Somalia, il paese in cui è proibito essere cristiani
È uno dei paesi in cui è più difficile essere cristiani e difatti ormai ci vivono solo poche centinaia di fedeli, forse poco più di mille

Sono ormai pochi i cristiani che vivono in Somalia, il paese africano in cui la persecuzione nei loro confronti è classificata come estrema dall’onlus Open Doors che, nel suo elenco 2025 dei paesi in cui è più difficile vivere per un cristiano, ancora una volta lo colloca in seconda posizione, preceduto soltanto dalla Corea del Nord. Come nel paese asiatico, per la loro sicurezza i cristiani somali devono praticare la fede in segreto. Il pericolo è estremo nei vasti territori controllati dal al Shabaab, il gruppo jihadista affiliato ad al Qaeda. Esservi scoperti può costare la vita Nel resto del paese, in maggioranza islamico, sono comunque visti come traditori della “vera fede”, e quindi, se scoperti, patiscono isolamento, disprezzo, ostracismo. Nel 2024 l’associazione International Christian Concern (ICC) ha visitato il paese ed è riuscita a incontrare dei cristiani residenti nella capitale Mogadiscio. Da loro ha avuto conferma che i fedeli in tutto sono soltanto circa 1.500, e forse molti meno, gran parte dei quali musulmani convertiti che più di tutti devono nascondersi perché abiurare l’islam è la colpa più grave che un musulmano possa commettere. Per loro in particolare ICC ha creato una rete di case rifugio gestite da personale fidato. Ne sostiene le spese di gestione e provvede ai bisogni materiali degli ospiti oltre a fornire assistenza spirituale e conforto. Tra gli ospiti di una delle case rifugio, ci sono i componenti di una famiglia sopravvissuta alla violenza di al Shabaab. Il padre era capo di una chiesa sotterranea. Quando i jihadisti l’hanno individuata, hanno dato fuoco alla sua fattoria. Sono riusciti a fuggire e a raggiungere Mogadiscio, ma hanno perso ogni loro avere. Altre famiglie convertite scelgono di lasciare il paese e di affrontare il difficile destino dei rifugiati. Per lo più si trasferiscono in Kenya, paese che confina a sud con la Somalia e dove vivono molti somali fuggiti nel corso dei decenni, da quando nel 1987 è iniziata la rivolta contro il dittatore Siad Barre seguita poi dalla guerra per il potere che ha diviso il paese e che nel 2006 ha dato origine ad al Shabaab. Ma anche in Kenya, in quanto cristiani, sono respinti dagli altri somali e sono emarginati. Questo ne accresce drammaticamente i problemi materiali, di sussistenza.