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JIHAD

Francia, prete sgozzato in chiesa durante la messa da due jihadisti.

Due terroristi islamici hanno preso in ostaggio stamattina quattro persone nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, vicino a Rouen, durante la messa: il parroco, una suora e tre fedeli. Il prete è stato sgozzato dagli attentatori. 

LA PERSECUZIONE. QUI ED ORA di A. Zambrano

Esteri 26_07_2016
La chiesa dove è avvenuto l'assalto dei due jihadisti

Nella chiesa gotica di Saint Etienne de Rouvray, nei pressi di Rouen (Francia settentrionale) si stava celebrando la Santa Messa, stamattina. I fedeli erano pochi. Celebrava l’anziano padre Jacques Hamel, di 86 anni, ordinato prete nel 1958. Due uomini armati hanno fatto irruzione nella chiesa, prendendo in ostaggio prete e fedeli. Quando la notizia si è diffusa in tutto il mondo e la polizia è intervenuta, era già troppo tardi. Padre Jacques Hamel è stato sgozzato da uno dei due assalitori. Anche tre fedeli sono stati pugnalati, uno di essi, ferito alla gola in un tentativo di sgozzamento, è ricoverato in gravi condizioni. Uno dei due jihadisti ha filmato l'esecuzione del sacerdote. I reparti speciali francesi hanno infine ucciso i due aggressori.

Nelle primissime notizie si parlava di due “squilibrati”, quando ancora non si conosceva la loro identità. Ora è invece chiaro che fossero radicali islamici che hanno agito in nome e per conto dell’Isis. Hanno compiuto il loro barbaro attacco al nome di “Daesh! Daesh!” acronimo arabo dell’Isis, usato come un insulto nel Medio Oriente (tanto è vero che è una parola vietata all’interno del Califfato), ma usato genericamente da chiunque, arabo o francese, islamico o non musulmano che sia, viva in Occidente. L’Isis ha puntualmente rivendicato l’attentato compiuto da “Due soldati dello Stato Islamico”, come riporta l’agenzia Amaq del Califfato. Della matrice dell’attentato ha preso subito coscienza lo Stato francese. Il presidente François Hollande ha dichiarato subito che “c’è l’Isis dietro questo assassinio codardo” e la Francia “combatterà l’Isis con ogni mezzo” a sua disposizione.

Secondo fonti ben informate, i due terroristi erano cittadini francesi nati a Rouen. Uno dei due, identificato dal procuratore come Adel Kermiche, 19 anni, era uscito dal carcere lo scorso 22 marzo, aveva ancora addosso il braccialetto elettronico perché in libertà vigilata. Poteva uscire di casa a orari limitati, dalle 8,30 alle 12,30. Ha dunque compiuto il suo attentato nel suo periodo di libera uscita. Era già stato segnalato dalle autorità come “persona con velleità jihadiste”, cioè uno di quelli che vorrebbero diventare terroristi ma non sono ritenuti capaci di farlo. I servizi francesi non lo consideravano come una minaccia alla sicurezza nazionale. Aveva in effetti provato ad arruolarsi nelle fila del Califfato, ma era stato espulso dalla Turchia nel 2015 e rimpatriato in Francia. Dopo questo attentato, i servizi segreti francesi saranno almeno costretti a rivedere i loro parametri.

Nonostante i due uomini non fossero considerati “all’altezza del compito”, infatti, la scelta del bersaglio rivela il modus operandi dell’Isis. E’ un punto di aggregazione di fedeli cristiani e un bersaglio ad alto impatto mediatico, perché in questo modo tutta la cristianità è stata attaccata. La presa di ostaggi non era volta ad ottenere specifiche concessioni, ma solo a prolungare la crisi, attirando sul posto polizia e soprattutto media. Attaccando una chiesa di provincia, vicino a casa loro, invece, i terroristi si sono assicurati un bersaglio “morbido”, sicuramente non presidiato, facile da colpire.  

Padre Jacques Hamel è il primo sacerdote cattolico morto in Europa in odio alla fede per mano degli jihadisti dell’Isis. E questo è, in senso lato, il primo attacco jihadista a una chiesa in Europa. Monsignor Dominique Lebrun, arcivescovo di Rouen, ha lasciato precipitosamente Cracovia, dove si trovava per la Giornata mondiale della gioventù, per tornare in Francia. Ha dichiarato: “Io grido verso Dio con tutti gli uomini di buona volontà. Oso invitare anche i non credenti a unirsi a questo grido! Sarò da questa sera nella mia diocesi vicino alle famiglie e alla comunità parrocchiale scioccata. La Chiesa cattolica non può prendere altre armi diverse dalla preghiera e dalla fraternità tra gli uomini”. “È una nuova notizia terribile, che si aggiunge purtroppo ad una serie di violenze che in questi giorni ci hanno già sconvolto, creando immenso dolore e preoccupazione” si legge nella dichiarazione della Santa Sede sui fatti di Rouen. Padre Federico Lombardi sottolinea che il papa è informato e “partecipa al dolore”: “Il Papa è informato e partecipa al dolore e all’orrore per questa violenza assurda, con la condanna più radicale di ogni forma di odio e la preghiera per le persone colpite. Siamo particolarmente colpiti perché questa violenza orribile è avvenuta in una chiesa, un luogo sacro in cui si annuncia l’amore di Dio, con la barbara uccisione di un sacerdote e il coinvolgimento dei fedeli. Siamo vicini alla Chiesa in Francia, alla Arcidiocesi di Rouen, alla comunità colpita, al popolo francesi”.