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L'INTERVISTA/ JOLANTA HAJDASZ

Come Tusk occupa i media e mette il bavaglio ai cattolici d'opposizione

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Il governo Tusk, il preferito dell'Europa, sta arrogandosi un potere che travalica le sue competenze. Ha occupato tutti i media con la forza ed ora silenzia tutte le voci dell'opposizione cattolica conservatrice. Intervista a Jolanta Hajdasz, giornalista.

Libertà religiosa 11_12_2025
Jolanta Hajdasz

Da quando è salito al potere il 13 dicembre 2023, il primo ministro polacco Donald Tusk ha immediatamente manifestato la volontà del nuovo governo di mettere sotto controllo i media per fare propaganda governativa e combattere l’opposizione. Ha cominciato subito con l’occupazione forzata della televisione di Stato. E poi, l’uso delle procure per combattere il pluralismo nei media e perseguitare i giornalisti e i media non allineati. Della sempre più drammatica situazione dei giornalisti e dei media indipendenti polacchi parliamo con Jolanta Hajdasz, presidente dell’Associazione dei Giornalisti Polacchi.

Le azioni del governo di Donald Tusk sono iniziate con un'aggressione violenta alla televisione di Stato. Cosa è successo?
L'aggressione ai media pubblici in Polonia è avvenuta appena una settimana dopo l’insediamento del governo, è stata brutale e ha visto la partecipazione degli agenti di sicurezza ingaggiati dal governo. Nessuno nei media pubblici era preparato a un'azione del genere e la polizia è rimasta passiva e non ha risposto alle chiamate dei dipendenti della Televisione Polacca, della Radio Polacca e dell'Agenzia di Stampa Polacca.

E pensare che questo è il governo voluto dalle oligarchie di Bruxelles e di Berlino per ripristinare la legalità!
Questo è un chiaro esempio dell'ipocrisia delle élite europee. Se il governo di un partito di destra come Diritto e Giustizia (PiS) avesse agito come Donald Tusk, sono certa che tutte le istituzioni dell'Unione Europea avrebbero protestato e la Polonia avrebbe pagato milioni di euro di multe per aver violato il principio della libertà di parola e per la scandalosa interferenza dei politici nell'indipendenza dei media. Invece oggi l'Europa rimane in silenzio e sostiene Tusk.

Perché l’UE lo fa?
Perché Tusk sta implementando soluzioni che avvantaggiano i maggiori Paesi dell'UE, nonostante stiano distruggendo il nostro Paese sia economicamente che culturalmente. Ma la Polonia non si arrenderà senza combattere e un giorno questa illegalità finirà.

Che cosa rappresentano per Tusk i media?
Dipende quali media. I media mainstream, i principali media liberali e persino quelli di sinistra sono la sua base mediatica e il suo principale strumento di lotta politica. Può sempre contare su di loro; le sue dichiarazioni vengono sempre citate, il suo punto di vista presentato come l'unico o il più corretto possibile, e coloro che lo criticano su questi media avranno sempre un'immagine negativa: vengono ridicolizzati, emarginati o diffamati, e il loro punto di vista viene presentato in modo distorto o non viene presentato affatto. Invece i media conservatori che presentano onestamente il punto di vista dell'opposizione vengono apertamente attaccati da Tusk: spesso rifiuta di consentire ai loro giornalisti di partecipare alle sue conferenze stampa e non fornisce loro informazioni, e, sulle orme del Primo Ministro, i ministri del suo governo e alcuni parlamentari della coalizione di governo fanno lo stesso. Inoltre, il governo esercita pressioni informali sugli inserzionisti pubblicitari affinché non pubblichino annunci sui media non filogovernativi. Tusk e i suoi sostenitori nei media hanno chiesto anche il boicottaggio delle aziende che hanno osato fare pubblicità, ad esempio, su media come TV Republika e la TV cattolica Trwam. Questi media sono finanziati dai contributi volontari della gente. Fortunatamente ci sono tanti media indipendenti che rompono il monopolio mediatico dei media filogovernativi.

Non tutti si rendono conto che gran parte dei media privati ​​in lingua polacca è in mani tedesche e quindi non rappresenta gli interessi polacchi. Come valuta le attività di questi media?
L'indipendenza giornalistica, il pluralismo e l'etica professionale in questi media sono quantomeno discutibili. In molti casi i contenuti sono oltraggiosi o scandalosi. Ci sono troppi esempi di violazioni di principi dell’onesto giornalismo per considerarli casuali. Gli editori stranieri hanno perseguito le proprie strategie politiche ed economiche nel corso degli anni della loro presenza in Polonia. Tutto indica che gli editori tedeschi, ad esempio, sostengono gli interessi delle aziende tedesche in Polonia e promuovono l'opzione politica che garantisce la promozione di questi interessi. Purtroppo, i giornalisti non hanno avuto mezzi concreti per opporsi a questo fenomeno nelle loro redazioni. Chi si mostra apertamente in disaccordo perde il lavoro con qualsiasi pretesto.

