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FOLLIA AL POTERE

L'Equality Act di Biden comincia già a discriminare

Mentre prosegue l’iter dell’Equality Act, la Geneseo University (NY) ha già sospeso un suo alunno per aver detto che “i maschi sono maschi e le femmine sono femmine”. Il caso ha generato violenza. Un deputato ha infatti chiarito: "La confusione di genere è un rifiuto del buon disegno di Dio. Ogni volta che le leggi non riflettono le Sue norme, una nazione è in ribellione contro di Lui e ne subirà le conseguenze”.

Libertà religiosa 07_03_2021

Mentre prosegue l’iter dell’Equality Act, bocciato durante la presidenza Trump ma immediatamente reintrodotto alla Camera da Joe Biden, la persecuzione di coloro che dissentono da certe visioni sono sempre più sfacciate. Se la norma, appena approvata alla Camera, passasse anche al Senato, la percezione della propria sessualità sarà considerata a livello federale al pari della razza, sebbene questa sia una caratteristica immutabile (al contrario delle scelte deviazioni sessuali).

E’ così che sono già cominciate le purghe, con la Geneseo University dello Stato di New York che ha sospeso un suo alunno, Owen Stevens, solo per aver espresso un’opinione riguardo al fatto che “i maschi sono maschi e le femmine sono femmine”. La novità, rispetto ad episodi simili, in cui poi l’amministrazione universitaria ha spesso dovuto fare marcia indietro è che il giovane non aveva manifestato la mera constatazione dei fatti in classe, né all’interno del campus universitario, bensì via social, ma tanto è bastato alla direzione della Geneseo per dipingerlo come un sovversivo, capace di ledere la salute psichica degli altri studenti.

Certamente la politica universitaria che tratta gli alunni come soggetti fragili e indifesi, incapaci di sopportare qualsiasi frustrazione data dalla realtà o qualunque opinione contraria alla propria volontà, è in voga da anni. Come dimostrato dalle “safe space”, le aree presenti in alcuni atenei dove gli universitari possono correre a rifugiarsi nel caso si sentano offesi da una parola che contrasta con il loro credo, ovviamente solo nel caso in cui quel credo sia promosso dalla cultura dominante, come ad esempio quello per cui un uomo pretenda di essere riconosciuto come donna. Al contrario, non esiste protezione, anzi solo stigma e punizioni per chi, come Stevens, pensi che invece il sesso sia un dato cromosomico immutabile. Insomma, la generazione “fiocco di neve” (ossia molle e fragile), come la definì l’intellettuale inglese Claire Fox dopo aver visto piangere le alunne di una scuola per le opinioni da lei espresse, è solo quella progressista e di sinistra. A tutti gli altri è invece chiesto di subire discriminazioni reali a causa di un pensiero che si attiene ai dati di fatto.

Un bel paradosso destinato a creare conflitti crescenti nell’America dell’unità promessa da Biden dato che L'Equality Act, passato alla Camera con 224 voti contro 206, mira ad abbattere qualsiasi barriera protettiva imposta dalla natura delle cose. La norma federale si rivolge infatti a tutti: singoli, negozi, banche, aziende, alberghi, ospedali, agenzie adottive, pompe funebri, università ed enti che ricevono sovvenzioni federali. Il che significa non solo che tutti i medici saranno costretti a fornire terapie ormonali e praticare interventi chirurgici di mutilazioni genitali, mastectomie o ricostruzioni plastiche, ma che lo sport femminile dovrà aprire agli uomini che si sentono donne, permettendo loro di utilizzare spogliatoi, bagni e docce femminili, di assumere personale in base alla sue emozioni sessuali, a prestare servizi per cerimonie omoesessuali etc.

A pagare saranno anche le agenzie di adozione, costrette a permettere a coppie dello stesso sesso di accedere all’affido o all’adozione. Ovviamente non poteva mancare l’obbligo legato all’aborto, che viola la libertà di coscienza costringendo gli ospedali di matrice religiosa che non lo praticheranno a perdere qualsiasi finanziamento federale. Che poi, nella maggioranza dei casi, significherebbe chiudere. In sintesi chiunque si opponesse alla legge sarebbe espulso dalla società.

Per questo, il deputato repubblicano Greg Stuebe ha affermato che l'Equality Act è una sfida a Dio e alla sua creazione: "La confusione di genere che esiste oggi nella nostra cultura è un chiaro rifiuto del buon disegno di Dio. Ogni volta che le leggi di una nazione non riflettono più le norme di Dio, quella nazione è in ribellione contro di Lui ed inevitabilmente ne subirà le conseguenze”.

In effetti, cosa può accadere ad un paese che tratta come un criminale chi dica con Stevens che “un uomo non può diventare una donna e una donna non può diventare un uomo. Se sono un uomo e penso di essere una donna, sono ancora un uomo. Se sono una donna che pensa di essere un uomo, sono ancora una donna. Nonostante ciò che senti questo non cambia il tuo stato biologico”? A dirlo non sono solo i numeri dei giovani sempre più confusi (secondo Gallup sarebbero quasi il 16 per cento a definirsi Lgbtq) da questa cultura per cui arrivano anche a violentare i loro corpi con gli ormoni e le loro menti con l’inganno, ma anche la conflittualità che è destinata a crescere proporzionalmente al caos. "Ho ricevuto minacce e orribili", ha detto Stevens, probabilmente sperando che ad esse non seguano attacchi fisici.