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clericalismo verde

I fioretti green del vescovo di Rimini

Mons. Anselmi elenca 12 "buone azioni", dal ridurre gli sprechi d'acqua al riutilizzo dei vecchi oggetti. Tutte cose che già facevano i nostri nonni, quando bastava il buon senso, senza inseguire le eco-mode.

Borgo Pio 01_09_2023

In occasione della Giornata Mondiale per la Cura del Creato, una sorta di "tempo ecologico" più che liturgico, dal 1° settembre al 4 ottobre, l'allarme green sembra fatto proprio anche da alcuni pastori, cui spetterebbe indicare i principi (il Principio) piuttosto che stilare elenchi di best practices.

Un esempio eloquente viene da Rimini, dove il vescovo Nicolò Anselmi, visibilmente preoccupato per la questione ambientale, in una lettera in cui di Dio o Cristo non viene fatta menzione neanche per sbaglio (in compenso il breve testo cita il presidente Mattarella in apertura) suggerisce una serie di «piccole azioni concrete» che potrebbero «divenire «autentici atti d’amore, gesti che sommati tutti assieme – nell’ottica dell’Ecologia integrale indicata proprio nella Laudato si’ – potrebbero aiutare o addirittura salvare vite umane».

Eccole di seguito:

«–       spegnere le luci di casa
–       minimizzare il consumo di acqua, chiudendo i rubinetti quando non serve l’acqua; mentre ci stiamo insaponando sotto la doccia o lavando i denti non è necessario che l’acqua scorra.
–       recuperare l’acqua dei piatti e del lavaggio per abbeverare le piante
–       non utilizzare piatti e bicchieri di plastica
–       cucinare solo quello che si riesce a mangiare e non lasciare cibo nel piatto
–       utilizzare macchine e moto meno possibile, e bici elettriche solo quando è indispensabile
–       usare mezzi di trasporto comune
–       differenziare i rifiuti
–       recuperare oggetti rotti o fuori uso
–       minimizzare, per quanto possibile l’uso degli elettrodomestici, dei condizionatori, dei ventilatori, di qualche comfort elettrico.
–       evitare l’uso di carta utilizzando le applicazioni digitali
–       riutilizzare la carta scritta su una sola facciata».

Quasi tutte azioni che già facevano i nostri nonni in tempi più difficili (salvo le applicazioni digitali, che non esistevano), quando la riduzione degli sprechi era dettata dal buon senso e/o dalla povertà, non da quel "clima" mediatico per cui non possiamo non dirci green. Queste azioni, dice il presule «potrebbero far sorridere ed essere di conseguenza snobbate». No, Eccellenza, a far sorridere (e a venire snobbata, visto il calo dei fedeli) è piuttosto una gerarchia che pensa di riempire le chiese vuote occupandosi di ciò che spetterebbe ai laici. O vogliamo fare dell'eco-clericalismo?