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PRESIDENZA DI TURNO

Se l'Ue esclude Polonia e Ungheria, sabota se stessa

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L'Ungheria assumerà la presidenza di turno del Consiglio dell'Ue nel 2024 e al Parlamento europeo passa una risoluzione che promette di escluderla. Così facendo crea un precedente anche per escludere la Polonia dalla presidenza nel 2025. Una scelta frutto dell'ideologia e contro i trattati dell'Ue.

Editoriali 06_06_2023
Orban e Morawiecki

Manca un anno alle elezioni del Parlamento europeo, si voterà dal 6 al 9 giugno 2024, il numero di  parlamentari diminuirà, dopo la Brexit, da 751 a 705 e gli  esperti prevedono, alcuni auspicano ed altri temono, che la cricca di Socialisti, PPE, Liberali e verdi che governa le istituzioni dagli anni ’80 perda complessivamente circa 50 seggi, mentre i partiti ‘etichettati’ come tradizionalisti, conservatori ed identitari potrebbero aumentare di 40 seggi, con una crescita anche della sinistra (+14) e un calo più o meno corrispondente dei Verdi.

Il terremoto previsto e, di conseguenza i possibili nuovi equilibri ai vertici istituzionali, in Parlamento e nella Commissione, stanno provocando un'epidemia di reazioni deliranti nell’attuale maggioranza di governo parlamentare e tra molti Commissari politici che, sin dall’inizio del loro mandato, hanno combattuto con ogni mezzo contro i leader, le politiche ed i governi identitari, cristiani e conservatori europei. La paura però fa brutti scherzi e di una gravità senza precedenti, nella storia istituzionale europea, è infatti il documento approvato lo scorso 1 giugno dal Parlamento europeo contro la futura presidenza di turno del Consiglio europeo ungherese, luglio-dicembre 2024, e di fatto contro anche la successiva presidenza polacca, da dicembre 2024 a giugno 2025. Sarà infatti durante quell’anno solare, luglio 2024-giugno 2025, che si nomineranno e voteranno prossime  le cariche istituzionali europee e, certamente, burocrazia e vecchie feluche di partito non vogliono che a gestire nomine e accordi siano Orban e Morawiecki.

In realtà la Risoluzione approvata lo scorso 1° giugno non cita esplicitamente la Polonia, in pratica il testo approvato da una ampia maggioranza (442 a favore e 144 contrari), crea un precedente esplicito anche contro Varsavia. Nella Risoluzione approvata, il Parlamento europeo va ben oltre le sue competenze e chiede alla Commissione e al Consiglio dell'Ue di usare i propri poteri per bloccare l'assunzione della presidenza di turno del Consiglio da parte dell'Ungheria il 1° luglio 2024. I campioni dello Stato di diritto stanno cercando di sottrarre all'Ungheria la presidenza del Consiglio e, nel farlo, sono proprio loro a violare palesemente il diritto dell'Ue e i Trattati. Oltre a sollecitare la Commissione e il Consiglio a una maggiore determinazione contro le presunte violazioni dello Stato di diritto da parte dell'Ungheria, ricordare l’inaccettabile legge contro l’educazione LGBTI e il mantenimento del blocco dei fondi destinati a Budapest, il documento "si interroga su come l'Ungheria sarà in grado di adempiere in modo credibile [ai suoi obblighi di presidente del Consiglio] nel 2024, alla luce della sua inosservanza del diritto dell'UE e dei valori [europei]", soprattutto in considerazione dell'importante ruolo della presidenza nell'indirizzare la legislazione dell'Ue, nel rappresentare l'organismo nelle relazioni con le altre istituzioni e nel "garantire la continuità dell'agenda dell'UE".

I rappresentanti della ‘maggioranza’ attuale al Parlamento, nel presentare la Risoluzione alla stampa, hanno promesso che, se l’Ungheria dovesse assumere la presidenza, il Parlamento farà tutto il possibile per ridurre la cooperazione con il Consiglio durante il mandato dell'Ungheria "al minimo indispensabile", oltre a privare la presidenza ungherese di tutte le opportunità di presentarsi nell’aula di Strasburgo. Altri membri del parlamento dei gruppi conservatori e identitari, invece, hanno inviato una lettera alla Presidenza e Commissari della Commissione Europea in cui ribadiscono l’assoluta illegittimità ed illegalità del testo approvato dal Parlamento. La grande stampa internazionale ha cavalcato la richiesta del Parlamento europeo: Euronews, Politico, DW e molti altri hanno dato fiato alla inaccettabile richiesta di un Parlamento ormai alle corde e perciò ancor più pericoloso.

Oltre all’incredulità e sgomento provocato a Budapest, il documento del Parlamento europeo, condiviso sinora solo dal Governo ‘rosso-verde’ tedesco, ha invece spinto Varsavia a rimproverare i parlamentari di Strasburgo. E’ una “chiara violazione delle regole europee nella loro forma più importante, ovvero le regole del trattato", ha dichiarato il Primo Ministro Mateusz Morawiecki durante la conferenza della Comunità politica europea in Moldavia dello scorso weekend. "Distruggere l'intero modo di gestire l'Ue non è solo una strada verso il nulla, ma è una strada verso l'abisso", ha ribadito il premier polacco che, nonostante i contrasti con Orban sulla questione ucraina, condivide con il premier ungherese la certezza di una identità cristiana europea, la battaglia per tutelare le preziose competenze nazionali rispetto allo strapotere di Bruxelles e la necessità di creare una Europa non più e solo incardinata sul vecchio asse ‘franco-tedesco’, ma più inclusiva e multilaterale. Polonia e Ungheria entrambe sono oggetto di accuse strumentali della Commissione sullo stato di diritto, la libertà dei media e i diritti LGBTQ, lo status di famiglia e le questioni legate all’immigrazione e ad entrambi i paesi l'UE ha congelato miliardi di euro di fondi a causa delle preoccupazioni su questi temi.

Non è per nulla un caso che in questi stessi giorni, 1 giugno, il Consiglio europeo abbia ratificato alla ‘chetichella’ la Convenzione di Istanbul, sebbene sei Stati membri dell'UE non l’hanno ancora ratificata dal 2011 (Lettonia, Lituania, Bulgaria, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca) e la Polonia che sta pensando di ritirarsi. Un anno passa in fretta ma teniamo occhi aperti perché si farà di tutto pur di evitare le presidenze europee ungherese e polacca anche a costo di apparire ridicoli. Non è assurdo che, mentre la Commissione si prepara alla censura sui fake nei social e mass media ed il parlamento approva una risoluzione contro le ‘ingerenze straniere’, le stesse istituzioni europee e Biden critichino duramente la Polonia per aver approvato una legge che colpisce proprio le ingerenze straniere (russe) e le fake news?