Leone difende la famiglia naturale e lo bollano come “reazionario”
Il nuovo Papa difende la verità sulla famiglia come società naturale fondata sul matrimonio su uomo e donna, e subito si levano voci per biasimarlo.
Gentile Direttore,
nel giro di pochi giorni la novità del nuovo Papa è ritornata sui soliti luoghi comuni, ovviamente contro di lui.
Sembrava che papa Leone XIV fosse un campione per il suo presunto “antitrumpismo”, ma poi è diventato un “reazionario” per aver affermato che la famiglia è la cellula di base della società civile e per aver ribadito che essa è «fondata sull’unione stabile tra uomo e donna». La prima voce è stata quella del circolo di cultura omosessuale intitolato a Mario Mieli che ha parlato di un «netto ritorno a posizioni più conservatrici in contrasto con i timidi tentativi di apertura degli ultimi anni». Poi la voce di Luxuria, molto presente in TV, che ha ribadito il principio di laicità dello Stato e l’equiparazione civile di ogni forma di matrimonio, compreso quello fra due uomini e due donne, per il quale stanno raccogliendo firme (ne occorrono 500 mila) per presentarlo come legge di iniziativa popolare.
Poi, l’attrice Micol Olivieri dice di essere andata «in bestia» dopo le «esternazioni» del Papa. L’attrice de I Cesaroni ha chiamato in causa perfino la povera Manuela Orlandi e lo «schifo» e la «m…a» che, secondo lei, avrebbe nascosto il Vaticano. L’influencer Tommaso Zorzi ha fatto sapere al Papa che «con un genocidio in corso» non è opportuno che si occupi di «omosessuali e famiglia tradizionale». Poi Elly Schlein ha rilanciato la necessità di una legge sull’omobilesbotransfobia (termine così astruso che le signore anziane non capiscono e sul quale chiedono lumi). Per papa Leone non si tratta solo di evitare l’imposizione di un “pensiero unico” (come disse papa Francesco). In gioco è anche l’affermazione della centralità di una istituzione e il Pontefice nel suo discorso al Corpo diplomatico ha richiamato i governi non solo a riconoscere ma ad investire sulla famiglia perché è fra i «contesti» da «favorire», perché è in essa che è «tutelata la dignità di ogni persona, specialmente di quelle più fragili e indifese, dal nascituro all’anziano, dal malato al disoccupato». La famiglia è chiamata cioè, oggi più che mai, a difendere l’umanità e la civiltà.
Concetti chiari, veri, concreti, vicini al popolo.
Gabriele Soliani