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IL DOCUFILM "INVISIBILI"

La censura mette all'indice solo i danneggiati da vaccino

Ancora polemiche per la proiezione pubblica di Invisibili, il docufilm che racconta la sofferenza dei danneggiati da vaccino. Dopo Novi Ligure e Genova, tocca a Bergamo, dove la proiezione nel cinema parrocchiale è stata attaccata con la solita faziosità dal Corriere e dall'Ordine dei medici che l'hanno bollata come iniziativa no vax. Il Comitato Ascoltami replica: «Abbiamo la vita rovinata, venite a dircelo in faccia». Ma ormai è chiaro che l'unica censura accettata dal politically correct è quella a danno dei vaccinati danneggiati. 
- VIDEO: CONDANNATI ALL'INVISIBILITÀ, di Riccardo Cascioli

Attualità 12_01_2023

Il nuovo Ultimo tango a Parigi si chiama Invisibili, solo che a differenza della più celebre pellicola con Marlon Brando a scatenare le rimostranze della censura non sono le scene di sesso, ma il racconto dei danneggiati da vaccino. In queste ore in quel di Bergamo è scoppiato un nuovo caso per la proiezione pubblica del docufilm diretto da Paolo Cassina in cui per la prima volta si raccontano i drammi di quei tanti che, fidandosi della propaganda di Stato, hanno accettato di vaccinarsi, ma hanno poi dovuto fare i conti con reazioni avverse invalidanti.

Invisibili di nome e di fatto dato che anche stavolta a dare fastidio è il fatto stesso che esistano e possano parlare (QUI la recensione della Bussola).

Dopo il primo caso di Novi Ligure, con la proiezione organizzata dal Comune e il sindaco finito sulla graticola, anche a Genova la pellicola ha incontrato ostacoli istituzionali oltre la reprimenda censoria di Matteo Bassetti, il docufilm è stato proiettato anche in altre città e nei prossimi giorni farà tappa a Verona, Firenze, Modena, Brescia, Poggibonsi e Brescia. 

Stavolta fa tappa a Bergamo, sempre con la formula del cineforum perché al termine si svolge un dibattito con medici e avvocati. Appuntamento domenica 15 gennaio in un cinema teatro parrocchiale, sempre che nel frattempo, sull’onda delle polemiche, il parroco di San Francesco D’Assisi alla Celadina non decida di chiudere le porte. Curiosità: in questi anni tanti cinema parrocchiali nel Paese hanno proiettato di tutto, prestandosi ad iniziative più che discutibili e promuovendo film anche in contrasto con la morale cattolica. Sempre nel silenzio delle diocesi. Non si è levato un gemito, ma per un docufilm che mostra storie vere di persone che faticano a parlare e a camminare, è curioso che sia partita subito la diga della censura.

Il fatto che in un cinema parrocchiale si proietti un docufilm sulle reazioni avverse ha mandato su tutte le furie l’edizione locale del Corriere che ha confezionato un articolo al vetriolo tanto scorretto quanto infamante, bollando come iniziativa no vax la proiezione che vuole «mettere in discussione quei vaccini che per l’Italia, come per tanti altri Paesi, hanno rappresentato la via d’uscita dopo due anni di pandemia».

Il parroco, don Mario Marossi si è chiamato fuori, dicendo di non condividere queste idee, ma appellandosi alla libertà d’espressione. Libertà che evidentemente non vuole essere riconosciuta a chi chiede soltanto di essere ascoltato e curato. Nell’articolo, infatti, si legge che il sindaco è stato invitato, ma, interpellato dal quotidiano, dice di non saperne nulla. La stoccata più forte arriva dal presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo, che parla della «solita propaganda scorretta dei no vax, che hanno anche ripreso la parola “invisibili” dal titolo dello spot di FNOMCeO inerente ai problemi legati alle risorse umane del sistema sanitario».

Parole che hanno lasciato di ghiaccio il Comitato Ascoltami, che raccoglie ormai oltre 3000 danneggiati da vaccino covid e che è parte integrante del docufilm avendo fornito il soggetto principale. In una lettera aperta a Marinoni, il Comitato coordinato da Federica Angelini parla di dichiarazioni «faziose, pregiudizievoli ed estremamente poco professionali per il ruolo importante da Lei ricoperto». «Noi siamo persone – proseguono dal Comitato - che soffrono di reazioni avverse medio-gravi per il vaccino anti Covid-19. Abbiamo la vita rovinata. Molti di noi hanno una correlazione certificata del proprio danno. Come si permette di tacciare come propaganda scorretta dei no vax un docufilm che parla di noi? … Noi che siamo tutti vaccinati e danneggiati? Noi che non riusciamo quasi mai a presenziare alle proiezioni di Invisibili perché abbiamo serie limitazioni fisiche insorte dopo e a causa del vaccino?».

Ma ormai è chiaro che la volontà è quella di censurare. Il Comitato invita Marinoni a essere presente e «a guardare negli occhi le nostre sofferenze e ascoltare le nostre storie» e aggiunge che «molti di noi hanno speso migliaia di euro alla ricerca di cure mai efficaci e solo temporaneamente lenitive del sintomo».

Anche sul timore di un risarcimento del danno, è bene chiarire che questo, semmai sarà possibile, lo diventerà solo dopo che una reazione avversa è stata riconosciuta e curata da un sistema sanitario pubblico «che ci accolga senza tacciarci come psichiatrici perché “non siamo previsti” come danneggiati dalla campagna vaccinale».

Censurati e invisibili, è questo il prezzo da pagare di una campagna vaccinale che non ha tenuto conto dei reali fattori di rischio e di un rapporto rischi/benefici davvero scientifico che non è mai collettivo, ma è personale.

Come la Bussola ha più volte scritto, sul campo di battaglia della guerra pandemica sono rimasti dei feriti di cui nessuno vuole occuparsi perché farsene carico vorrebbe dire ammettere che il vaccino non è stata quella panacea che si voleva spacciare ma ha creato anche situaizoni peggiori di quelle che si voleva evitare.

Anche la Chiesa, nonostante pochi sacerdoti che puntualmente vengono silenziati, non li vuole vedere e prosegue con l’accettazione supina di una narrazione emergenzialista che giustifica la massiccia e coatta campagna vaccinale di massa. Il caso di Bergamo dà fastidio proprio per questo: perché nell’ospedale da campo ci sono degli ultimi dei quali non ci si vuole accorgere.