tappeti rossi alla cultura islamica, mentre fanno di tutto per ostacolare in vario modo la storica e gloriosa presenza cristiana.

Dopo le palme in piazza del Duomo, ora la simil-moschea (ancorché di legno) nella piazza della stazione Centrale, domani chissà quale altro cedimento acritico e demagogico ad una cultura che, peraltro, pochi conoscono e quindi non ne possono prevedere le conseguenze. Il sindaco di Milano dovrebbe sapere che in nessun Paese a regime islamico sarebbe possibile installare la ricostruzione di una chiesa cristiana in una qualsiasi piazza.

Ed allora, perché noi siamo così cedevoli, mentre in quei Paesi sono così rigidi? Perché noi non crediamo più in niente e crediamo che qualunque cosa nuova possa andare bene, senza cercare di dare un giudizio oggettivo su queste cose “nuove”. Sarebbe ora che anche i cattolici che hanno votato Sala cominciassero a porsi alcune domande circa un primo cittadino che sostiene qualsiasi cosa purchè non sia rispettosa della nostra tradizione: anche cose contradditorie. Così, Sala, appena eletto, è andato al gay pride ed ora permette che una immagine di moschea sorga nel centro di Milano. Non sa che se gli islamici avanzassero le prime vittime sarebbero proprio i suoi amici gay? Ed allora, più saggezza amministrativa sarebbe consigliabile. Come sarebbe consigliabile votare meglio.