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CORONAVIRUS

II Rovescio del Diritto

In questi mesi, allo scopo di isolare il coronavirus, le persone sono state isolate in modo disumano: azzerato ogni diritto alla dignità del malato, attaccata la libertà della persona. Il malato non è solo un corpo, ma anche la psiche, lo spirito, il bisogno di affetto. Le Istituzioni ci hanno affamato, moralmente e psicologicamente, privandoci di una componente fondamentale per combattere lo stesso virus.

Editoriali 02_06_2020

Ogni società, porta dentro di sé forti contraddizioni che sono spesso all’origine di comportamenti devianti degli stessi cittadini. E le persone che "non vogliono" conformarsi ai modelli di vita proposti dalla società, vengono indicate come persone che hanno "problemi da risolvere": se dissenti e non ti adegui, rischi di essere fortemente emarginato.
Non solo ma, attraverso leggi e leggine, la società tende a sbarazzarsi di queste persone non allineate al "politicamente  corretto",  percependole  come  impedimento al  raggiungimento  degli obiettivi prefissati.

Come Suora che guida una comunità di recupero, posso vedere come questo indirizzo della società sia frutto di una cultura materialistica che si è molto rafforzata in questi anni: la persona non è considerata per le potenzialità di vita e di valori che porta in sé, ma solo in quanto è funzionale al Sistema. E parliamo di un Sistema fondato, non più su valori ideali codificati in una Costituzione, ma semplicemente sul perseguimento di interessi e fini di convenienza.
La conferma della cultura materialistica e della svalutazione della persona mi è data ogni giorno dalla realtà di condivisione con i giovani ospiti della mia Comunità.

Anche il significato dei diritti è cambiato: non hanno più come obiettivo la tutela, in tutti i sensi, della società e dei suoi membri, (abbiamo molti minorenni all'interno della nostra Comunità, violati nella lora dignità umana, eppure pare tutto cosi norrnale...), ma sono tesi a favorire i cosiddetti diritti civili individuali, a volte in contrasto con il bene comune e il buon senso, e che spesso ledono altri diritti individuali, non in linea con la cultura dominante.

Proprio sulla questione dei diritti mi vorrei soffermare, perché di pari passo con l’esasperazione dei diritti individuali, abbiamo assistito in questi mesi alla negazione e soppressione di un diritto che avrebbe dovuto essere, per la società, inalienabile: il diritto ad una morte dignitosa. Le Istituzioni hanno violato in modo sistematico i più elementari diritti umani: determinati interventi messi in atto in questi mesi, saranno stati certo funzionali al sistema, ma non alla dignità e al rispetto delle persone.

Abbiamo assistito al Rovescio del Diritto. Ovvero, al capovolgimento di ciò che ogni persona avrebbe avuto diritto di ricevere dallo Stato: cura, attenzione, tutela, soprattutto nel momento estremo della debolezza causata dalla malattia.

Ma avete vista "come" le persone sono morte in questi mesi? Abbiamo assistito, alla sostituzione del soggetto: non più l'uomo, la persona, al centro dell'interesse del Governo, ma il Coronavirus.
Paradossalmente il Coronavirus è diventato primario rispetto alla persona stessa. Si è puntato ad isolarlo – e non ad attaccarlo visto che quasi nessuno sapeva come fare - ma isolando la persona. Da qui, l'azzeramento totale di ogni diritto alla dignità del malato, l'attacco ad ogni libertà della persona... compresa quella religiosa (e qui stendiamo un velo pietoso…)

Quante persone, e non tutte anziane, trovate morte in casa? Quanti omicidi, quanti suicidi? Eppure, tutte dovevano, in una litania continua e malsana, stare chiusi in casa. In un continuo bombardamento mediatico sia politico che sanitario!
Avevi  sintomi? Ti  ammalavi? Dovevi  stare chiuso in casa e  telefonare solo di fronte all'aggravamento dei sintomi (sic!).
Avevi i familiari lontani? Niente da fare, tu dovevi stare chiuso, blindato in casa!
I tuoi genitori anziani erano ammalati? Avevano bisogno di aiuto? Doveva bastare solo il telefono, ma tu dovevi restare chiuso in casa.
Avevi un familiare in terapia intensiva all'ospedale? Tranquillo: tu dovevi stare chiuso in casa.

Magari chissà, la visita di un parente avrebbe potuto aiutare il malato! Vedere i volti amati da una vita, forse quella carezza, quel sussurro familiare, avrebbe trasmesso forza e serenità, forse anche una reazione biologica positive, forse sarebbe stata (almeno per qualcuno) una forte spinta alla guarigione. Perché non autorizzare un saluto, in terapia intensiva, almeno di un familiare?

Sotto lo stress del Coronavirus non c'e solo il corpo del malato, ma la psiche, lo spirito, gli affetti esistenziali di una vita, affetti e legami fondamentali per l'esistenza e necessari allo stesso vivere.
Perché  le  Istituzioni  ci  hanno  affamato,  moralmente  e  psicologicamente,  privandoci  di  una componente fondamentale per combattere lo stesso virus?
Perché ci siamo trovati, nella stragrande maggioranza dei casi, in una totale — per Legge — privazione di umanità?

E qui, Sant’Agostino ci ricorda che "la vecchiaia deve essere un porto... non il naufragio di una vita nobile". A quanti naufragi abbiamo assistito in questi mesi...?
Non si poteva affrontare tutto in modo piu umano e rispettoso?
La morte è meno buia per tutti, quando una mano stringe la tua... e magari, quando una Benedizione si appoggia, come un'ala leggera, sulla tua fronte. Ah certo, c'è il "Protocollo da osservare"; lascia perdere il buon senso, c'è il "protocollo..." e, insieme ad un fiume di tuttologia di scarto, ci mancava proprio un po' di burocrazia!

Parafrasando Vittorio Alfieri: Burocrazia, Burocrazia, fortissimamente burocrazia! Cioè: il nulla, sempre nulla,  fortissimamente nulla.

Grazie a Dio, noi speriamo nella Provvidenza.

* Suora, Comunità Shalom, Palazzolo sull'Oglio