Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Teresa d’Avila a cura di Ermes Dovico
L’opera della santa

La volontà di Dio, il filo rosso degli scritti di Teresa d’Avila

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A distanza di secoli gli scritti della grande riformatrice del Carmelo continuano ad attrarre per la loro bellezza e attualità. Opere ricche di consigli spirituali, che aiutano l’anima nel cammino verso Dio.

Ecclesia 15_10_2025

«La dottrina di Santa Teresa d’Avila risplende dei carismi della verità, della conformità con la fede cattolica, dell’utilità per l’erudizione delle anime; e un altro possiamo particolarmente notare, il carisma della sapienza, che ci fa pensare all’aspetto più attraente e insieme più misterioso del dottorato di Santa Teresa, all’influsso cioè della divina ispirazione in questa prodigiosa e mistica scrittrice». Così san Paolo VI, il 27 settembre 1970, parlava di santa Teresa d’Avila (1515-1582) nell’omelia per la sua proclamazione a Dottore della Chiesa.

«Mistica scrittrice», così papa Montini definisce la santa di cui oggi si celebra la memoria liturgica. La scrittura, dunque, è legata alla sua anima mistica: scienza e sapienza provengono direttamente da Dio. La prova più evidente è che, a distanza di secoli, i suoi scritti non perdono mai la loro vivacità, la loro attualità. Il perché è assai semplice: perché Dio è sempre “attuale”. La sua opera è un insieme straordinario di insegnamenti sulla fede e sulla Chiesa.

Gli scritti di santa Teresa nascono, prima di tutto, dall’esperienza vissuta: «Come scrittrice, si è sempre attenuta a ciò che personalmente aveva vissuto o aveva visto nell’esperienza di altri, cioè a partire dall’esperienza», così Benedetto XVI sottolineava nell’udienza generale del 2 febbraio 2011. La santa spagnola, dunque, parla sì di Dio, ma lo “raggiunge” attraverso esempi di vita concreta. Scrive anche della vita delle persone, delle loro esperienze: facendo ciò, santa Teresa riesce quasi a dirci che ognuno di noi può vivere “concretamente” dell’amicizia con il Signore.

Già i titoli delle sue opere recano il segno della presenza di Dio. Il primo testo che andrebbe citato è il Libro della vita, che la santa chiama Libro delle Misericordie del Signore: autobiografia composta nel monastero carmelitano di Avila nel 1565. Poi, abbiamo il famoso Cammino di Perfezione, da lei chiamato Ammonimenti e consigli, scritto nel 1566 per le dodici novizie che facevano parte del monastero di San Giuseppe ad Avila. Nella lista, poi, dobbiamo annoverare Il Castello interiore, scritto da Teresa nel 1577.

Più inerente alla sua attività di fondazione dei tanti monasteri carmelitani che hanno visto la luce grazie alla sua perseveranza e fede è Il Libro delle fondazioni, scritto tra il 1573 e il 1582. Altre opere, dette “minori”, sono le Relazioni, scritte soprattutto per raccogliere esperienze di vita e spirituali da presentare ai confessori. Ultimo – non certo per importanza – il vastissimo Epistolario: lettere indirizzate prevalentemente ai familiari, ad alcune consorelle, ai religiosi carmelitani dei nascenti conventi, oppure redatte per insigni teologi, oltre ad alcune indirizzate ad autorità civili e religiose. Poi, a margine, vanno ricordate anche alcune poesie e persino dei drammi teatrali nati per occasioni particolari.

Entrare nelle pagine dell’opera di santa Teresa è percorrere un viaggio interiore alla ricerca di Dio: percorrere “le stanze” dell’anima di Teresa equivale a entrare in noi stessi, nel nostro rapporto con Dio. Ogni parola è calibrata, armoniosa, perché armonioso è il rapporto della santa con il Signore. Avviene così che ci troviamo di fronte a temi che costituiscono il buon vivere quotidiano e che ci aiutano a conoscere la dottrina cristiana e a tendere verso Dio. La santa scrive così nella sua Vita: «Questo nostro Signore è la fonte di ogni nostro bene. Egli c’indicherà la strada; guardando alla sua vita, vi troveremo un modello senza uguali. Che vogliamo di più di un così fedele amico al nostro fianco, che non ci abbandonerà nelle sventure e nelle tribolazioni, come fanno quelli del mondo? Fortunato colui che lo amerà sinceramente e lo avrà sempre vicino a sé!». Amare sinceramente: questo è il punto. Tutto dipende da ciò: la nostra esistenza, le nostre esperienze di vita e di preghiera.

E a proposito della preghiera, nella Vita troviamo un’altra frase illuminante: «Chi comincia [a fare orazione] deve pensare di cominciare a coltivare, per la gioia del Signore, un giardino in un terreno assai infecondo, pieno di erbacce. Sua Maestà strappa le erbe cattive e vi pianta le buone. Ora, supponiamo che questo sia già fatto quando un’anima si decide per l’orazione e ha cominciato a praticarla; con l’aiuto di Dio dobbiamo, da buoni giardinieri, procurare che quelle piante crescano, e aver cura d’innaffiarle affinché non muoiano e producano fiori di molta fragranza, per ricreare nostro Signore, in modo che venga spesso a dilettarsi in questo giardino e a godersi questi fiori di virtù». Queste parole sembrano versi, piuttosto che prosa: Teresa è animo poetico e, dunque, ricrea per immagini (di facile lettura per il lettore-fedele) ciò che la scienza teologica potrebbe rendere ostico all’interpretazione.

La preghiera e la stessa vita cristiana hanno bisogno, soprattutto, di umiltà, il cardine per un giusto progredire nel cammino spirituale. Così, rivolgendosi alle consorelle, scrive nel Cammino di perfezione: «Ecco un consiglio che vi prego di non dimenticare. Se volete far vendetta del demonio e liberarvi dai suoi assalti, non solamente dovete avanzare in umiltà nel vostro interno – senza di che sarebbe un gran male – ma cercare con i vostri atti esterni di far ridondare in profitto delle sorelle la vostra tentazione, pregando la Priora, appena il maligno si presenta, d’imporvi qualche ufficio umiliante, o farlo da voi stesse meglio che vi sia possibile».

Tutto ciò si condensa in un punto fondamentale in tutta la spiritualità di santa Teresa d’Avila. Un punto che rappresenta anche il fondamento della vita cristiana di ognuno: «È evidente che la somma perfezione non consiste in diletti interiori né in grandi rapimenti né in visioni né in spirito di profezia, ma nella conformità del nostro volere a quello di Dio» così scrive nel suo Libro delle fondazioni. Cammino arduo. Ma santa Teresa ci aiuta a percorrerlo.