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LA DEVOZIONE

Il Sacro Cuore di Gesù, rifugio per la vita eterna

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Inizia il mese dedicato al Sacro Cuore, oggi usurpato da ideologie contro Dio e contro l’uomo. Una chiamata a riparare, come già chiedeva Gesù a santa Margherita. E anche il tempo propizio per iniziare la pratica salvifica dei primi venerdì del mese.

Ecclesia 01_06_2023

Giugno è il mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù, la cui relativa solennità liturgica quest’anno cade venerdì 16. È una devozione che affonda evidentemente le sue radici nella vita terrena di Cristo stesso, ma che si è propagata nella Chiesa soprattutto a partire dal XVII secolo, prima per l’opera di san Giovanni Eudes e poi per le celebri rivelazioni ricevute da santa Margherita Maria Alacoque.

Come per altre richieste provenienti direttamente da Nostro Signore (si pensi, da ultimo, alla festa del Volto Santo), quella al Sacro Cuore è una devozione che aiuta il fedele a concentrarsi sull’umanità di Gesù, cioè su quanto Dio Figlio, incarnatosi nella pienezza dei tempi, ha sofferto e ha amato, per aprire a tutti gli uomini di buona volontà le porte del Paradiso. È importante allora richiamare tutto il senso soprannaturale del culto al Sacro Cuore, tanto più in un’epoca - come la nostra - che sta progressivamente rigettando la verità che l’uomo ha bisogno di essere salvato. Un’epoca che cerca una pseudo-salvezza, tutta terrena, proponendo nuove dottrine contro il disegno di Dio e quindi contro l’uomo stesso, com’è esemplificato dall’ideologia Lgbt, che usurpa proprio il mese di giugno per celebrare un “orgoglio” che si oppone frontalmente all’umiltà del Cuore divino, nega la Sapienza creatrice e oggi, ahinoi, si va diffondendo all’interno della stessa Chiesa.

Serve dunque tanto più offrire riparazione al Sacro Cuore, sia per convertire noi stessi a Gesù sia per avvicinare a Lui coloro che oggi, per non averlo conosciuto abbastanza, lo rifiutano.

Dalle rivelazioni a santa Margherita emerge lo strettissimo legame che c’è tra il Sacro Cuore e il dono dell’Eucaristia. La visitandina francese si trovava raccolta davanti al Santissimo Sacramento quando, in un giorno dell’ottava del Corpus Domini, nel 1675, Gesù le apparve presentandole il Suo Cuore, in quella che è nota come la terza apparizione del grande ciclo di Paray-le-Monial: «Ecco - le disse Gesù - questo Cuore che ha tanto amato gli uomini, che non si è mai risparmiato, fino a spossarsi e a consumarsi al fine di testimoniar loro il suo amore. Per riconoscenza ricevo dalla maggior parte degli uomini solo ingratitudini, irriverenze e sacrilegi, insieme alla freddezza e al disprezzo che mi usano in questo Sacramento d’amore [l’Eucaristia]. Ma ciò che mi è ancora più doloroso è che, a trattarmi così, siano cuori che mi sono consacrati».

Nella stessa circostanza, il Signore chiese per la prima volta a santa Margherita che si adoperasse perché la Chiesa istituisse una festa particolare per onorare il Sacro Cuore «il primo venerdì dopo l’ottava del Santo Sacramento […]. In quel giorno ti comunicherai e gli tributerai un’ammenda d’onore, per riparare le indegnità che ha ricevuto durante il periodo in cui è stato esposto sugli altari. Ti prometto pure che il mio Cuore si dilaterà e spargerà in abbondanza gli influssi del suo divino amore su quelli che gli tributeranno quest’onore e faranno sì che gli venga tributato».

Eucaristia e Sacro Cuore, dunque, uniti in modo particolare il venerdì, giorno della crocifissione e morte di Gesù. Questo legame è manifesto anche in un’altra grande rivelazione che il Signore fece a santa Margherita, quella relativa alla Comunione nei primi venerdì del mese. Se il culto al Sacro Cuore ha dovuto superare le opposizioni dei giansenisti e di frange di cattolici in perenne conflitto con le varie forme di devozione e con l’autorità della Santa Sede, che attraverso vari pontefici ha motivato e propagato il suddetto culto, ciò vale ancora di più per la rivelazione all’apice tra quelle ricevute da suor Margherita: la Grande Promessa.

Si tratta della dodicesima delle promesse che Gesù fece alla santa francese, in relazione appunto alla pratica dei primi venerdì, che se fatta senza malizia (cioè senza l’idea di poter mettersi poi tranquillamente a peccare) e in stato di grazia (premettendo la Confessione se si è in peccato mortale) garantisce al fedele la salvezza eterna. Gli scritti devozionali sono pieni di storie di clamorose conversioni - diverse delle quali in punto di morte - verificatesi in persone che avevano praticato la devozione dei primi venerdì magari nella loro prima giovinezza e poi si erano allontanate dalla Chiesa, fino anche ad odiarla.

Una solenne conferma dell’autenticità della Grande Promessa è contenuta nella bolla di canonizzazione con cui papa Benedetto XV, il 13 maggio 1920, proclamò la santità di Margherita Maria Alacoque. In quella bolla (qui in italiano) sono riportate le parole che Gesù rivolse alla santa: «Ti prometto, nell’eccessiva misericordia del mio Cuore, che a coloro che si accosteranno alla sacra mensa per nove mesi consecutivi, ogni primo venerdì del mese, l’onnipotente amore del mio Cuore concederà il dono della penitenza finale: non moriranno in stato di peccato, né senza ricevere i santi sacramenti; e il mio Cuore in quegli ultimi istanti sarà per loro sicuro asilo».

È un eccesso di misericordia che poteva venire solo da un Dio crocifisso e che aspetta anime che accolgano il Suo invito. Vedere qual è il primo venerdì in calendario è già un buon inizio.