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Sant’Espedito a cura di Ermes Dovico

Nuovo messale

Sulla rugiada e la traduzione delle preghiere eucaristiche
L’ANALISI/4

Sulla rugiada e la traduzione delle preghiere eucaristiche

L’introduzione di nuove preghiere eucaristiche, oltre al Canone romano, risale alla riforma postconciliare, con cui sono state superate le norme sul silenzio e il latino. Le revisioni delle PE nel Messale italiano 2020 sono in gran parte felici e più fedeli all’originale latino. Il termine “rugiada” nella PE 2 è divenuto motivo di discordia, ma ha il suo fondamento nelle Sacre Scritture e nella tradizione.


Messale, ecco i testi che hanno guidato i traduttori
L’ANALISI/2

Messale, ecco i testi che hanno guidato i traduttori

I traduttori del Messale italiano 2020 si sono basati sulle istruzioni Comme le prévoit (1969) e Liturgiam authenticam (2001), un discorso di Paolo VI e alcuni spunti scritti di Francesco. Tra i punti fermi di Montini c’è l’equilibrio tra la semplicità e la nobiltà del linguaggio e il fatto che le traduzioni dal latino sono oggi “voci della Chiesa”.


Nuovo Messale, modifiche con un problema di metodo
Dal Padre Nostro al Gloria

Nuovo Messale, modifiche con un problema di metodo

La nuova traduzione del Padre Nostro rispecchia di più il Nestle-Aland 28 (tutt’altro che sicuro, però) e anche la Nova e Vetera Vulgata. Ma l’idea alla base, cioè di rincorrere il testo originale, è una chimera che contraddice il magistero. Giovanni Paolo II ha infatti stabilito che tutte le traduzioni in lingua volgare devono partire dalla Nova Vulgata, versione dichiarata dogmaticamente inerrante. L’attuale prurito di novità, invece, crea confusione tra i fedeli


Il nuovo Messale: fra fedeltà e dubbie modifiche
I CAMBIAMENTI

Il nuovo Messale: fra fedeltà e dubbie modifiche

La modifiche errate del "Padre Nostro" e quella del "Confiteor" in senso femminista ma che dimentica la realtà dell'unità della creazione. I miglioramenti nella Preghiera Eucaristica e nella formula precedente la Comunione e le altre modifiche. Complessivamente nel nuovo Messale italiano si nota una duplice tensione: la lodevole volontà di essere più fedeli al testo latino e quella errata di fare aggiunte attente alla facilità della recezione senza custodire la ricchezza dell’espressione liturgica.