L’Fbi, sotto Biden, perseguitava i cattolici: spuntano nuovi documenti
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Non solo il promemoria di Richmond: la Commissione Giustizia del Senato ha scoperto che l'Fbi, durante l’amministrazione Biden, ha prodotto almeno 13 documenti aggiuntivi e cinque allegati che utilizzavano una terminologia anticattolica.

Tutto confermato: Joe Biden e l’FBI spiavano fedeli cattolici che dissentivano con il modello di “fede fluida” e di politiche Lgbt e abortiste dei democratici americani. Emerge sempre più come l'amministrazione Biden-Harris e l'FBI, agenzia all'epoca guidata da Christopher Wray, voleva instaurare una vera e propria persecuzione anticattolica negli Stati Uniti.
Durante la precedente amministrazione, un documento noto come “Richmond Memo” fu distribuito dall'ufficio di Richmond ad altri uffici e dipendenti dell’FBI, fino allo scoppiare dello scandalo nel 2023, di cui scrivemmo su queste pagine in più occasioni. Wray e l'allora procuratore generale Merrick Garland furono convocati al Congresso per testimoniare, ma le informazioni che fornirono furono spesso insoddisfacenti; è presumibile che fossero entrambi ben consapevoli dello spionaggio a scopo intimidatorio nei confronti dei cattolici. A sostegno del nostro sospetto, martedì 3 giugno il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Chuck Grassley (R-Iowa), ha rivelato l'esistenza di altri documenti anticattolici, ispirati anche dalle informazioni infondate del Southern Poverty Law Center (SPLC), un'organizzazione di estrema sinistra e fortemente inaffidabile. Grassley ha anche rivelato l'esistenza di un secondo promemoria dello stesso tenore anticattolico del primo, sebbene non sia mai stato pubblicato.
Come affermato in un comunicato stampa dello stesso Grassley: «Secondo i documenti ottenuti la presa di mira dei cattolici da parte dell'FBI di Biden, basata su fonti di parte, era più diffusa di quanto si sapesse in precedenza. Grassley ha infatti scoperto che l'FBI ha prodotto almeno 13 documenti aggiuntivi e cinque allegati che utilizzavano una terminologia anticattolica e si basavano su informazioni provenienti dal Southern Poverty Law Center (SPLC), un'organizzazione di estrema sinistra radicale. Un agente dell'FBI ha ammesso via email: "Il nostro eccessivo affidamento all'SPLC per la designazione di odio [dei cattolici tradizionali] è... problematico". Un secondo promemoria dell'FBI, pubblicato da Grassley, fu redatto dall'ufficio di Richmond per la distribuzione a tutto il Bureau. La bozza del promemoria ribadiva l'infondato legame tra cattolicesimo tradizionale ed estremismo violento, ma non fu mai pubblicata a causa delle reazioni negative seguite alla divulgazione del promemoria di Richmond. L'esistenza di questo secondo promemoria contraddice la testimonianza dell'ex direttore dell'FBI Christopher Wray, secondo cui l'ufficio di Richmond aveva prodotto "un solo prodotto". Grassley sta sollecitando il direttore dell'FBI Kash Patel a continuare a produrre documenti relativi alle origini del Richmond Memo, nonché alla risposta fuorviante e ostruzionistica dell'ex direttore dell'FBI Christopher Wray alla supervisione del promemoria da parte di Grassley».
In un’ampia lettera del presidente Grassley, datata 2 giugno 2025 e consegnata al direttore Kash Patel, si sottolinea di aver contattato Wray l’1 marzo 2023, il 24 agosto 2023, l'11 ottobre 2023 e il 31 gennaio 2024 ma «l'FBI, sotto la direzione di Wray, ha costantemente omesso di fornire risposte complete a queste richieste». Gli allegati alla lettera rivelano che gli analisti dell'ufficio di Richmond si erano consultati con gli uffici di Louisville (Kentucky), Portland (Oregon) e Milwaukee (Wisconsin) per raccogliere informazioni sui cattolici "tradizionalisti radicali" in preparazione del rapporto dell'ufficio di Richmond. Le conversazioni con la sede di Louisville avrebbero aiutato gli analisti di Richmond a concludere che le credenze del «cattolicesimo radicale-tradizionale» sono «paragonabili alla teologia islamista». Si sa meno di cosa sia stato discusso con le sedi di Portland e Milwaukee, ma il rapporto ha rilevato che gli analisti di Richmond hanno avuto conversazioni telefoniche con loro sull'argomento. Dopo che l'ufficio locale di Richmond ebbe prodotto il promemoria, il rapporto rivelò che era stato inviato anche ad altri uffici locali in tutto il Paese. Inoltre, è allegata un'e-mail interna dell'FBI, in cui si riconosceva che l'espressione «cattolico tradizionalista radicale» appariva in 13 documenti separati dell'FBI e in cinque allegati distribuiti in tutta l'agenzia.
Lo stesso presidente della Commissione ha ribadito di essere ancora più determinato, dopo l'emergere di tali nuove evidenze e comportamenti intollerabili, «ad andare a fondo del memorandum di Richmond e del disprezzo dell'FBI per la supervisione durante la scorsa amministrazione», per riportare l'FBI all'eccellenza e dimostrare ancora una volta che la giustizia può e deve essere amministrata in modo equo e imparziale, «indipendentemente dal fatto che siamo Democratici o Repubblicani, credenti o non credenti». Martedì 3 giugno, è stato lo stesso Grassley a pubblicare il testo della sua lettera al direttore dell’FBI sul suo account X. Il giorno seguente, mercoledì 4 giugno, l'account su X dei membri Repubblicani della Commissione giuridica del Senato ha condiviso anche un filmato di Fox News, in cui il giornalista Griff Jenkins ha sottolineato le molte «responsabilità nell’intera vicenda del precedente direttore dell’FBI Christopher Wray, tra le quali l’aver affermato sotto giuramento che si era trattato di “un incidente isolato”».
Tutte le malefatte anticattoliche del “cattolico devoto” Joe Biden e delle sue truppe di “fedeli fluidi”, tanto care a taluni cardinali e gesuiti progressisti americani, stanno emergendo e si vanno dimostrando l’accanimento e l’intolleranza di una cricca ben poco cristiana e tanto meno liberale. La scelta di Trump di mettere Kash Patel e Dan Bongino ai vertici dell'Fbi, ai limiti dell'eversione per i benpensanti, sta dando i suoi primi frutti: riforme e pulizia nell’agenzia e ristabilimento dell’uguaglianza davanti alla legge.
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