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Medjugorie, vescovi ricattati dal Kgb?

Il prossimo 10 ottobre esce l'ultimo libro di Paolo Brosio. Secondo alcune fonti risalenti al Kgb l'allora vescovo di Mostar, Pavao Zanic, sarebbe stato ricattato per cambiare idea 

Borgo Pio 06_10_2017

Il vescovo di Mostar, Rakto Peric, minaccia querele, ma intanto la notizia circola. La pubblica in Italia il giornalista Paolo Brosio, già cronista di Mani pulite all’epoca del Tg4 di Emilio Fede, poi convertito appassionato delle presunte apparizioni mariane di Medjugorie. Il prossimo 10 ottobre esce in libreria un libro di 490 pagine, Il Papa e Medjugorie, edito da Piemme, in cui Brosio mette al centro di un fenomeno già di per sé controverso, un altro fatto altrettanto problematico.

Ciò emergerebbe dalle confessioni del colonnello generale Alexander Maksimov dei servizi segreti per la sicurezza interna dell’ex Unione Sovietica, il quale è stato citato in un docu fil From Fatima to Medjugorie e in altri libri scritti da giornalisti croati.

In un contesto complesso, sono tanti i documenti e le “dichiarazioni”, poi rivelatisi dei falsi, che hanno visto protagonisti vecchi membri delle polizie segrete dei vari regimi comunisti, la vicenda riguarda monsignor Pavao Zanic, vescovo di Mostar all’epoca delle primi presunte apparizioni mariane di Medjugorie nel 1981. Zanic fu inizialmente favorevole alla veridicità delle apparizioni, tanto da attestarlo in una celebre omelia del 25 luglio 1981 a Medjugorie, a un mese esatto dalle prime apparizioni. In quell’occasione disse che «qui ci sono sei bambini innocenti e semplici, se qualcuno li avesse istigati, nel giro di mezz’ora avrebbero detto tutto». Ma appena 23 giorni dopo, quando la polizia circondò la chiesa e arrestò tutti i frati presenti a Medjugorie, Zanic si rimangiò tutto, dicendo che era tutto falso e che i frati erano responsabili.

Secondo il docu film citato da Brosio la polizia segreta yugoslava sarebbe stata in possesso di un documento compromettente sul vescovo Zanic così da ricattarlo e fargli cambiare opinione. Il generale Maksimov avrebbe fatto addirittura vedere il documento al cardinale Agostino Casaroli. «Si trattava», sosterrebbe questo generale del Kgb, «della storia di un rapporto intimo che [Zanic, ndr] aveva avuto con un suo collega quando era molto giovane e altri dettagli che in nessun modo erano conformi con quello che lui doveva rappresentare. Devo dire che anche io ero sorpreso dai dettagli che erano esposti nei documenti, che comprendevano anche la firma del vescovo Zanic».

Così il vescovo Zanic avrebbe cambiato improvvisamente la sua opinione su Medjugorie. E’ chiaro che la repressione del regime comunista nei confronti di tutti gli attori delle presunte apparizioni mariane c’è stata ed è stata violenta, cosa ovvia se si pensa ad un regime che non poteva permettersi, per la sua sopravvivenza, un fenomeno religioso di quella portata. Ma la veridicità delle dichiarazioni di questo generale Maksimov sarebbe da supportare ulteriormente, anche se Brosio scrive di aver trovato (ricevendoli da fonte anonima) i testi scritti in cirillico redatti dalla UBDA per il KGB. La curia di Mostar, come dicevamo in apertura, minaccia querele.