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PASQUA 2017

«Nel Risorto c'è il senso del dolore di chi è scartato, ma è fonte di vita»

Nell'omelia della Messa di Pasqua, Papa Francesco risponde a un ragazzo malato che gli chiedeva il senso del suo soffrire: «La Risurrezione di Cristo è il mistero della pietra scartata che diventa fondamento della nostra esistenza. In questa cultura dello scarto, dove quello che non serve prende la strada dell’usa e getta, quella pietra è scartata ed è fonte di vita. E anche noi, sassolini per terra, in questa terra di dolore, di tragedie, con la fede nel Cristo Risorto abbiamo un senso, in mezzo a tante calamità. Il senso di guardare oltre». 

Ecclesia 17_04_2017

Nell'omelia a sorpresa della mattina di Pasqua, tenuta rigorosamente a braccio, papa Francesco si è chiesto: «Se il Signore è risorto «come mai succedono tante disgrazie, malattie, traffico di persone, tratte di persone, guerre, distruzioni, mutilazioni, vendette, odio? Ma dov'è il Signore?»

Tradizionalmente la messa della mattina di Pasqua è celebrata senza omelia, visto che a seguire vi è sempre il messaggio Urbi et orbi. Ma ieri il pontefice ha voluto pronunciare una riflessione. Probabilmente stimolato da una telefonata che, nella giornata di sabato, ha avuto con un ragazzo affetto da una grave malattia,  «un ragazzo colto, un ingegnere» che chiedeva il senso della sua croce.

FERMATI GESU' E' RISORTO

Di fronte al dolore, al male che sembra infierire senza pietà, Francesco ha offerto la risposta che da oltre 2000 anni sostiene la Chiesa, la vita dei discepoli di Gesù di Nazareth, il Signore. Il cuore della buona novella si trova proprio nella mattina di Pasqua: «Fermati, il Signore è risorto».

«E questa non è una fantasia, la Risurrezione di Cristo non è una festa con tanti fiori. Questo è bello, ma non è questo è di più; è il mistero della pietra scartata che finisce per essere il fondamento della nostra esistenza».

Così si scopre il senso di ciò che apparentemente non ce l'ha. «In questa cultura dello scarto dove quello che non serve prende la strada dell’usa e getta, dove quello che non serve viene scartato, quella pietra – Gesù - è scartata ed è fonte di vita. E anche noi, sassolini per terra, in questa terra di dolore, di tragedie, con la fede nel Cristo Risorto abbiamo un senso, in mezzo a tante calamità. Il senso di guardare oltre, il senso di dire: “Guarda non c’è un muro; c’è un orizzonte, c’è la vita, c’è la gioia, c’è la croce con questa ambivalenza. Guarda avanti, non chiuderti. Tu sassolino, hai un senso nella vita perché sei un sassolino presso quel sasso, quella pietra che la malvagità del peccato ha scartato”. Cosa ci dice la Chiesa oggi davanti a tante tragedie? Questo, semplicemente. La pietra scartata non risulta veramente scartata».

LA VERGOGNA E LA SPERANZA

Anche la vergogna verso il Cielo per i tanti peccati che attraversano il mondo trova speranza nel Signore risorto. Nella riflessione tenuta venerdì al termine della Via Crucis al Colosseo, le cui meditazioni erano state affidate alla biblista francese Anne Marie Pellettier, il Papa aveva martellato una serie di vergogne, seguite però da altrettante speranze.

Vergogna «per il sangue innocente che quotidianamente viene versato di donne, di bambini, di immigrati e di persone perseguitate per il colore della loro pelle oppure per la loro appartenenza etnica e sociale e per la loro fede in Te»; «per le troppe volte che, come Giuda e Pietro, ti abbiamo venduto e tradito e lasciato solo a morire per i nostri peccati»;  «per il nostro silenzio dinanzi alle ingiustizie»; « per tutte le volte che noi Vescovi, Sacerdoti, consacrati e consacrate abbiamo scandalizzato e ferito il tuo corpo, la Chiesa».

Ma tutto questo può trovare un senso nella «speranza che il bene vincerà nonostante la sua apparente sconfitta», è il richiamo alla Croce, alla passione di Dio fatto uomo che paga per noi e apre la via della vita. C'è, ha ricordato il Papa, «la speranza che la tua Croce trasforma i nostri cuori induriti in cuore di carne capaci di sognare, di perdonare e di amare; trasforma questa notte tenebrosa della tua croce in alba folgorante della tua Risurrezione».

VA A CERCARE CHI E' SMARRITO

Durante la veglia pasquale di sabato l'invito del Papa si era rivolto a tutti coloro che folgorati dal sepolcro vuoto sono chiamati ad annunciare, ad essere portatori di speranza. Il Cristo che vive è «ciò che cambiò il passo di Maria Maddalena e dell’altra Maria: è ciò che le fa ripartire in fretta e correre a dare la notizia». C'è bisogno di speranza «in tutti quei luoghi dove sembra che il sepolcro abbia avuto l’ultima parola e dove sembra che la morte sia stata l’unica soluzione». 

Questi luoghi sono innanzitutto vicini a noi, perché, ha detto nel messaggio Urbi et orbi, «tutti noi, quando ci lasciamo dominare dal peccato, perdiamo la strada buona e andiamo errando come pecore smarrite». E' il Pastore Risorto che per primo va «a cercare chi è smarrito nei labirinti della solitudine e dell’emarginazione» e «si fa carico di quanti sono vittime di antiche e nuove schiavitù: lavori disumani, traffici illeciti, sfruttamento e discriminazione, gravi dipendenze», «si fa compagno di strada di quanti sono costretti a lasciare la propria terra a causa di conflitti armati, di attacchi terroristici, di carestie, di regimi oppressivi». I discepoli del risorto in tutti i tempi sono chiamati a farsi prossimo, ad essere segno del Pastore Risorto.

LE VICENDE DEI POPOLI

Nel nostro tempo il Risorto «sostenga gli sforzi a quanti portano sollievo e conforto alla popolazione in Siria, vittima di una guerra che non cessa di seminare terrore e morte», «doni pace a tutto il Medio Oriente a partire dalla Terra Santa come pure in Iraq e nello Yemen». Poi ha ricordato i drammi del Sud Sudan, del Sudan, della Somalia e della Repubblica democratica del Congo «che patiscono il perpetuarsi di conflitti». Una preghiera per la sua America latina segnata da «tensioni politiche e sociali che in alcuni casi sono sfociate in violenza». C'è il richiamo al ritrovare concordia in Ucraina e, infine, un riferimento al continente europeo che sta attraversando un momento «di crisi e difficoltà».

«“Il Signore è veramente risorto, come aveva predetto!”. Egli», ha concluso, «che ha vinto le tenebre del peccato e della morte, doni pace ai nostri giorni».