Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Marco a cura di Ermes Dovico
UCRAINA-RUSSIA

Dalla Nato la nuova Cortina di ferro, la guerra può continuare

Il vertice storico della Nato tenutosi a Madrid il 29 giugno amplia i confini del confronto con la Russia, con l'adesione di Svezia e Finlandia e con l'annunciato maggiore sostegno a Georgia, Moldova e Bosnia-Erzegovina. Pieno sostegno all'Ucraina e nessuno spiraglio al dialogo con la Russia, "la minaccia più significativa e diretta alla sicurezza degli Alleati e alla pace e stabilità nell'area euro-atlantica".
- LA PAURA DELLA RUSSIA GENERA IL MOSTRO TURCO, di Riccardo Cascioli
- NON LASCIAMOCI STRAPPARE L'UMANITÀ DAI POLITICI, di Rosalina Ravasio

Attualità 01_07_2022

Un vertice storico quello che la NATO ha tenuto a Madrid il 29 giugno in cui l’Alleanza Atlantica ha ribadito paradossalmente il suo ruolo “difensivo” pur ampliando i confini del confronto con la Russia e perseguendo una politica che travalica gli obiettivi che si era posta dalla nascita fino alla caduta dell’URSS. Una NATO globale, forse più debole che in passato perché i suoi stati membri sono molto meno disposti a vedere i propri soldati combattere e morire, a differenza dell’epoca in cui si preoccupava di difendere l’Europa Occidentale dalla possibile offensiva Sovietica.

Di certo quella NATO, il cui successo fu facilmente misurabile con il crollo del Patto di Varsavia e poi dell’URSS, non esiste più da tempo e già negli anni ’90 l’Alleanza a guida anglo-americana condusse azioni belliche ben poco “difensive” provocando i primi seri danni all’Europa con gli interventi in Bosnia e Kosovo che hanno mortificato la Serbia e spianato autostrade alla destabilizzazione jihadista nel Vecchio Continente.
Nei primi anni 2000 la voglia di giocare il suo ruolo su orizzonti globali dopo i fatti dell’11 settembre 2001, ha portato l’Alleanza Atlantica a impantanarsi senza successo in Afghanistan mentre nel 2011 diede un ulteriore ampio contributo alla destabilizzazione del Mediterraneo conducendo una guerra aerea e navale contro la Libia di Muammar Gheddafi, che ha lasciato soprattutto all’Italia molti cocci da raccogliere.
Dal 2014, con la crisi in Ucraina la NATO sembra aver ritrovato la sua ragion d’essere più genuina nel contrasto alla Russia anche se non certo nella sua vena “difensiva”.

Tra i punti salienti discussi al vertice di Madrid vi è certamente il rinnovo dell’impegno ferreo per la difesa dell'Ucraina e la ferma condanna dell’aggressione russa che “minaccia gravemente la sicurezza e la stabilità internazionali ed è una palese violazione del diritto internazionale. La terribile crudeltà della Russia ha causato immense sofferenze umane e massicci sfollamenti, colpendo in modo sproporzionato donne e bambini. La Russia ha la piena responsabilità di questa catastrofe umanitaria”.

Per la NATO la Russia ha anche esacerbato intenzionalmente una crisi alimentare e Mosca viene anche accusata di aver esacerbato la crisi energetica. “Continueremo a contrastare le bugie della Russia e a respingere la sua retorica irresponsabile. La Russia deve immediatamente fermare questa guerra e ritirarsi dall'Ucraina”, mentre la Bielorussia “deve porre fine alla sua complicità in questa guerra", si legge nel documento finale in cui peraltro si aggiunge che "accogliamo calorosamente la partecipazione del presidente Zelensky a questo vertice. Siamo in piena solidarietà con il governo e il popolo ucraino nell'eroica difesa del loro paese. Ribadiamo il nostro fermo sostegno all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina all'interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale che si estendono alle sue acque territoriali. Accogliamo con favore gli sforzi di tutti gli alleati impegnati a fornire supporto all'Ucraina. Li assisteremo adeguatamente, riconoscendo la loro situazione specifica".

