I cristiani indiani sempre più numerosi e sempre più perseguitati
Aumentano esponenzialmente i crimini d’odio contro i cristiani, ma anche gli indiani che decidono di convertirsi al cristianesimo
In India il crescente numero di episodi di violenza contro i cristiani, spesso istigati dai nazionalisti indù forti del sostegno del Bjp, il partito al governo, ha indotto diverse organizzazioni non governative cristiane a organizzare per il 29 novembre un incontro nazionale per discutere del problema e chiedere ancora una volta al governo di prendere provvedimenti. Stando ai dati raccolti nel corso degli anni, dal 2014 a oggi i crimini d’odio contro i cristiani sono aumentati del 500%. Ma i dati riguardano solo i crimini registrati, di cui si ha documentazione perché sono stati denunciati, e si ritiene che i casi siano molti di più perché tante vittime rinunciano a sporgere denuncia, scoraggiate dalla riluttanza a intervenire spesso mostrata dalle forze dell’ordine alle quali si rivolgono. Tuttavia sempre nuovi indiani si convertono al cristianesimo e questo crea allarme tra gli induisti. Nel Punjab, uno dei pochi stati della federazione a non essere governato dal Bjp, associazioni e movimenti nazionalisti indù hanno quindi deciso di intensificare la propaganda e le campagne contro i cristiani. Secondo il Punjab Bachao Andolan (PBA), un movimento di recente formazione, i cristiani attualmente costituiscono addirittura il 15% della popolazione mentre nel 2011, in base ai dati del censimento svolto quell’anno, erano solo 1,26%. Il PBA ha pertanto annunciato di voler intraprendere delle azioni legali contro quelle che ritiene essere delle conversioni illegali, estorte da missionari cristiani millantando cure miracolose e con false promesse. Il PBA sostiene che siano coinvolti circa 65.000 Pastori. Il leader del movimento, Tejasvi Minhas, il 12 novembre ha informato i mass media che intende presentare quanto prima un rapporto al governo del Punjab anticipando che tra l’altro chiederà alle autorità di indagare sui fondi esteri delle organizzazioni religiose cristiane, sulla destinazione di terreni agricoli alla costruzione di centri di culto cristiani temporanei e sul “disturbo della pace e dei sentimenti religiosi altrui” dei cristiani che si fanno rumorosamente “pubblicità anche mediante l’uso di altoparlanti”. Il PBA chiede inoltre una legge anti conversione come quelle già adottate da 12 stati.

