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VERSO GLI ALTARI

È venerabile il militare e cappuccino Gianfranco Maria Chiti

Promulgati i decreti relativi ad alcune cause di beatificazione in corso. Tra loro il generale che divenne francescano. 

Borgo Pio 26_01_2024

Promulgati mercoledì 24 gennaio 2024 alcuni decreti del Dicastero per le Cause dei Santi, nel corso dell'udienza concessa dal Papa al cardinal prefetto Marcello Semeraro.

Spicca il decreto relativo alle virtù eroiche del servo di Dio, ora venerabile Gianfranco Maria Chiti, «sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini; nato il 6 maggio 1921 a Gignese (Italia) e morto a Roma (Italia) il 20 novembre 2004». La vita del generale e poi padre Chiti è stata descritta qui su La Bussola da Fabio Piemonte. Ufficiale del Regio Esercito, arruolatosi poi nella Repubblica Sociale Italiana, dove si prodigò per salvare ebrei e partigiani, anche dopo la guerra rivestì ruoli significativi nell'Esercito,  maturando quindi la vocazione alla vita consacrata.

Nel 1978 si congedò, entrando tra i frati cappuccini e fu ordinato sacerdote nel 1982, all'età di 61 anni, restaurando il convento di Orvieto. Vocazione tardiva ma non improvvisa: Chiti non è un militare (o qualsiasi altra categoria) che a un certo punto si converte e lascia tutto. La sua vocazione di fondo emerge sin dagli anni giovanili, nella campagna di Russia, nell'internamento in un campo angloamericano e poi nell'umiliazione di vedersi declassato per la partecipazione alla RSI, nella successiva carriera, sempre accompagnato da profonda fede e umanità che fanno della prima parte della sua esistenza una sorta di "noviziato militare" per il futuro frate cappuccino.