Inoltre “gli alleati si sono impegnati a schierare ulteriori robuste forze sul posto pronte al combattimento sul nostro Fianco Orientale, da ampliare dai gruppi tattici esistenti a unità delle dimensioni di una brigata dove e quando necessario, sostenute da rinforzi credibili rapidamente disponibili, equipaggiamento preposizionato e comando potenziato e controllo”.

La NATO quindi non apre ad alcun dialogo con Mosca o tra Russia e Ucraina ma respingendo ogni ipotesi di compromesso basato su cessioni territoriali sostiene un prolungamento indefinito del conflitto. Facile comprendere che questo rientri negli interessi anglo-americani di indebolire e logorare la Russia. Inconcepibile però che venga condiviso dagli europei che usciranno devastati da questa guerra, quanto meno sul piano economico.

Giusto per non lasciare spazio a dubbi, la NATO precisa nel documento finale del summit che “la Federazione Russa è la minaccia più significativa e diretta alla sicurezza degli Alleati e alla pace e stabilità nell'area euro-atlantica”. La NATO non si dimentica del terrorismo che ”in tutte le sue forme e manifestazioni, continua a rappresentare una minaccia diretta per la sicurezza delle nostre popolazioni e per la stabilità e la prosperità internazionale”; ma neppure della Cina che pure si trova piuttosto lontana dal Nord Atlantico. "Siamo di fronte a minacce informatiche, spaziali e ibride e altre minacce asimmetriche e all'uso dannoso di tecnologie emergenti e dirompenti. Affrontiamo la concorrenza sistemica di coloro, inclusa la Repubblica Popolare Cinese, che sfidano i nostri interessi, la nostra sicurezza e i nostri valori e cercano di minare l'ordine internazionale basato sulle regole”.

La NATO ha adottato un nuovo Concetto Strategico che stabilisce tre compiti fondamentali: deterrenza e difesa; prevenzione e gestione delle crisi e sicurezza cooperativa. L’accelerazione delle forniture militari all’Ucraina ha l’obiettivo di trasformare le forze armate di Kiev facendole divenire “standard NATO” per addestramento ed equipaggiamento.

“Stiamo anche rafforzando la nostra sicurezza energetica. Garantiremo forniture energetiche affidabili alle nostre forze militari. Accelereremo il nostro adattamento in tutti i domini, aumentando la nostra resilienza alle minacce informatiche e ibride e rafforzando la nostra interoperabilità'. Inoltre la NATO “sta istituendo un Defence Innovation Accelerator lanciando un Fondo multinazionale per l'innovazione per riunire governi, settore privato e mondo accademico per rafforzare il nostro vantaggio tecnologico. Abbiamo approvato una strategia che garantirà la consegna senza interruzioni del sistema di allarme e controllo aviotrasportato di prossima generazione (AWACS) e delle relative capacità".

La NATO a Madrid ha annunciato “nuove misure per rafforzare il sostegno politico e pratico su misura ai partner, tra cui Bosnia-Erzegovina, Georgia e Repubblica di Moldova. Lavoreremo con loro per costruire la loro integrità e resilienza, sviluppare capacità e sostenere la loro indipendenza politica”. Frasi che significano solo incremento delle sfide a Mosca lungo i confini russi.
La NATO conferma inoltre la politica delle porte aperte dando il benvenuto a Svezia e Finlandia: iniziativa che raddoppierà l’estensione del confine, o per meglio dire della nuova Cortina di ferro, con la Russia.
Infine la NATO apprezza gli aumenti nelle spese militari degli stati membri ma li ritiene insufficienti rispetto alle sfide da affrontare. Di fatto un invito agli europei a ingigantire la spesa militare mentre PIL ed economica vanno a fondo.

Non poteva infine mancare un richiamo politicamente corretto al cambiamento climatico definito “una sfida decisiva del nostro tempo con un profondo impatto sulla sicurezza degli Alleati, un moltiplicatore di minaccia”. La NATO ha quindi annunciato di avere “l'obiettivo di ridurre in modo significativo le emissioni di gas serra da parte delle strutture e delle strutture politiche e militari della Nato, pur mantenendo l'efficienza operativa, militare e di costo”. Una notizia che certo in molti troveranno tranquillizzante.