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AMORIS LAETITIA

Muller "stoppa" il Papa sui divorziati risposati

«il Papa non può insegnare una dottrina apertamente contro le parole di Gesù, e la dottrina dell'indissolubilità matrimoniale è assolutamente chiara». «Comunione solo per chi vive come fratello e sorella»: sono solo alcuni passaggi - legati alla Amoris Laetitia - della lunga intervista rilasciata 

Ecclesia 27_05_2017
Il cardinale Muller

La televisione americana EWTN ha mandato in onda il 25 maggio una lunga intervista di Gerhard Muller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Qui trovate il link al video, che è in inglese (anche Muller risponde in inglese alle domande poste da Raymond Arroyo). 

Arroyo ha posto diverse questioni al porporato. In particolare sull’esortazione post-sinodale Amoris Laetitia, e sulla confusione che è nata dalle diverse interpretazioni date, a causa dell’ambiguità del testo, il cardinale ha dichiarato: «È assolutamente impossibile che il Papa, come successore di San Pietro, il Vicario di Cristo per la Chiesa universale presenti una dottrina che sia apertamente contro le parole di Gesù Cristo». Il Papa e il magistero sono «semplicemente gli interpreti» delle parole di Cristo, e «la dottrina dell’indissolubilità matrimoniale è assolutamente chiara».

Secondo Muller in Amoris Laetitia il papa intende «aiutare, comprendere nella sua visione» tutte quelle persone che vivono «nel mondo secolarizzato» e «coloro che non hanno una piena comprensione di quello che è "una vita cristiana”». Non vuole dire: «O tu accetti assolutamente sin dall’inizio tutto, o sei fuori». Il porporato spiega che «dobbiamo condurli come buoni pastori fino al punto di accettare completamente la dottrina cristiana e la vita cristiana e la nostra comprensione».

Parlando delle famose note a piè di pagina in Amoris Laetitia, secondo le quali è possibile a certe condizioni accedere ai sacramenti mentre si vive come «una coppia risposata», M?ller afferma che questo si applica solo a coloro «che vivono come fratello e sorella», dopo una «conversione del cuore, penitenza», e hanno l’intenzione di non peccare di nuovo. È impossibile vivere con due mogli, ha aggiunto, «Non accettiamo la poligamia».

In questo contesto, e dopo aver spiegato che la dottrina e la cura pastorale vanno sempre insieme, il Prefetto ha fatto un’osservazione di passaggio sul tweet di padre Antonio Spadaro, in cui si diceva che in teologia due più due non fa necessariamente quattro, ma può essere cinque. «Qualcuno che si presenta come consigliere del papa dice che la teologia, la cura pastorale, due più due, possono dare cinque; questo non è possibile; perché abbiamo la teologia».

Arroyo ha sollevato il problema della lettera con cui papa Francesco ha incoraggiato i vescovi argentini nella loro interpretazione “progressista” dell’Amoris Laetitia. M?ller  ha risposto di «non essere felice del fatto che i vescovi interpretino il papa, e il papa interpreti i vescovi», aggiungendo: «Abbiamo delle regole su come comportarci nella Chiesa». Il cardinale ha aggiunto che dopo due Sinodi e una parola autorevole del papa la discussione dovrebbe essere chiusa.

Sui Dubia il Prefetto ha detto che sono «legittime domande al papa». Comunque gli dispiace che «siano venuti fuori in pubblico», perché ciò «ha causato tensione fra il papa e alcuni cardinali. Questo non è buono nel nostro mondo dei mass media», concludendo che «i nostri nemici sono contenti di vedere che la nostra Chiesa è in una certa confusione».

Il cardinale prende le distanze da «entrambi i campi» che si sono manifestati durante il Sinodo, dicendo che questo è accaduto a causa di «pregiudizi» e di una «visione ideologica delle cose». «Alcuni hanno discusso troppo ideologicamente», e anche se «dobbiamo combattere per le nostre idee, abbiamo la responsabilità dell’unità della Chiesa». Non è buono creare gruppi di pressione, ma c’è «chi è entrato come gruppo di pressione nel Sinodo per le sue idee». E ci sono «due ali, due ali ideologiche, estreme». Ma la Rivelazione di Dio «unisce, e non è nostro compito arrivare all’unità in maniera totalitaria».