Il Papa, le carmelitane del Libano e il piccolo Re di Praga
Leone XIV la sera stessa del suo arrivo nel Paese dei cedri si è recato al monastero della Theotokos, fondato nel 1962 con una peculiare vocazione. E ha ricevuto un dono tipico della spiritualità carmelitana.
È passata un po' inosservata, ma è tutt'altro che irrilevante la visita di Leone XIV al monastero della Theotokos e dell'Unità di Harissa, avvenuta la sera stessa del suo arrivo in Libano, domenica 30 novembre, dopo l'incontro con le autorità.
Una comunità dalla storia e dalla vocazione peculiare: l'idea di un monastero carmelitano di rito bizantino nacque negli anni Cinquanta in seguito all'incontro – in occasione del Congresso Eucaristico Internazionale di Barcellona del 1952 – fra una delegazione greco-melchita (fra cui il vescovo vescovo Joseph Maalouf di Baalbek e il superiore generale dei Paolisti padre Paul Achkar) e la famiglia spagnola che li ospitò e che aveva una figlia carmelitana. Il progetto si concretizzò nel 1962, quando fu inaugurato il Carmelo della Theotokos e dell'Unità, con l'obiettivo di pregare per l'unità della Chiesa. La comunità originaria, composta da religiose spagnole e libanesi, si espanse negli anni al punto da dar vita nel 2005 a una seconda fondazione a Kfarmasshoun.
Leone XIV è il terzo Papa accolto in visita dalle "carmelitane bizantine" di Harissa, dopo san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Nell'incontro durato circa mezzora il Pontefice ha salutato ciascuna delle religiose e ha ricevuto in dono – come riferisce la Sala Stampa vaticana – «una piccola statua riproducente il Bambino Gesù venerato nella chiesa carmelitana di Santa Maria della Vittoria a Praga». Un dono "tipico" della spiritualità carmelitana che nei secoli attraverso questa immagine ha diffuso in modo speciale l'amore per l'Infanzia di Cristo. Una devozione cara anche allo scrittore Antoine de Saint-Exupéry che per Il piccolo principe pare si sia ispirato proprio al "piccolo Re" di Praga.


