Il presepe senza volti, ennesima trovata blasfema a Bruxelles
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Accese polemiche per l'installazione eretta sulla Grand-Place della capitale belga: Maria, Giuseppe e Gesù rappresentati da bambole a grandezza naturale, senza volto e vestite con tessuti riciclati beige e marroni a simboleggiare l'inclusione.
L'installazione blasfema, intitolata "Tessuti della Natività", eretta accanto all'albero di Natale che quest'anno adorna la Grand-Place di Bruxelles, offende la tradizione cristiana e promuove lo sradicamento identitario, l’anonimato e la disperazione sociale. Questa nuova e “artistica” rappresentazione del presepe, 800 anni dopo quello di San Francesco a Greccio, pur includendo le tradizionali figure di Maria, Giuseppe e Gesù bambino, sostituisce le classiche immagini sacre con bambole a grandezza naturale, vestite con tessuti riciclati ma senza volto, senza sguardo. Le figure non hanno volto, ma solo pezze di stoffa sovrapposte, in un “patchwork” dai toni del beige e del marrone. Secondo l’amministrazione ‘socialista’ cittadina, l'intento è quello di creare «un mix inclusivo di tonalità della pelle». Per certo, figure senza volto, le sante figure senza volto dei protagonisti, priva la rappresentazione della Natività del suo significato spirituale e la trasforma in una dichiarazione politica, pro-meticciato.
A fronte dello sconcerto generale, i funzionari comunali affermano che il vecchio e classico presepe era troppo danneggiato per essere mantenuto e così, con un atto di apparente generosità, il sindaco Philippe Close (PS) ha insistito sul fatto che Bruxelles non ha seguito l'esempio di altre città del Paese nella rimozione dei loro presepi, ma ha preferito confrontarsi con Benoît Lobet, parroco-decano della cattedrale dei Santi Michele e Gudula e con lui decidere per la rappresentazione “inclusiva” e “senza volto” della Natività. Sia stato per codardia o per convinzione, il parroco dunque si è fatto complice di un'operazione blasfema. L’opera così esposta è dell'artista Victoria-Maria Geyer che ha commissionato all'”Atelier By Souveraine di Forest” la realizzazione delle statuine per poi, mercoledì 26 novembre, allestire l’opera sulla Grand-Place.
Secondo i vari protagonisti dell'operazione, dall'amministrazione agli allestitori, si tratta di un «progetto eccezionale», anche se per molti abitanti, visitatori e turisti non ha nulla a che fare con la rappresentazione religiosa della natività di Gesù Cristo, all’interno delle celebrazioni natalizie della città. Ancor più grave che la città si sia impegnata a mantenere questo nuovo presepe per cinque anni, il che significa che la controversa installazione rimarrà al suo posto almeno fino al 2029. «L'obiettivo è che questo presepe duri», ha confermato il responsabile degli eventi della amministrazione di Bruxelles, una decisione che probabilmente alimenterà ulteriori dibattiti. È ben chiaro a tutti, purtroppo non ai monsignori, decani e prevosti in tonaca di Bruxelles, che il tentativo di scambiare la blasfemia con la inclusività non sia per nulla accettabile.
Tra l’altro, è tale la spinta alla inclusività provocata dalla rappresentazione esposta che venerdì 28 novembre, due giorni esatti dopo il suo completamento, la testa del bambolotto di Gesù Bambino è stata rubata, come confermato sabato mattina 29, dal portavoce del sindaco di Bruxelles alla tv RTBF. Secondo le prime ricostruzioni, la statuetta è stata decapitata da un autore sconosciuto, che ha portato via la testa lasciando il corpo al suo posto. «Posso confermare che è stata rubata la palla di stoffa che fungeva da testa del bambino Gesù», ha dichiarato il portavoce Victor Kanyanzira che con nonchalance ha proseguito dicendo che, «stiamo provvedendo alla sua sostituzione». Nulla di grave dunque, una semplice decapitazione simbolica del Bambinello, salutata con una banalità che sfiora l’insulto. Il “presepe”, inaugurato ufficialmente nei giorni scorsi, rimarrà esposto nella Grand-Place fino al 4 gennaio, accanto all'albero di Natale.
Nella capitale belga e centro nevralgico delle istituzioni europee, non è la prima volta che capitano tali atti vandalici da parte di estremisti ed intolleranti. Nel 2014 la testa di Gesù Bambino era stata rimossa da alcuni attivisti di estrema sinistra, durante una protesta politica. Nel 2015 tre persone di 20, 21 e 24 anni avevano vandalizzato il presepe durante la notte, rubando Gesù bambino, danneggiando gli abeti, rimuovendo le tegole e rompendo parte della struttura del tetto. Nel 2017 era scomparsa l'intera statuina di Gesù Bambino, non più ritrovata. Forse per evitare che accadessero ancora tali atti vandalici, Cattedrale e Municipio si sono alleati e hanno promosso la più blasfema delle rappresentazioni, il Dio Bambino senza volto, l’anonimato privo di identità e di speranza di compimento per l’umanità di oggi. Tuttavia, nemmeno questa decisione di annullamento totale dell'identità cristiana e divina ha potuto fermare la furia iconoclasta e blasfema.
Presepe multato, nella Francia di Macron la libertà si paga
Negli spazi comunali non c'è posto per la Sacra Famiglia, nemmeno a Natale. Il sindaco di Beaucaire ne ha fatto le spese, con ben 120mila euro di multa imposta dal Tribunale amministrativo di Nîmes. Nel nome della separazione tra Stato e Chiesa.
Il primo presepe fu quello vivente di San Francesco
Siamo alle soglie del Natale. Tradizionalmente i presepi erano animati. Hanno un ”inventore”, san Francesco d’Assisi, che rievocò la Natività in una grotta di Greccio, subito dopo il suo ritorno dalla Terra Santa. Il primo presepe inanimato fu commissionato da un pontefice francescano, Niccolò IV, ad Arnolfo di Cambio.
- LA RICETTA: BERTOLACCE UMBRE
Il vero presepe, i significati dietro ogni statuina
Dall’acqua quale figura di salvezza al pozzo che simboleggia Gesù, dal castello di Erode segno di superbia ai mestieri benedetti da Dio oppure ingannevoli, fino agli animali. Esce il libro “Il vero presepe”, con illustrazioni di Marina Lonati Colombo e testi di Luisella Scrosati, che descrive le ragioni storiche, spirituali e teologiche di ogni pezzo che adorna la scena della Natività.

