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IL CASO

Le bancarelle che sfigurano Loreto

Loreto è costruita attorno al pellegrinaggio per la venerazione della Santa Casa nazaratena della Vergine Maria. In Piazza della Madonna, capolavoro rinascimentale italiano, una fila di chioschi permanenti per bancarelle, rovina tutto.

Cronaca 31_03_2014
Bancarelle a Loreto

Il Comune di Loreto ha deciso di sistemare una serie di chioschi fissi per bancarelle in Piazza della Madonna, proprio di fronte alla Basilica della Santa Casa e al Palazzo Illirico, a ridosso del porticato, con gran pena per pellegrini e visitatori che, oltre al colpo d'occhio rovinato, hanno anche il passo intralciato. Assieme alla denuncia di Italia Nostra, anche il Soprintendente ai Beni Architettonici Stefano Gizzi ha diffidato il sindaco Paolo Nicoletti: quelle bancarelle vanno trasferite. Dalla parte del Soprintendente, si schiera anche la Delegazione pontificia. Scandalizzato anche il professor Christoph L. Frommel, noto storico dell'architettura rinascimentale e studioso di Bramante: “Ho avuto occasione di vedere le foto scioccanti del cortile del Palazzo Apostolico di Loreto, con le bancarelle posizionate di fronte: una profanazione di quel luogo sacro che non avrei mai creduto possibile. E questo accade proprio a Loreto, una delle mete di pellegrinaggio più venerate di tutta la Cristianità".

Qui di seguito pubblichiamo il commento di Franco Raffi, segretario generale dell'associazione Terra Mater di Gubbio.

Da secoli, milioni di pellegrini affluiscono annualmente a Loreto per venerare la Santa Casa nazaretana della Vergine Maria. Popolani, santi, papi, filosofi, poeti, condottieri, artisti, re e regine, musicisti e scienziati sono sempre tutti convenuti nel grandioso atrio del Santuario costituito da Piazza della Madonna, ideata da Donato Bramante, al quale si sono succeduti, tra gli altri, Andrea Sansovino, Antonio da Sangallo il Giovane, Giovanni Boccalini, Domenico Fontana, Carlo Maderno, Luigi Vanvitelli, Giuseppe Sacconi. Protagonisti assoluti dell’arte italiana ed europea hanno dunque lasciato il segno del loro genio in uno spazio che esalta i valori supremi dello spirito.

Di fronte ad una simile realtà, sgomenta il comportamento dell’Amministrazione Comunale di Loreto, che - in questi giorni - ha disposto la collocazione di ingombranti strutture commerciali di fronte al monumentale Palazzo Apostolico, elemento dominante di Piazza della Madonna, in opposizione a un preciso ordine di diversa sistemazione, emesso dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Marche.

Fin dal 2008, con nota n. 2646 del 22 febbraio, la stessa Soprintendenza aveva segnalato al Comune di Loreto la necessità di disciplinare l’esercizio del commercio in aree di valore culturale, con riferimento all’art. 52 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. Con la pubblicazione sulla G.U. del 19 novembre 2007 Serie Generale n. 269 della Direttiva 9 novembre 2007 relativa all’oggetto - si legge nella nota n. 2646 - il Ministro per i Beni e le Attività Culturali ha inteso, evidenziando un crescente degrado della “città storica”, sottolineare la necessità per gli uffici del Dicastero e le Amministrazioni Comunali di procedere ad una concentrata razionalizzazione delle attività commerciali ambulanti e non ponendosi come obiettivo una più incisiva e qualitativamente migliore fruizione del patrimonio culturale.

La salvaguardia dunque del patrimonio culturale - si legge ancora nella nota n. 2646 - viene comunque anteposta agli interessi specifici e particolari determinandosi di conseguenza la necessità della definizione di criteri che, in considerazione delle “caratteristiche e dimensioni del patrimonio culturale”, possano essere ritenuti validi nella pur varia situazione regionale.

A queste stesse norme, inutilmente richiamate nel 2010 e nel 2012, si appella l’attuale Soprintendente, che, con lettera del 24 marzo 2014, opportunamente osserva: Il problema delle bancarelle della Piazza della Madonna, a ridosso del complesso monumentale urbanistico -architettonico e storico - artistico del Santuario, riguarda una questione di civiltà oltre che di semplice decoro urbano. In qualunque città estera sarebbe inammissibile la collocazione di chioschi a ridosso di una piazza di così alto valore.

La piazza e il Santuario -  prosegue il Soprintendente - conformano un topos urbanistico -architettonico e paesaggistico che si associa a significati immateriali, religiosi e simbolici, corredato anche da una ricca iconografia. Le benedizioni in massa dei malati, le sfilate delle moltitudini, le processioni, le cerimonie, i riti che si svolgono nella piazza antistante la Basilica, le celebrazioni all’interno di essa, che vide una successione di architetti impegnati nella sua nascita al suo ampliamento e abbellimento, da Donato Bramante - su incarico di Giulio II - a Giuseppe Sacconi, esprimono in maniera evidente il compendio tra immaterialità, valori sacrali e nuclei storici.

Sulla stessa linea della Soprintendenza e di Associazioni come Italia Nostra, si è pure posta l’U.N.I.T.A.L.S.I., che, per il rispetto dovuto a tanti pellegrini ammalati e disabili, chiede lo spostamento delle bancarelle, così da rendere facilmente gestibili le celebrazioni, mantenendo quel clima di raccoglimento spirituale necessario soprattutto durante i momenti di preghiera. I reggitori della Città di Loreto, nata e sviluppatasi a servizio dei pellegrini, non possono lasciare insoddisfatte tali legittime ed elementari esigenze.

*Segretario Generale di Terra Mater