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L'intervista / mons.  John Keenan

Il vescovo tifoso racconta le origini cattoliche del Celtic

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Squadra fondata dal religioso marista fratel Walfrid e da laici vincenziani per aiutare i migranti irlandesi in Scozia, in concorrenza con i rivali dei Rangers, il Celtic vanta una storia di fede, carità e impegno sociale. La racconta alla Bussola mons. John Keenan, vescovo di Paisley.

Sport 24_02_2023

Domenica 26 febbraio, per l'ennesima volta nella storia, Rangers Football Club e Celtic Football Club si contenderanno uno dei trofei in palio nella stagione calcistica scozzese: la Scottish League Cup. Tra le due squadre di Glasgow c'è uno storico antagonismo che rifletteva anche l'appartenenza religiosa dei tifosi: il Rangers dei protestanti, il Celtic dei cattolici. La squadra biancoverde, conosciuta in tutto il mondo per il simbolo del quadrifoglio e per l'inno You'll Never Walk Alone intonato dai tifosi prima delle partite casalinghe, vanta radici profonde nel cattolicesimo sociale del suo fondatore, il marista fratello Walfrid (Andrew Kerins). La storia di questo religioso e di quel club da lui fondato per aiutare negli studi i piccoli immigrati irlandesi in Scozia merita ancora di essere raccontata più di 135 anni dopo la sua fondazione che avvenne nella chiesa di Santa Maria a East Rose Street. Ne ha parlato alla Nuova Bussola Quotidiana monsignor John Keenan, vescovo scozzese di Paisley e supporter biancoverde. 

Eccellenza, non molto tempo fa ha celebrato una Messa di Anniversario in memoria di fratello Walfrid. Chi era e perchè viene ricordato anche oggi?
Fratel Walfrid era un religioso dei Fratelli Maristi, ordine impegnato  nell'educazione dei bambini cattolici irlandesi immigrati in Scozia tra il XIX e la metà del XX secolo: gente povera e spesso dipendente dalla carità della Chiesa. Nato in Irlanda, fratello Walfrid fu inviato in Scozia nel 1870 come insegnante nell'East End di Glasgow, diventando preside nella Scuola del Sacro Cuore. Tuttavia, è ricordato soprattutto come il fondatore del Glasgow Celtic Football Club che  si è affermato come uno dei più grandi club calcistici in Gran Bretagna, fino alla Coppa dei Campioni vinta nel 1967 e perdendo per poco la finale della Coppa Intercontinentale. Ancora oggi il Celtic si qualifica regolarmente in Champions League.

Si può parlare di un club ad ispirazione cattolica?
Fratello Walfrid ha fondato il Celtic come espressione della solidarietà della Chiesa con i più poveri tra i poveri. Insieme ai laici vincenziani delle parrocchie locali, si rese conto che una squadra di calcio che giocava partite di beneficenza sarebbe stato un mezzo unico per raccogliere fondi per sfamare i bambini poveri di Glasgow. I primi cinque soci del Club furono l'Arcivescovo e quattro sacerdoti.Per quanto riguarda il credo cattolico del club, l'allenatore del Celtic per i suoi primi cinquant'anni, Willie Maley, ha detto "non lo abbiamo mai nascosto".

Qual è stato il ruolo dell'FC Celtic per l'integrazione sociale della comunità irlandese a Glasgow?
Oltre allo scopo principale di sfamare i bambini poveri, aveva almeno altri due fini collegati. Intanto, il desiderio un grande campo da gioco per i giovani cattolici; i fondatori intuivano i benefici dello sport, sulla falsariga dell'antica massima mens sana in corpore sano. Vivendo tra inquinamento e igiene quasi inesistente nell'East End socialmente svantaggiato, questa era una priorità per il club. Inoltre, c'era l'orgoglio di vedere una squadra che rappresentava la comunità cattolica irlandese immigrata in un ambiente scozzese, allora ostile.
Erano poi gli anni immediatamente successivi all'enciclica Rerum novarum di papa Leone XIII, che delineava una posizione evangelica sulla giustizia sociale in relazione ai gravi problemi dei centri urbani creati dall'industrializzazione. Mentre i cattolici si mobilitavano nella solidarietà con gli emarginati, il Celtic seguì questo esempio, per esempio, facendo grandi donazioni in caso di disastri e sofferenze o a favore di minatori o di rifugiati. Un impegno di giustizia sociale tuttora vivo nel Celtic.

