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Meglio morti che senza Green Pass

Se i vigili del fuoco non hanno il Green Pass, non possono prendere l’elicottero. Muoia pure chi ha urgente bisogno di aiuto, la colpa sarà solo di chi non si vaccina o non fa il tampone per tempo. Siamo arrivati a questo? Sì, a quanto pare. È successo nel Trentino, ma non è l'unica assurdità di questi giorni. 

Attualità 02_09_2021
Elisoccorso nel Trentino

Se i vigili del fuoco non hanno il Green Pass, non possono prendere l’elicottero. Muoia pure chi ha urgente bisogno di aiuto, la colpa sarà solo di chi non si vaccina o non fa il tampone per tempo. Siamo arrivati a questo? Sì, a quanto pare. È successo nel Trentino, ma non è l'unica assurdità di questi giorni. 

Da ieri, 1 settembre, scatta una serie di nuovi obblighi di Green Pass. Il lasciapassare ora sarà obbligatorio nei ristoranti e bar con servizio al tavolo al chiuso, spettacoli, eventi sportivi, piscine, palestre, mostre, musei e altri luoghi di cultura, viene introdotto un complesso regolamento per i matrimoni, sarà sempre obbligatorio per i docenti e personale delle scuole e all’università sia per i docenti che per gli studenti, aerei, navi, treni, bus a lunga percorrenza. Il buon senso è già la prima vittima di questa campagna e i primi eventi tragicomici provocati da questi nuovi obblighi sono lì a dimostrarlo.

Lo stesso regolamento di questa estate ha dimostrato che prendere un autobus affollato non richiede alcun Green Pass, mentre prendere un treno interregionale con posto prenotato sì. Dove si rischia maggiormente il contagio? Sull’autobus per andare al lavoro (soprattutto ora che si ritorna in massa al lavoro) o sul treno dove si è già distanziati? Si rischi di più in una metropolitana affollata (niente Green Pass) o in aereo (Green Pass obbligatorio) con aria filtrata e distanziamento? In una chiesa dove si assiste ad un concerto è evento culturale: Green Pass. Nella stessa chiesa, se si celebra una Messa: niente Green Pass. In un bar, se consumo al bancone non ho bisogno di Green Pass, se mi siedo al tavolo, dentro allo stesso locale, lo devo esibire al barista. Dobbiamo andare avanti? Sì certo: anche per entrare in una piazza, nel caso ci sia un evento sportivo o culturale, devo esibire il Green Pass, ma se passo dalla stessa piazza, magari con più gente all’ora di punta, non ne ho bisogno.

La nuova serie di obblighi scattata da ieri ha già provocato una nuova gara di zelo nell’applicazione della norma, con gran sprezzo del ridicolo. L’Università di Trieste ha introdotto l’obbligo di Green Pass per studenti e gli insegnanti anche negli esami a distanza. Avete capito bene: a distanza. Quindi, due persone che si parlano da una webcam, a chilometri di distanza, devono essere in possesso del Green Pass, come se esistesse un rischio di contagio. Il rettore, Roberto di Lenarda, ha spiegato la sua decisione parlando in questi termini: l’obbligo di possedere il lasciapassare non è stato stabilito con il fine di «garantire ai no vax di stare a casa e fare gli esami a distanza». In tal senso, aggiunge Di Lenarda, «l’obbligo serve per spingere gli studenti a vaccinarsi». Beata sincerità, utile per chi ancora credeva che il Green Pass fosse una misura di sicurezza per tutelare la nostra salute, non un editto da Stato etico per spingere i cittadini ad un comportamento virtuoso.

E veniamo adesso al caso dei vigili del fuoco. Succede a Trento, la notizia viene data dal quotidiano locale Il Dolomiti. Riportiamo testualmente: «Un'auto sul fondale del lago di Garda e l'allarme per il rischio che qualcuno fosse intrappolato all'interno dell'abitacolo. I sub trentini ci hanno messo un'ora e mezza per raggiungere Campione sulla sponda bresciana. Un viaggio in furgone a destreggiarsi tra il traffico e le curve lungo la strada statale della Gardesana nell'ultima domenica di agosto. Il motivo? Sprovvisti di Green pass non sono potuti salire sull'elicottero e volare in circa 15 minuti, già in tenuta d'emergenza, direttamente sul target. La tempestività è la chiave dell'operatività dei soccorsi ma i tempi si sono incredibilmente dilatati: senza vaccinazione o tampone negativo a 48 ore non si decolla ma si guida e tutto si allunga». Fortunatamente l’auto era vuota e non ci sono state vittime. Però, si notino almeno due cose. La prima: senza Green Pass non si può salire a bordo di un elicottero, ma si può viaggiare in furgone. Un’ora e mezza di viaggio in un furgone è dunque considerata meno pericolosa, ai fini del contagio, che una quindicina di minuti in elicottero. E questo è il meno. Il problema vero è il secondo aspetto: si preferisce rischiare di far morire una persona, commettendo il reato di omissione di soccorso, pur di rispettare alla lettera il regolamento di Green Pass. Non sarà educato ricorrere a paragoni con regimi totalitari sanguinari, ma cose simili capitavano solo negli Stati sovietici.

La ciliegina sulla torta, infatti, è il commento del dirigente locale: «Questa volta è andata bene perché non c'è stato nessuno da salvare – dichiara a Il Dolomiti Raffaele De Col, il dirigente generale del Dipartimento di Protezione civile del Trentino - Ma resta il fatto che c'è stato un ritardo nell'intervento a causa di operatori sprovvisti di vaccinazione o di tampone (corsivo nostro). La speranza è che serva a dare una scossa alla coscienza di queste persone». La coscienza di chi introduce queste regole, invece, è perfettamente in pace.