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Asia

Negata di nuovo in India la sepoltura a un cristiano

Diversi villaggi hanno rifiutato che un convertito al cristianesimo fosse sepolto entro i loro confini e solo a tre giorni dalla morte un villaggio alla fine ha acconsentito

 

Un nuovo grave episodio persecutorio si è verificato nel Chhattisagarh, lo stato indiano in cui di recente dei villaggi hanno negato l’ingresso ai cristiani convertiti. Come è già successo altrove e più volte, gli abitanti di un distretto, il Kenker, hanno impedito la sepoltura di un cristiano. Manish Nishad, questo il suo nome, si era convertito al cristianesimo. È deceduto in ospedale il 4 novembre. La famiglia intendeva seppellirlo nel villaggio in cui vive, Jewartala, su un proprio terreno, privato, ma gli abitanti del villaggio si sono opposti perché secondo loro, dal momento che aveva abbandonato la sua, fede non poteva essere sepolto entro i confini del villaggio. Nonostante l’intervento della polizia, non hanno neanche lasciato che la salma fosse portata a casa in attesa di trovare una soluzione. La comunità cristiana – riferisce l’agenzia di stampa AsiaNews – si è recata all stazione di polizia di Kodekurse per chiedere il diritto di seppellire il corpo. La polizia ha quindi trasferito la salma all’obitorio dell’ospedale di Kodekurse. Poi, il 7 novembre, i famigliari scortati da una squadra di polizia hanno trasportato il corpo a Charama, sperando di poterlo seppellire lì. Ma i membri di un’organizzazione indù li hanno fermati dicendo che avrebbero bloccato il funerale. Allora sono andati a Raipur, invano. Per tre giorni i famigliari hanno trasportato il corpo del loro congiunto da un villaggio all’altro, sempre respinti, finché hanno ottenuto il permesso di inumarlo nel cimitero del villaggio di Sankra, lontano da casa loro. La giustificazione data per respingere la salma è stata dappertutto che l’uomo aveva abbandonato la sua fede, i suoi famigliari volevano un funerale cristiano e invece le comunità hanno un proprio rituale di sepoltura che deve essere rispettato. AsiaNews ricorda episodi analoghi: “il caso – rievoca – riecheggia diversi episodi precedenti verificatisi nelle zone tribali del Chhattisgarh. Lo scorso luglio, nel villaggio di Jamgaon, distretto di Kanker, sono scoppiati violenti scontri quando la popolazione locale ha protestato contro la sepoltura di un altro cristiano. La folla aveva anche vandalizzato chiese e attaccato abitazioni. All’inizio del 2025, un caso riguardante la sepoltura di un pastore era arrivato fino alla Corte Suprema. A gennaio, il padre di Ramesh Baghel, pastore di Bastar, aveva visto la sua disputa sulla cremazione arrivare fino alla più alta corte indiana. Baghel voleva seppellire suo padre vicino alle tombe ancestrali nel villaggio, ma gli abitanti si opposero. Il 7 gennaio, la Corte Suprema ordinò infine la sepoltura a 35 km di distanza”.