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Borgo Pio
a cura di Stefano Chiappalone
ORE 18

Il mondo in adorazione col Papa

Alle 18 l'adorazione del Santissimo del Pontefice in una piazza San Pietro deserta. A seguire la benedizione Urbi et orbi e la concessione dell'indulgenza plenaria. Il mondo in preghiera.

Borgo Pio 27_03_2020

Questa sera gli occhi di milioni di persone saranno rivolti ad una piazza deserta. Alle 18, come annunciato in occasione dell'Angelus di domenica scorsa, Francesco presiederà un momento di preghiera e di adorazione sul sagrato della Basilica di San Pietro. Un evento straordinario durante il quale il Santo Padre invocherà la misericordia divina per mettere fine alla pandemia. Tramite televisioni, radio ed internet milioni di cattolici da ogni parte del mondo si uniranno spiritualmente alla preghiera. Il pontefice da solo, di fronte al Santissimo Sacramento, al cospetto di una piazza che da sempre siamo abituati a vedere stracolma di fedeli, sia nei momenti di gioia che in quelli di sofferenza: un'immagine dirompente, che fa capire meglio di qualunque altra quanto sia imponente la responsabilità che grava sulle spalle dell'uomo che il Signore ha voluto elevare a supremo Pastore della Chiesa.

Si inizierà con l'ascolto della Parola di Dio a cui seguirà una meditazione di Bergoglio. Per l'occasione, sono stati fatti arrivare nella Basilica vaticana il Crocifisso ligneo portato in processione contro la peste del 1522 e l'immagine Salus populi Romani, già venerate dal papa domenica 15 marzo durante il breve pellegrinaggio romano da Santa Maria Maggiore a San Marcello al Corso. Le due icone della devozione capitolina saranno collocate all'ingresso principale e davanti ad esse Francesco, dopo la meditazione, si soffermerà in raccoglimento.

Poi Francesco presiederà l'adorazione eucaristica ed eleverà, in unione spirituale con tutti i fedeli che lo seguiranno dalle loro abitazioni, dagli ospedali e dai posti di lavoro, dalle carceri e dalle caserme, dai conventi e dai seminari, la supplica al Signore per la liberazione dalla pandemia. Oltre al trasferimento delle due icone in Vaticano, ieri è stata anche la giornata dell'aiuto materiale: Francesco, infatti, ha fatto acquistare trenta respiratori che saranno affidati all'Elemosineria apostolica, incaricata di individuare gli ospedali delle zone più martoriate dalla diffusione del coronavirus a cui destinare la donazione papale.

Il momento di preghiera di questa sera si concluderà con la Benedizione “urbi et orbi, annunciata dall'Arciprete della Basilica, il cardinale Angelo Comastri, e a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l'indulgenza plenaria. Un rito che viene generalmente impartito dal pontefice affacciato dalla loggia esterna della Basilica in occasione della sua elezione, del Natale e della Pasqua. Questa circostanza evidenzia ancora di più il valore da attribuire alla cerimonia di questa sera ed il suo carattere di straordinarietà.

Mai come in questo momento migliaia di credenti che hanno perso i propri cari improvvisamente, senza un ultimo saluto e senza funerale; quelli che soffrono per le conseguenze di una malattia sconosciuta e letale e quelli che sono terrorizzati dall'idea di contrarla; milioni di fedeli spaventati e smarriti che non possono nemmeno trovare il conforto della celebrazione eucaristica per la sospensione delle cerimonie religiose disposta da molti governi, sentono il bisogno della presenza e del servizio della Chiesa. E mai come ora, dunque, si avverte l'immane peso che cade sulle fragili spalle umane di chi è stato chiamato per volontà divina a guidarla. Per questo, nel tempo di durissima prova che stiamo vivendo, occorre pregare con e per il papa.