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EDUCAZIONE ALLA REALTA'

Clima e natura, imparare lo stupore

Viviamo nell'illusione
che la statistica e i dati
a disposizione diano risposte
alle nostre domande,
ma ciò di cui abbiamo bisogno
è guardare alla realtà
cogliendo la straordinaria unicità
di ogni fenomeno.

Cultura 11_02_2012
Montagne

L’articolo “Se avete freddo è solo un'impressione” dell’8 febbraio, partendo da un’intervista pubblicata su “Avvenire”, descriveva in modo stringato una pubblicazione scientifica che come risultato mostra la relazione statistica tra forzanti antropogeniche e riscaldamento globale, cioè che i gas serra prodotti dall’uomo hanno ‘causato' la temperatura media globale.

Lo stesso giorno un comunicato ANSA dal titolo “Global warming causato al 50% dal sole”, informava invece che per alcuni ricercatori tedeschi l’attivita' umana ha peso limitato. Il testo del comunicato è:” “Il riscaldamento climatico dipenderebbe quasi esclusivamente dalle emissioni di CO2 causate dall'uomo? Nient'affatto, scrive Werner Weber, accademico tedesco, sul tabloid Bild. Responsabile per almeno metà dell'innalzamento di 0,8 gradi nella temperatura registrata negli ultimi 150 sarebbe la nostra stella, il sole.  Citando la ricerca di un gruppo di scienziati guidati dall'ex ministro dell'ambiente della città-Stato di Amburgo, Fritz Vahrenholt, Weber spiega che i campi magnetici sprigionati dalle macchie solari provocano variazioni consistenti e durature sulla temperatura terrestre. Come dimostrerebbe l'analisi degli strati della terra, in passato il clima è stato molto differente proprio in corrispondenza di cicli solari magnetici di diversa intensità.

Mille anni fa, in una fase di particolare attività solare, la Groenlandia sarebbe stata tanto calda da poterci coltivare. Più recentemente, dal 1700 l'attività solare è cresciuta fino ad arrivare, nei due cicli che hanno preceduto il 1995, al valore più alto registrato negli ultimi 400 anni. In sostanza, è la tesi dell'autore, seppure la riduzione di CO2 e l'uscita dall'era fossile sono scelte giuste, la fretta e i messaggi d'allarme lanciati dalla comunità scientifica internazionale e dagli esperti dell'Onu sarebbero esagerati. Anche perché, secondo rinomati fisici, l'attività del sole è in calo da 15 anni e diminuirà fino al 2030” (per maggiori informazioni clicca qui).

Aggregando opportunamente i dati, selezionando i periodi storici, scegliendo le variabili d’analizzare, utilizzando un’opportuna statistica sembra essere possibile “dimostrare scientificamente” la colpa o l’innocenza dell’uomo relativamente al riscaldamento globale. Tali risultati sono possibili utilizzando erroneamente la “correlazione statistica” come “prova scientifica”, assumendo un atteggiamento riduzionista che cerca di far credere che un sistema complesso come quello climatico dipenda sempre e solo da un’unica causa, abituandosi a descrivere la meravigliosa unicità e variabilità della natura utilizzando la sola media aritmetica.

La statistica è uno strumento utilissimo se ben utilizzato, ma talvolta nel rappresentare la realtà mostra dei limiti come ben scritto da Trilussa  in una famosa poesia:” Sai ched'è la statistica? È na' cosa/ che serve pe fà un conto in generale/de la gente che nasce, che sta male,/che more, che va in carcere e che spósa./[…] Me spiego: da li conti che se fanno / seconno le statistiche d'adesso/ risurta che te tocca un pollo all'anno:/ e, se nun entra nelle spese tue,/ t'entra ne la statistica lo stesso/ perch'è c'è un antro che ne magna due”.

Seppur viviamo nell’illusione che tutto il mondo di dati che ci circonda possa facilmente trasformarsi in informazioni utili ed in grado di dar risposte a tutte le nostre domande, troppo spesso non sappiamo come interpretarli perché non abbiamo delle nuove teorie. Allora filtriamo, elaboriamo e adattiamo per trovare conferme a ciò che già crediamo.

Non è tanto la media delle impronte digitali che aiuta a dare un’idea ed a meravigliarci del Creato, ma il fatto che ne esistano contemporaneamente sette miliardi differenti: tutte diverse anche in modo sostanziale “dalla media” e che ogni nuova mano sarà differente da quelle che in precedenza l'hanno preceduta e da quelle che gli succederanno nell’opera di scoperta della realtà attraverso il tatto e di lavoro per ordinare il Creato secondo la volontà del Signore. Lo stesso vale per l’unicità delle nuvole, delle foglie, delle persone ed ogni parte della natura di una certa complessità.  Non è tanto la “temperatura media globale” a descrivere l’atmosfera, ma che ogni giorno la distribuzione delle temperature superficiali e la loro evoluzione giornaliera sia unica nella storia.

“Ognuno vede ciò che sa”: il Colosseo non sarebbe altro che un muro vecchio se a scuola non si studiasse la storia antica che lo fa vedere ed apprezzare con altri occhi. La cultura cambia il modo con cui ci si rapporta con quello che circonda, il valore di ciò che ci circonda. Questo è uno dei compiti fondamentali della formazione scolastica, oltre all’imparare cose che successivamente saranno indispensabili nella praticità della vita.

E’ quindi fondamentale abituare i bambini ad osservare le bellezze naturali che li circondano, a saper riconoscere le nubi in modo che per loro diverranno tutte diverse ed aiuteranno a comprendere come il tempo meteorologico si sta evolvendo, a porre  attenzione allo spettacolo unico nella storia che osservano ogni mattina aprendo la finestra ed al continuo modificarsi del vento e della temperatura (nel tempo e nello spazio). E’ questo un modo per crescere imparando a meravigliarsi per lo spettacolo naturale a cui ogni momento si assiste: solo così il rispetto dell’ambiente può diventare un comportamento “naturale”, non imponendo comportamenti con false certezze su catastrofi venture o colpevolizzando l’uomo sempre e per tutto.