Lula, prove di dittatura: l'ex presidente Bolsonaro ai domiciliari
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Metodi da Maduro per il Brasile di Lula: il presidente di estrema sinistra fa arrestare il suo predecessore perché partecipa (via telefono) a una manifestazione in sua difesa.

Lula come Maduro, stessa persecuzione tirannica degli oppositori, dall’Europa un complice silenzio. Lunedì 4 agosto, a seguito delle manifestazioni dei conservatori e sostenitori di Bolsonaro nel giorno precedente in diverse località del paese, il giudice torquemada della Corte Suprema Alexandre de Moraes, strettissimo esecutore dei desiderata del Presidente brasiliano Lula e dopo che lo stesso presidente aveva chiesto l’arresto del principale leader dell’opposizione, come da noi descritto, ha sanzionato con gli arresti domiciliari l’ex presidente della Repubblica Jair Bolsonaro.
La polizia ha sequestrato i telefoni cellulari dell'ex presidente e gli ha vietato di utilizzare qualsiasi altro dispositivo telefonico, compreso quello della moglie Michelle Bolsonaro o di terzi. De Moraes ha anche vietato a Bolsonaro di ricevere visitatori nella sua residenza di Brasília, ad eccezione di familiari e avvocati. I visitatori non possono registrare o fotografare Bolsonaro durante la visita. In caso di inosservanza, de Moraes ha stabilito che Bolsonaro sarà imprigionato in carcere.
De Moraes ha emesso l'ordine di arresti domiciliari un giorno dopo che i sostenitori dell'ex presidente hanno manifestato, domenica 3 agosto in 62 città brasiliane, proteste pacifiche contro il giudice politicizzato de Moraes e il presidente socialista Luiz Inácio Lula da Silva. Non ha certo fatto piacere all sistema di potere ormai prossimo al bolivarismo tirannico di Maduro in Venezuela, che i manifestanti abbiano anche espresso la loro gratitudine al presidente Donald Trump per le sanzioni sui diritti umani imposte a de Moraes e all’intero Brasile, in risposta alla sua continua persecuzione e censura dei leader politici e delle voci dei conservatori e degli oppositori in Brasile. La stessa Corte Suprema del Brasile è stata colta di sorpresa dalla decisione del giudice Alexandre de Moraes di porre agli arresti domiciliari l'ex presidente Jair Bolsonaro, hanno dichiarato martedì a Reuters due fonti del tribunale, un fatto che la dice lunga sull’uso politico della giustizia in atto.
Questo dopo che a luglio scorso, lo stesso de Moraes aveva imposto all'ex presidente un rigido coprifuoco e imposto di indossare un braccialetto elettronico, insieme ad altre restrizioni ai suoi diritti civili, come parte di una serie di «misure precauzionali». Bolsonaro è accusato, ma non condannato, di aver complottato e organizzato un “colpo di Stato” per rovesciare i risultati delle elezioni presidenziali del 2022, in cui Lula lo aveva sconfitto, 50,9% contro 49,1%. Bene ricordare che durante tutto il procedimento elettorale e la verifica dei risultati proprio Bolsonaro e i suoi alleati si erano più volte scontrati contro il Tribunale superiore elettorale guidato allora da quel giudice Alexandre de Moraes che ora, nominato alla Corte Suprema, lo sta perseguitando senza alcun ritegno.
Bolsonaro non ha partecipato agli eventi nazionali di domenica 3 agosto, poiché il coprifuoco imposto da de Moraes gli vietava di lasciare la sua residenza nei fine settimana, ha seguito le manifestazioni da casa sua attraverso il suo telefono. La violazione dunque sarebbe dovuta ad una iniziativa del figlio maggiore di Bolsonaro, il senatore Flávio Bolsonaro, che avrebbe pubblicato un breve video del padre, ora cancellato, sul suo account personale di Instagram. Secondo il network media brasiliano G1, Flávio ha messo brevemente Jair Bolsonaro in vivavoce per parlare alla folla riunita a Rio de Janeiro. Pochi istanti dopo, il senatore brasiliano ha postato su Instagram un video che mostra l'altra parte della telefonata, in cui l'ex presidente Bolsonaro avrebbe detto ai suoi follower: «Buon pomeriggio, Copacabana. Buon pomeriggio, mio Brasile. Un abbraccio a tutti. È per la nostra libertà. Siamo insieme».
Apriti cielo! Il giudice Moraes ha citato tutte queste malefatte pericolosissime per la tenuta dello stato democratico, scrivendo nel suo ordine di arresti domiciliari che «il coinvolgimento occulto di Jair Messias Bolsonaro nella preparazione di materiale da diffondere nelle manifestazioni e sui social media ha chiaramente dimostrato che ha continuato la sua condotta illecita», nel tentativo «di coartare il Tribunale Supremo Federale e di ostacolare la giustizia, in flagrante disprezzo delle misure cautelari precedentemente imposte…per diffondere attacchi e incitare i manifestanti con il chiaro intento di fare pressione e coercere questa Corte Suprema». Un arresto senza reato, senza prove, senza processo. Solo un abuso di potere per mettere a tacere il leader dell'opposizione brasiliana. Per reazione all’ingiustizia politica, martedì 5 agosto i presidenti del Senato, Davi Alcolumbre (União-AP), e della Camera, Hugo Motta (Republicanos-PB), hanno annullato le sessioni previste in entrambe le Camere.
Il Brasile non è più una democrazia e accelera, con l'avvicinarsi delle prossime elezioni, la sua trasformazione in repubblica socialcomunista di stampo venezuelano. Il mondo occidentale deve prenderne atto ed agire di conseguenza come gli Usa di Trump, mentre il silenzio delle istituzioni europee suona come esplicita complicità, anzi sintonia nell’involuzione antidemocratica delle istituzioni contro i comuni avversari politici conservatori e cristiani.
Dopo il veto antidemocratico nei confronti dei vincitori delle elezioni europee sovranisti e patriottici lo scorso anno, le ingerenze, annullamenti del voto popolare e arresto del vincitore in Romania, non si può dimenticare ciò sta accadendo con gli attacchi sistematici e continui contro l’opposizione e per il controllo politico del sistema giudiziario in Polonia, a causa di un governo europeista e con l’esplicito sostegno di Bruxelles. Attenzione dunque, ciò che accade in Italia contro atti o personalità del governo Meloni è solo un anticipo del futuro di oppressione che i progressisti preparano.