Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Bernadette a cura di Ermes Dovico

Coronavirus


Covid-19 e terapia intensiva, il sistema sta reggendo
LOMBARDIA

Covid-19 e terapia intensiva, il sistema sta reggendo

Con i suoi 2.251 casi positivi di Coronavirus, la Lombardia ha il 58% dei contagiati in Italia. La regione conta 244 ricoverati in terapia intensiva, su un totale di 321 posti dedicati all’epidemia a cui se ne potrebbero aggiungere altri 200. Servono anche infermieri e medici, ma allo stato attuale è difficile che il sistema sanitario collassi.
- IL DOSSIER


Messa e bene comune, cattolici divisi
QUESTIONE DI FEDE

Messa e bene comune, cattolici divisi

Dal contagio, come da ogni altra difficoltà nel conseguire il bene comune, ci salverà solo l’azione umana o soprattutto quella divina? Nel primo caso Dio non fa parte del bene comune e le Messe non sono necessarie ma semmai solo utili, nel secondo caso la Messa diventa un atto politico irrinunciabile. Meglio, per i vescovi, la critica moderata di Riccardi e Melloni che non le lodi di Grillo.


Coronavirus, poche strategie e confuse. E ora l’Italia chiude
IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

Coronavirus, poche strategie e confuse. E ora l’Italia chiude

Con oltre tremila contagiati e 107 deceduti, il nostro Paese è il più colpito in Europa dal Covid-19, a causa di misure discutibili e nonostante le rassicurazioni iniziali di Conte. Il premier ha annunciato nuove regole, valide per 30 giorni: in realtà si tratta del prolungamento della chiusura delle scuole, estesa a tutta la Penisola, oltre che lo svolgimento a porte chiuse delle manifestazioni sportive. Tutto qui. Il governo reitera misure di cui non conosce l’efficacia, senza individuare altre strategie.

- UN GOVERNO DI DILETTANTI ALLO SBARAGLIO, di Romano l'Osservatore

- PRETI CHE CELEBRANO MESSA: PARTE LA CACCIA ALLE STREGHE, di A. Zambrano

- IL DOSSIER


A che soglia di rischio si devono sospendere le Messe?
IL CASO

A che soglia di rischio si devono sospendere le Messe?

La decisione di sospendere le Messe con popolo è figlia della cultura del "rischio zero", una pericolosa utopia. Ma il Coronavirus non è l'unica infezione contagiosa che porta anche la morte, e quindi la decisione dei vescovi diventa un pericoloso precedente. 


Negare il castigo di Dio è negare la tenacia del suo amore
CORONAVIRUS

Negare il castigo di Dio è negare la tenacia del suo amore

La Tradizione della Chiesa ha sempre custodito il senso del castigo: un male necessario a salvare l'uomo da quello eterno. Se neghiamo che le calamità sono un richiamo forte a ritornare a Dio, la nostra parola apparentemente rassicurante, intenta a “salvaguardare Dio” e consolare a basso prezzo gli uomini, diventa una voce che copre la Sua voce. Guai a noi: Dio è fuoco di carità che interviene, scuote l’uomo e non lo vuole scusare, ma salvare, come fa un padre con il figlio ribelle.


Perché rubarci la Messa, se questa sola guarisce dal male?
CORONAVIRUS

Perché rubarci la Messa, se questa sola guarisce dal male?

«La fede è il più sicuro antidoto alle nostre angosce, malattie e fragilità e la Chiesa ha sempre sfidato le malattie pur di stare a contatto con gli ultimi: è quindi sbagliato vietare le celebrazioni eucaristiche. So che esprimendo quanto penso posso dare un dispiacere a tutte le forze in campo sia politiche, sia civili, sia religiose, ma non posso non ravvisare un potere subdolo e totalitario, che vuole rubare il suo posto alla Chiesa»


Le epidemie e l’opera dei santi, quella fede da recuperare
PARALLELI STORICI

Le epidemie e l’opera dei santi, quella fede da recuperare

Mentre il Coronavirus porta alla sospensione di molte Messe pubbliche, quali esempi ci vengono da uomini di Chiesa del passato? Da san Gregorio Magno alla peste milanese del 1576-77 (quando san Carlo moltiplicò processioni e Messe all’aperto), fino al colera che seminò morte nella Torino di san Giovanni Bosco: i santi hanno affrontato e placato le epidemie accrescendo le preghiere e confidando nell’aiuto di Dio.


Prudenza sì, panico no
DELIRIO DA CORONAVIRUS

Prudenza sì, panico no

Strade semideserte, locali chiusi, supermercati presi d'assalto, incontri pubblici e privati annullati: in Italia c'è ormai il panico da Coronavirus. Ma la realtà dei fatti non giustifica questa isteria. L'epidemia è molto circoscritta e al momento non è prevedibile una diffusione a tappeto. Essere prudenti ed evitare rischi inutili è doveroso, ma il panico diffuso è segno anche di una fragilità personale diffusa.


Coronavirus in Africa, serve l’intervento internazionale
L’EPIDEMIA SI ALLARGA

Coronavirus in Africa, serve l’intervento internazionale

Individuato il 14 febbraio, in Egitto, il primo caso di coronavirus nel continente africano, dove sono pochi i laboratori idonei. Nelle epidemie passate diversi governi africani hanno peggiorato le crisi, nascondendo le emergenze sanitarie. E anche oggi si rende necessario l’intervento dell’Oms e dei suoi partner, per arginare il problema.