Figuraccia di padre Spadaro: intervista fake a Leone XIV
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Né sua né inedita, ma fa bella mostra di sé sull'ultimo libro del prolifico gesuita edito da EDB, all'insegna della continuità tra Francesco e Leone. E "La Stampa" ci casca. La continuità c'è, ma in un pasticcio editoriale che ricorda quello di mons. Dario Viganò.

Potrebbe essere il nuovo gioco dell'estate: prendere vecchi video di personalità famose, trascrivere le loro parole, inserire le domande e presentarle al pubblico come interviste inedite. Più o meno quello che è successo con Da Francesco a Leone, il nuovo libro di padre Antonio Spadaro edito dalle Edizioni Dehoniane di Bologna (EDB).
Il volume segnala pomposamente in copertina: «con una intervista inedita del cardinale Robert F. Prevost». Peccato che quella di Spadaro non fosse un'intervista né tantomeno inedita. Si trattava infatti di una trascrizione di una conversazione pubblica che l'allora prefetto del Dicastero per i Vescovi aveva tenuto il 7 agosto del 2024 nella parrocchia agostiniana di St. Jude Church a New Lenox, nell'Illinois. L'attuale Leone XIV era stato introdotto dall'amico padre Ray Flores e moderato dal signor Frank. È stato quest'ultimo a rivolgere domande a Prevost, non Spadaro (che stando ai social si trovava presumibilmente in Sicilia e non in America) come invece ha scritto, non correttamente, il quotidiano La Stampa che in prima pagina ha addirittura parlato di «intervista al Papa» e poi all'interno di «manifesto di Prevost nell'intervista inedita di un anno fa rilasciata a padre Spadaro».
Un clamoroso errore del giornale piemontese evidentemente tratto in inganno dalla dicitura di «intervista inedita». L'ex direttore de La Civiltà Cattolica non si era spinto a tanto e qualche giorno prima nell'anticipazione ad Avvenire si era limitato a scrivere che «il lettore troverà in appendice (...) la trascrizione di una conversazione spontanea che l'allora cardinale Prevost fece in una parrocchia agostiniana dell'Illinois». Intelligentemente il gesuita non parlava di «intervista inedita», eppure è difficile pensare che non abbia visto la copertina del suo libro prima dell'uscita.
Dopo il clamore per la figuraccia de La Stampa provocato da un flash di Dagospia, sia Spadaro che la casa editrice sono scesi in campo per precisare che non era stato lui l'interlocutore del futuro Papa a New Lenox. La Edb ha fatto una nota per dire che «l'intervista al cardinale Prevost contenuta nel volume corrisponde alla trascrizione di una conversazione spontanea tenuta (...) il 7 agosto 2024 presso la parrocchia agostiniana di St. Jude» e che «solleva Spadaro da ogni responsabilità riguardo eventuali fraintendimenti derivanti da comunicazioni non pienamente chiare tra la stampa e la casa editrice».
La vicenda resta però non senza ombre. Perché le Edizioni Dehoniane parlano di «intervista inedita» addirittura in copertina anziché limitarsi a riportare il contributo per ciò che effettivamente è? Quella pubblicata non è altro che la trascrizione di un discorso trovato su Youtube. Come può definirsi «inedita», peraltro, se era già presente online dall'8 agosto 2024? Dopo l'habemus papam infatti ha ottenuto centinaia di migliaia di visualizzazioni. Lo stesso Spadaro ne aveva pubblicato degli estratti video con delle trascrizioni in italiano sulla sua pagina Instagram il 22 e il 23 maggio nel tentativo – a suo dire – di spiegare la «considerazione sinodale» del neopapa. Dopo l'elezione, quindi.
Prima dell'8 maggio, infatti, non sembra esserci traccia di Prevost nella prolifica produzione editoriale e social dell'attuale sottosegretario del Dicastero per la Cultura e l'Educazione che in questi dodici anni ha però incluso forse centinaia di prelati tra fotografie, citazioni e collaborazioni.
Ma la parrocchia di St. Jude, l'organizzatore dell'evento padre Ray Flores e il signor Frank che ha fatto realmente le domande a Prevost erano informati dell'iniziativa del gesuita e della casa editrice di Bologna? Sanno che sulla copertina di un libro in uscita in Italia quella conversazione da loro promossa è stata presentata come «intervista inedita»? Glielo abbiamo chiesto e vi terremo aggiornati.
La tesi del libro è dimostrare la continuità tra il pontificato di Francesco di cui l'ex direttore de La Civiltà Cattolica è stato uno dei principali cantori e quello di Leone XIV. Una tendenza che non piace al decano dei vaticanisti, Gianfranco Svidercoschi che contattato dalla Nuova Bussola solleva perplessità sull'atteggiamento di chi vuole «appiccicare a Leone delle etichette a lui estranee: mentre il Papa vuole esser tranquillo a fare il suo lavoro anche riprendendo e portando a compimento progetti lanciati superficialmente da Francesco, c'è chi vuole "incastrarlo" in qualche modo in atteggiamenti e situazioni del passato».
Se c'è però una continuità col precedente pontificato che sembra tracciare la promozione di Da Francesco a Leone è quella con il pasticcio della lettera di Ratzinger che nel 2018 costò il posto di prefetto della segreteria per la Comunicazione a Dario Edoardo Viganò.
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