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GREEN DEAL

Emerso un nuovo traffico di influenze fra Ue e Ong ecologiste

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Continua la scoperta di sprechi europei, tra cui un vero e proprio traffico di influenze con Ong ecologiste, contro gli interessi delle stesse aziende europee. Soldi a pioggia a organizzazioni "indipendenti" per promuovere il Green Deal.

Esteri 10_06_2025
Ursula von der Leyen alla Conferenza sugli oceani (La Presse)

La Presidente della Commissione europea dovrebbe abbracciare finalmente il principio di trasparenza, non solo per quanto riguarda le sue tetre ombre sulle sospette decisioni prese in combutta con l’amministratore delegato del colosso Pfizer ai tempi del Covid 19, come abbiamo anche recentemente descritto, ma anche sulle centinaia di milioni assegnati alle Ong ambientaliste per sostenere le follie dannose del Green Deal nel corso della scorsa legislatura.

Mentre emergono, ormai quotidianamente malefatte e sprechi inimmaginabili da parte della Commissione europea, l'ultimo riguarda lo stanziamento di quasi 1,3 milioni di euro per un progetto guidato dall'organizzazione austriaca "Euro-Central Asian Lesbian Community" con l'obiettivo di "aumentare la visibilità delle lesbiche in Asia centrale", nell’ambito del progetto intitolato "Rafforzamento del movimento lesbico in Europa e Asia centrale", nuove prove schiaccianti vengono pubblicate sugli illegittimi traffici di influenze (per non dire corruzione) tra la Commissione e le Ong ambientaliste.  

Secondo un'inchiesta pubblicata da “Welt am Sonntag”, la Commissione Europea (Ce) ha finanziato segretamente Ong ambientaliste con milioni di euro di denaro pubblico per promuovere campagne di pressione politica e legale contro le aziende europee. L'obiettivo: imporre l'agenda climatica di Bruxelles attraverso canali giudiziari e mediatici, anche a costo di erodere la sovranità economica e la sicurezza energetica degli Stati membri. Tra i beneficiari figura la Ong “ClientEarth”, che ha ricevuto circa 350mila euro direttamente dalla Commissione Europea per coprire le spese legali delle cause legali contro le centrali elettriche a carbone in Germania. L'obiettivo era quello di trascinare gli operatori in procedimenti legali per aumentare il rischio finanziario e rallentare la manutenzione degli impianti. 

Secondo quanto riferito, la Ong “Friends of the Earth”, con sede ad Amsterdam, è stata incaricata dall'esecutivo dell'Ue di promuovere la resistenza all'accordo di libero scambio tra l'Ue e il Mercosur, al quale i gruppi ambientalisti si oppongono fermamente a causa delle preoccupazioni sul rispetto dell'ambiente nei paesi sudamericani. Altre ancora hanno ricevuto fino a 700mila euro ciascuna per influenzare le votazioni del Parlamento europeo su pesticidi e prodotti chimici, con istruzioni precise sulle azioni da intraprendere.

Proprio in questi mesi la nuova Commissione sta negoziando un aumento di bilancio per continuare a finanziare queste campagne di pressione ideologica con i soldi dei contribuenti. Lo scandalo sulla commistione tra le politiche “Green Deal” di Timmermans, Von der Leyen e le Ong ambientaliste, una collusione che non esita ad attaccare il tessuto produttivo europeo e creare difficoltà energetiche, agricole e industriali negli Stati europei. In risposta a quest ultimi documenti pubblicati dal quotidiano tedesco, un portavoce della Commissione ha dichiarato laconicamente che «non esistono contratti segreti tra la Commissione europea e le Ong e che la Commissione esercita un elevato grado di trasparenza quando si tratta di fornire finanziamenti alle Ong».

Peccato per l’ennesima sfacciataggine di Bruxelles. Infatti non dimentichiamo che a gennaio, il commissario al Bilancio Piotr Serafin aveva ammesso come alcuni finanziamenti del programma ambientale “Life” da 5,4 miliardi di euro dell'Ue sarebbero stati inappropriati. «Devo ammettere che è stato inopportuno che alcuni servizi della Commissione abbiano stipulato accordi che obbligano le Ong a fare pressioni specifiche sui membri del Parlamento europeo», aveva dichiarato in Parlamento. Ad aprile era stata invece la Corte dei conti europea (Cce) a concludere, dopo una lunga indagine, che il finanziamento delle Ong da parte della Commissione era «opaco» ed esponeva l'esecutivo a «rischi di reputazione». Ora il Ppe, gruppo che sinora ha impedito di fatto la creazione della Commissione di inchiesta parlamentare promossa invece da “Sovranisti” e “Conservatori”, ha il dovere di decidere per la trasparenza. Dopo aver incenerito le proprie radici cristiane e la gloriosa tradizione politica del partito di De Gasperi, Schuman e Adenauer,  la leadership attuale cerchi almeno di salvaguardare il principio di trasparenza, sempre che desideri salvare almeno la faccia delle istituzioni europee.