Perché Tusk ha tanta paura del pluralismo dei media?
La risposta è semplice. Maggiore è il monopolio mediatico di Donald Tusk, più a lungo governerà. Bugie e manipolazione sono i suoi strumenti quotidiani nella comunicazione di massa con gli elettori. Questo funziona quando le persone non hanno alternative, quando non c'è modo di correggere la bugia o spiegare cosa sta succedendo.

Vorrei ricordare un fatto recente riguardante l'ex Ministro della Giustizia Zbigniew Ziobro: La televisione filogovernativa TVN ha ricevuto una richiesta dalla procura di revocare la sua immunità, prima che i parlamentari e la persona direttamente coinvolta la ricevessero. Ciò costituisce una divulgazione illecita di informazioni protette dal segreto investigativo. Anche la procura è politicizzata e viene utilizzata per combattere l'opposizione?
Certo. Questi eventi confermano la stretta cooperazione tra i media mainstream come TVN e il governo. Le campagne diffamatorie contro i politici dell'opposizione, che osserviamo su TVN, su siti web ideologicamente orientati come Onet e su organi di stampa come Gazeta Wyborcza, sono anch'esse la prova che tale cooperazione esiste, che questi media manipolano l'opinione pubblica in una sola direzione. Una simile campagna diffamatoria mediatica è uno strumento molto efficace quando i media dispongono di una larga diffusione e di ingenti risorse finanziarie.

Sappiamo anche che si sta tentando di mettere a tacere i giornalisti indipendenti intentando cause legali, ad esempio per presunta diffamazione, con richieste di ingenti risarcimenti. Potrebbe fornire esempi di tali azioni?
Purtroppo, ce ne sono molti, poiché in Polonia si applicano ancora le normative dell'era comunista, in base alle quali i giornalisti sono ritenuti responsabili delle opinioni pubblicate sui media e possono essere puniti durante il processo penale con la reclusione o una multa molto elevata. Questa è una vera tragedia e un problema importante per noi, perché punire un giornalista spesso si traduce in effetto paralizzante (chilling effect): i giornalisti, a causa delle conseguenze legali, sono riluttanti a discutere di argomenti difficili e controversi. Il Centro di monitoraggio della libertà di stampa, da me diretto, difende ogni anno circa 20-30 giornalisti che affrontano problemi legali del tutto ingiustificati legati all’esercizio del loro lavoro. Le cause legali ci chiedono fino a 100.000 złoty (oltre 23.000 euro) di danni per dichiarazioni contenute in un singolo articolo o per una singola apparizione televisiva. È particolarmente sconcertante che la causa contro un giornalista implica l'inserimento nel casellario giudiziale insieme a criminali comuni, ladri e assassini. Ciò significa che non è possibile ottenere un prestito bancario o lavorare nelle istituzioni pubbliche. Negli ultimi anni, queste norme sono state utilizzate con particolare frequenza contro giornalisti e organi di stampa di destra.

Il governo ora vuole rafforzare la 'protezione contro i discorsi d'odio'. Sarà questo un altro strumento per colpire i giornalisti indipendenti?
Questi timori sono assolutamente giustificati. I procedimenti giudiziari e le verifiche che già affliggono i media indipendenti dimostrano che abbiamo ragione di temere. Tra i media colpiti ci sono TV Republika, Radio Maryja, TV Trwam e organizzazioni come l’Associazione dei Giornalisti Polacchi (SDP). I "discorsi d'odio" saranno un'altra scusa per cercare di metterci a tacere.

Ci sono organizzazioni in tutto il mondo che dovrebbero monitorare la libertà di parola e difendere i giornalisti perseguitati. Queste organizzazioni sanno cosa sta succedendo nella Polonia di Tusk e stanno reagendo in qualche modo?
A mio parere, tante organizzazioni che dovrebbe vigilare sulla libertà di stampa sono dominate dall’ideologia del politicamente corretto. Perciò i loro rapporti sulla situazione in Polonia spesso sono molto distorti. Ad esempio, durante il governo di destra in Polonia, dal 2015 al 2023, l'organizzazione Reporter Senza Frontiere abbassava annualmente la posizione della Polonia nell'Indice sulla Libertà di Stampa, anche quando tutti i media legati all'allora opposizione operavano senza problemi. Quando, dopo aver vinto le elezioni nel dicembre 2023, il governo Tusk ha preso il controllo illegalmente e con la forza dei media pubblici, l'organizzazione ha reagito con entusiasmo, migliorando la posizione della Polonia in classifica, prima di dieci e poi di sedici posti. Un significativo balzo di 26 posizioni, nonostante non fossero cambiate le normative: è bastato che il Ministro della Cultura cambiasse la direzione della televisione e della radio pubbliche. Allora è difficile considerare oggettive certe organizzazioni e le loro classifiche.