L'Old Firm Derby è sempre stato considerato un derby come nessun altro. Cosa resta di questa rivalità in termini religiosi? 
Con la fondazione dei Rangers circa un decennio prima del Celtic e il sostegno della popolazione protestante scozzese indigena, e con l'ascesa spettacolare del Celtic come il club degli irlandesi immigrati, la rivalità tra i due club esplose immediatamente. Nei primi anni i fan rivali si ritrovavano dopo le partite in spirito di amicizia. Le cose sono cambiate quando i gangster sono apparsi sulla scena provocando la degenerazione dello sport in un campo di battaglia. Questa discesa dall'amichevole rivalità alla brutale delinquenza era, per il tifoso del Celtic, l'antitesi del cattolico nel suo senso universale. 
Nelle ultime generazioni, la Chiesa ha perso la sua presa sul Celtic, che a sua volta ha in qualche modo abbandonato la Chiesa. Resta la condivisione di una storia sociale comune che i sostenitori del Celtic desiderano preservare e celebrare, ma senza un'attiva fedeltà alla Chiesa cattolica. Questa, da parte sua, per ragioni ecumeniche ha teso a minimizzare  la sua associazione con la rivalità tra Celtic e Rangers.
Per i tifosi di entrambi i club in una Scozia secolarizzata, la rivalità è più sportiva  che religiosa, e assume prevalentemente la forma di pantomima dove, per 90 minuti quattro volte l'anno, ci sono i cattivi da fischiare e i buoni da applaudire. Per il resto del tempo i tifosi sono amici e spesso appartengono alle stesse famiglie. Solo una piccola minoranza non la vede in questo modo e continua la logorante guerra culturale che si spera passerà con il tempo.

Come l'immigrazione irlandese ha portato al riemergere del cattolicesimo in Scozia tra '800 e '900, negli ultimi decenni c'è stato un impatto impressionante dei migranti polacchi sulle parrocchie cattoliche. Anche loro sostengono il Celtic?
Anche se all'epoca i cattolici irlandesi costituivano il più numeroso gruppo di immigrati in Scozia, c'erano anche polacchi, lituani e italiani. Tuttavia, gli irlandesi tendevano a stabilirsi nell'ovest della Scozia e nel suo centro e lavoravano insieme nelle miniere di carbone o costruendo strade e canali, mentre gli altri si sono sparsi in tutto il Paese e in settori diversi. In anni recenti la Scozia ha visto una nuova ondata di immigrati polacchi, spesso impegnati nelle missioni polacche o nelle parrocchie locali. Essendo però estranei alla storia degli immigrati irlandesi del Celtic, non percepiscono lo stesso legame, anche se frequentando le scuole cattoliche, quelli che vivono nell'ovest della Scozia comunque sostengono il Celtic.

Visto che il calcio è così popolare in Europa, non avremmo bisogno di un odierno Fratello Walfrid per la Nuova Evangelizzazione?
L'intera storia del Celtic dice che Fratello Walfrid non l'ha fondata da solo, ma insieme a un gruppo di laici cattolici delle società locali di San Vincenzo de' Paoli, animati dalla fede cattolica, dalla carità per i bambini poveri e dal desiderio di giustizia sociale.
Dobbiamo sperare che la Chiesa oggi trovi nuovi fratelli Walfrid. La storia del Celtic  dimostra come laici ben formati, ardenti e impegnati hanno lasciato un'indelebile impronta cattolica a Glasgow, in Scozia e nel mondo e possiamo solo chiederci cosa potrebbe ottenere la Chiesa nella nuova evangelizzazione con la formazione e la responsabilità di uomini e donne capaci di unire la fede e lo sport per costruire un mondo migliore.