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CRITICHE AL WORLD CONGRESS OF FAMILIES

L'alleato anti-family alza la testa. Ma sbatte

Spadafora e Buffagni (M5S) all'attacco del World Congress of Families che si terrà a Verona. «Patrocinato da palazzo Chigi», attaccano. «Il compito sarà quello di promuovere il ruolo della famiglia», la replica degli organizzatori. Gandolfini: «Perché negare a noi il patrocinio e darlo a chi prevarica sugli altri?». 

Famiglia 03_03_2019

“C'è stato un tempo in cui le donne più emancipate e gli omosessuali venivano bruciati sui roghi. Pare qualcuno abbia nostalgia di quel periodo oscuro. Non io! ‪Le famiglie sono il fondamento della nostra società, le donne sono una risorsa inestimabile della nostra società e chi non le vuole lavoratrici vuole tornare al Medioevo. #NotInMyName”. E’ un condensato di luoghi comuni, stereotipi e accuse senza fondamento il post con cui Stefano Buffagni, deputato grillino e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, prende le distanze dal Congresso mondiale della famiglie che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo e che si concluderà con una marcia per le vie della città scaligera.

Sul suo profilo Facebook Buffagni ha pubblicato inoltre un articolo che critica pesantemente l’evento. Intanto Palazzo Chigi in una nota ha smentito qualunque richiesta di patrocinio dell'evento, precisando che si tratta di un'iniziativa del ministro della Famiglia Lorenzo Fontana: "La Presidenza del Consiglio non ha mai ricevuto nessuna richiesta di patrocinio per il 'World congress of families', in programma a fine marzo a Verona, né quindi ha potuto mai concederlo. Si tratta di una iniziativa autonoma del ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana, attraverso procedure interne agli uffici e che non hanno coinvolto direttamente la Presidenza del Consiglio". “Molto autonoma” precisa l’altro sottosegretario M5s Vincenzo Spadafora, promotore del tavolo di consultazione permanente delle sigle Lgbt.

Il Congresso delle famiglie è stato al centro anche di un'interrogazione ad opera della deputata del Pd Giuditta Pini proprio in merito al sostegno ufficiale del governo alla manifestazione. La parlamentare nei giorni scorsi aveva detto che percorrerà “tutte le strade possibili” affinché sia spiegato il motivo del patrocinio di Palazzo Chigi.

Di “polemica strumentale e inutile parlano” Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidenti di Pro Vita e Generazione Famiglia e organizzatori insieme all’International Organization for the Family del prossimo Congresso Mondiale delle Famiglie. "State sereni Spadafora & co, abbiamo tutti i permessi e stiamo seguendo tutte le procedure per fare il più grande 'World Congress of families' mai visto, ed è tutto in piena regola”, affermano i due organizzatori spiegando che nessuno di loro ha mai detto di avere il patrocinio della Presidenza del Consiglio.

“Viste le perplessità espresse dal sottosegretario Spadafora – ha aggiunto Coghe - vorrei invitarlo a cena a casa mia per spiegargli la bellezza e le problematiche di una famiglia italiana con più di un figlio, io ne ho quattro, e per raccontargli la mission della Kermesse internazionale che stiamo organizzando”. 

“Per quanto riguarda i timori del sottosegretario del M5s Stefano Buffagni – ha concluso Brandi - che evoca il ritorno del Medioevo con donne emancipate ed omosessuali bruciati sui roghi, si inventa orrori mai pensati e lo invito caldamente al workshop sulla "Donna nella storia" così forse potrà essere più informato sul grande ruolo che la donna ha avuto nel cosiddetti "secoli bui". Comunque vorremmo tranquillizzarlo che il tema del Congresso è promuovere il ruolo fondamentale della famiglia”.

Anche il presidente del Family Day Massimo Gandolfini, che è nel board organizzativo dell’evento di Verona, ha commentato le parole di Buffagni sottolineando che la maggior parte delle attiviste che animano le associazioni pro family sono lavoratrici. “Nelle fase storica che stiamo vivendo solo un cieco non sa che soprattutto nelle famiglie numerose i papà danno il biberon e cambiano i pannolini e anche le mogli la mattina escono di casa per lavorare, c’è un aiuto complementare su tutti i fronti – afferma ancora Gandolfini – gli stereotipi stanno quindi solo nella testa di certe correnti progressiste che negano i fatti e inventano condizioni inesistenti per il semplice fatto che non hanno categorie culturali da opporre”.

Il leader del Family Day ricorda quindi le contestazioni e le minacce di morte subite venerdì a Firenze durante l'iniziativa "Ripartiamo dalla famiglia e dalla vita", con i centri sociali che hanno esposto uno striscione che invocava “Gandolfini appeso”. “Mi dovrebbero spiegare – conclude Gandolfini - perché a noi che parliamo di famiglia come è intesa dalla Costituzione italiana dovrebbe essere negato un patrocinio, mentre spesso istituzioni pubbliche lo concedono a sigle e formazioni che silenziano chi non la pensa come loro con la violenza e la prevaricazione”.