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IL PROGETTO

Fede e arte sacra, pittori alla “sfida” dell’Annunciazione

Prosegue l’iniziativa “Dipingi di nuovo il cattolicesimo”, che nel 2023, seguendo i misteri del Rosario, vedrà gli artisti impegnati innanzitutto a dipingere l’Annunciazione. La Bussola intervista Dariusz Karlowicz, presidente della Fondazione San Nicola e ideatore del progetto.

Cultura 23_12_2022
Incontro su arte sacra a Tyniec_foto Teologia Polityczna

Qualche anno fa l'Istituto di Cultura San Giovanni Paolo II della Pontificia Università Angelicum di Roma e la Fondazione San Nicola, con sede in Polonia, hanno lanciato un progetto chiamato “Dipingi di nuovo il cattolicesimo”. Come sottolineava uno degli organizzatori, monsignor Jacek Grzybowski, vescovo ausiliare di Varsavia-Praga: “Ci auguriamo che sia possibile promuovere l'incontro tra arte e religione, Chiesa e artisti. In tal modo, assicurare la continuità del messaggio evangelico anche attraverso la promozione delle opere d'arte. Opere belle, sagge e profonde, che con la loro visione artistica mostreranno le grandi opere di Dio”.

Come primo tema da affrontare è stata proposta agli artisti l’immagine di Gesù Misericordioso secondo le indicazioni di Gesù stesso riportate da santa Faustina Kowalska nel suo Diario. Ovviamente non si voleva fare delle copie dei quadri già esistenti e ben conosciuti, ma dipingere opere di grande valore artistico utilizzando il linguaggio della pittura contemporanea. Dopo più di un anno di lavoro, il 9 novembre i nuovi quadri di Gesù Misericordioso, secondo l'interpretazione originale di dieci famosi pittori polacchi, sono stati esposti nel chiostro del monastero dei Padri Domenicani a Cracovia. La mostra ha riscosso un grande successo che indica che anche l’arte sacra contemporanea può piacere e attirare la gente. La maggior parte dei quadri è stata già prenotata da varie chiese in Polonia per essere esposti per il culto dei fedeli. Speriamo di poter mostrare i quadri anche a Roma.

Già dall’inizio si pensava che l’iniziativa di dipingere di nuovo l’immagine di Gesù Misericordioso fosse solo la prima tappa delle altre attività previste per il futuro e che, negli anni a seguire, gli organizzatori avrebbero invitato gli artisti ad affrontare altri temi essenziali per la fede cristiana, presenti nell'arte del passato e divenuti patrimonio culturale del mondo. E così quest’anno l'Istituto di Cultura San Giovanni Paolo II e la Fondazione San Nicola hanno invitato gli artisti ad affrontare un nuovo tema fondamentale della fede e iconografia cristiana: l’Annunciazione. La Bussola ha parlato di questo nuovo progetto con il suo ideatore, Dariusz Karlowicz, presidente della Fondazione San Nicola.

Dopo l’immagine di Gesù Misericordioso, questa volta avete proposto agli artisti di dipingere la scena dell’Annunciazione. Perché questa scelta?
Siamo partiti proprio dal centro del messaggio cristiano, dalla misericordia di Dio. E dopo abbiamo deciso di seguire il cammino dei misteri del Rosario. Perciò per il prossimo anno, insieme ad artisti, teologi, biblisti, storici dell'arte e filosofi, vorremmo affrontare il primo mistero gaudioso: l'Annunciazione. È un'enorme sfida spirituale, intellettuale e, ovviamente, pittorica.

Come state preparando i pittori?
Per cominciare, dal 2 al 4 dicembre, nello storico monastero dei benedettini a Tyniec, non lontano da Cracovia, si sono svolti seminari e conferenze di preparazione degli artisti per affrontare questo argomento [in alto, uno degli incontri; foto di Teologia Polityczna, ndr]. Le lezioni sono state tenute da padre Marek Bielat OP (Storia del Rosario), p. Marek Starowieyski (L’Annunciazione alla luce della tradizione veterotestamentaria), p. Paweł Trzopek OP (L’Annunciazione nel Vangelo di San Luca), p. Jarosław Kupczak OP (La prospettiva della teologia sistematica), Anna Kilian (L’Annunciazione nell’arte europea), mons. Jacek Grzybowski (Concetti filosofici degli angeli). Il seminario si è concluso con una conferenza di padre Jacek Hajnos OP sulla teologia della vocazione creativa.

Tutti i quadri di Gesù Misericordioso sono stati destinati al culto e hanno le grandi dimensioni dei quadri di Kazimirowski e Hyla. Sarà così anche stavolta?
Durante gli incontri sono stati discussi i dettagli tecnici dell'ordine di quest'anno. Si è convenuto che questa volta, oltre a un grande dipinto per i luoghi di culto, ogni artista avrebbe preparato anche un dipinto più piccolo che potrebbe servire per il culto domestico.

Chi ha accettato questa nuova “sfida” artistica?
A questa seconda edizione del progetto partecipano, tra gli altri, degli artisti ben conosciuti in Polonia, come: Ignacy Czwartos, Jacek Dłużewski, Wojciech Głogowski, Jacek Hajnos, Krzysztof Klimek, Jarosław Modzelewski, Bogna Podbielska, Beata Stankiewicz, Grzegorz Wnęk, Michał Żądło.

Perché c’è un’evidente crisi dell’arte cristiana?
Proviamo a guardare questo problema attraverso gli occhi degli artisti stessi, ovviamente tralasciando quelli che per principio non vogliono creare opere di carattere religioso. Cosa ci vuole per creare arte sacra? Direi tre cose. In primo luogo, la necessità di una conoscenza che vada ben oltre la formazione di un contemporaneo laureato all'Accademia di Belle Arti. In secondo luogo, un ambiente che sia luogo di formazione spirituale e artistica. In terzo luogo, c’è bisogno del mercato, ovvero dei mecenati, di ordini, mostre, premi, borse di studio. Le opere storiche che ancora ci stupiscono per la loro bellezza e profondità potevano essere state create perché i loro autori non solo sapevano come dipingerle, ma anche perché ricevevano delle commissioni. E le commissioni permisero loro di vivere, mantenere una famiglia, sviluppare e creare nuove opere: in una parola, hanno permesso loro di praticare l'arte, trattata non come un hobby, ma come una professione. Il mecenatismo oggi, come nei secoli passati, è di massima importanza. L'arte ha bisogno di talento e intelligenza, ma ha anche dei mecenati, degli sponsor.

La vostra bella iniziativa per promuovere l’arte sacra è limitata alla Polonia?
Per il momento sì, ma vogliamo essere da stimolo per gli altri Paesi. Se volessero seguire il nostro esempio, potremmo collaborare e dare dei consigli.