Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Fedele da Sigmaringen a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Il segno diventa realtà

Per affrontare una grande prova, bisogna essere presi da un grande amore, che muove un’immensa attrattiva e diventa spinta all’azione.

Vangelo 30_03_2012

 
Domenica delle Palme

Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”».
Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.
Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano:
«Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!».

(Mc 11,1-10)



Gesù si è regalato una festa bellissima. Un ingresso gioioso in città, la città santa, la grande Gerusalemme, punto di arrivo di ogni suo viaggio e luogo ardentemente desiderato per il compimento della sua ‘ora’. Gesù viene da Betania, dove aveva trovato ospitalità in casa di Marta e Maria e del fratello Lazzaro appena ridonato alla vita. Casa di amici, luogo di dialogo profondo, di fiducia e di conforto. E’ come se Gesù avesse voluto preparare il proprio cuore al prossimo combattimento, come un ultimo profondo respiro prima di tuffarsi nel mare della passione.

Per affrontare una grande prova, bisogna essere presi da un grande amore, che muove un’immensa attrattiva e diventa formidabile spinta all’azione. Occorre che l’amore sia più grande del dolore: allora è possibile portare il dolore ed è persino possibile prendere la decisione di andarvi incontro consapevolmente; quando si ama si può dare ‘volentieri’ la propria vita per chi si ama.

L’amicizia con il piccolo gruppetto di Betania e la festa di accoglienza della folla di Gerusalemme aprono il cuore di Gesù; anche la disponibilità dei casuali padroni del puledro nuovo che gli è stato lasciato a disposizione per una giornata, è un segno bello di umanità che gli viene donato. Dentro i brevi frammenti di queste amicizie umane abita e si rivela un amore immenso che sale dai fondali dell’eternità: l’amore assoluto del Padre verso Gesù e di Gesù verso il Padre. 

Adesso la grande avventura può cominciare. La gente grida: “Osanna! Benedetto Colui che viene!”. Viene subito l’ora della Cena Pasquale con gli amici più stretti, ai quali Gesù consegna se stesso nel segno del pane e del vino. Vengono lo struggimento del Giovedì notte, la cattura, anzi la ‘consegna’. Viene l’offerta sacrificale del Corpo e Sangue nel dramma del Venerdì Santo. Il segno diventa realtà.