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stupro

Il Pd in corto dalla liberazione alla liberatoria sessuale

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Boldrini & co vogliono un esplicito consenso durante l'intimità. I frutti della liberazione sessuale: come nel gioco dell'oca, la Sinistra ha demolito il matrimonio ed esaltato le convivenze, ora torna al punto di partenza legando il sesso a svilenti forme contrattualistiche. 

Editoriali 26_09_2025

La liberazione sessuale propagandata dalla Sinistra dal ’68 ad oggi ha finalmente terminato la sua corsa entrando nei binari della liberatoria sessuale. Rossetto, tacchi a spillo e stilografica: un consenso esplicito e revocabile in qualunque momento da parte della donna rappresenta l’uovo di Colombo che il Pd propone per normare la legislazione italiana sullo stupro. Non bastava l’articolo 609 bis del Codice penale, serve qualcosa di ulteriormente tracciabile per la donna che incappa per i più svariati motivi nelle grinfie del maschio tossico di turno.

E così che dopo la sentenza di primo grado che condanna Ciro Grillo e i suoi amici per violenza sessuale su una diciannovenne, la senatrice Pd Valeria Valente ha ritirato fuori dal cassetto la comica proposta di legge depositata dalla compagna di partito Laura Boldrini che propone di normare il concetto di consenso della donna in maniera stringente e chiara. Era il 7 febbraio 2024 e nessuno se n’era ancora accorto, anche se sul sito del Pd il testo era stato reso noto e così successivamente la sua calendarizzazione alla Camera dei deputati.

La Boldrini valutava che per consenso «si intende quello espresso quale libera manifestazione della volontà della persona e che rimanga tale e immutato durante l'intero svolgersi dell'atto sessuale» e che inoltre «deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto e può essere revocato dalla persona in qualsiasi momento e con ogni forma».

Ora, nelle sue parole non si fa menzione al consenso scritto, ma è evidente che, trattandosi di «ogni forma», per evitare che rimanga la sua parola al vento contro quella dell’orco in fieri, come dovrebbe mai esprimersi questo consenso? Dovrà essere di una forma tracciabile e tracciata in un qualche modo. Non restano che la registrazione o la dichiarazione scritta. Una dichiarazione anticipata di … trattamento, per non dire altro, visto che sui social stanno già impazzando i fac simile del futuro contratto di cessione delle grazie della signorina al primo appuntamento.

Va da sé che le caratteristiche di un consenso esplicito e libero palesemente comunicato delineino il quadro di un contratto, unica forma di accordo possibile dentro la quale la donna possa sentirsi tutelata né smentita.

Per la verità la cosa non è nuova. La Spagna della pasionaria Irene Montero si era già dotata di una legge simile nel 2022 chiamata “Ley solo sì es sì” nella quale il consenso veniva definito come una «espressione esplicita della volontà di una persona», chiarendo che «il silenzio o la passività non equivalgono al consenso». Insomma, don Giovanni e latin lover, siete avvisati: dalla cucina alla camera da letto non basterà lo sguardo languido e nemmeno che lei sia cotta come una pera di fronte al vostro fascino mediterraneo: dovrà avvenire un esplicito preaccordo sulle tipologie del futuro atto sessuale. Scritto, meglio, perché verba volant.

E chissà che la cosa non venga estesa anche ai mariti un domani, anzi, a leggere il testo della Boldrini il coniuge non è affatto escluso. Quindi d’ora in avanti alla moglie non basterà più dire «ho mal di testa», cosa che tra l’altro è recepita dalla gran parte dei mariti con stoica rassegnazione, ma «non ti do il consenso in quanto non aderisco come controparte all’accordo di copula testé proposto».

L’idea ha ricevuto molte obiezioni, com’era prevedibile, e diversi sfottò che stanno inondando di caustici meme i social.

Resta il fatto che per Boldrini & co i due amanti non devono essere altro che controparti di un accordo, ultima – e speriamo definitiva – deriva di una sinistra che ha continuato a svilire il sesso sganciando bombe atomiche ed è finita come nel gioco dell’oca per tornare al punto di partenza di un contratto, possibilmente scritto.

È la deriva in forma di corto circuito di chi ha propagandato a piene mani la liberazione sessuale senza accorgersi che liberando tutti gli impulsi sono stati sdoganati anche quelli più bassi e truci come appunto è quello che anima lo stupro. Da qui la necessità di arginare con qualche paletto ciò che non si riesce più a controllare.

Solo che normare questa questione con qualcosa di esplicito rischia di ricacciarli in quel contratto tanto odiato dai liberatori. Prima fu il divorzio, che stracciava il matrimonio, quel contratto siglato da tempo immemore anche a tutela della parte più debole, cioè la donna, come insegna il diritto romano. Poi fu la volta dell’esaltazione delle convivenze come massima espressione dell’amore libero: «A che ci serve un contratto? Basta il nostro amore che è eterno». Finché dura. Infatti, l’Unione civile normata da contratto non è mai davvero decollata in Italia, salvo per quelle speciali categorie della galassia Lgbt.

In mezzo tutto un fiorire di amore libero, libertà sessuale, di “il corpo è mio e lo gestisco io”, di esaltazione del tradimento e svilimento della fedeltà perché la liberazione della donna doveva essere totale, piena, assoluta. Bisognava sganciare il sesso dal vincolo matrimoniale, dalla procreazione, dalla monogamia, da tutte quelle sovrastrutture - per dirla con Marx - che opprimevano la donna. Basta legami di qualsiasi natura, figuriamoci scritta. Fino a quando anche la Sinistra non si è accorta che troppa libertà porta all’anarchia e all’abuso.

Così ha deciso di tornare come nel gioco dell’oca al contratto di partenza tanto bistrattato per vincolare quel poco che rimane ancora del sesso ormai liberato da cotanto spargimento di opportunità, promiscuità e battiti d'ali spensierate. Svilendolo ancora una volta. Perché il suo originale di partenza, però, si chiamava, e si chiama ancora oggi matrimonio, e prevede, a differenza del freddo codicillo boldriniano, il mutuo sostegno dei due contraenti in tutte le vicende della vita. Lasciando al loro amore e alla loro comprensione del concetto di dignità umana, di sbrigarsela da soli in camera da letto.