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MILLION PERSON MARCH

Canada, la rivolta dei genitori contro l'educazione gender

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Nella città canadesi, genitori in marcia contro l'educazione gender nelle scuole e la possibilità data ai minorenni di cambiare anche il sesso senza informare la famiglia. Un movimento popolare, inter-confessionale, a cui il premier Trudeau risponde con disprezzo.

Famiglia 23_09_2023
Canada, dimostrazione e contro-dimostrazione alla Million Person March

Non erano un milione, ma certamente centinaia di migliaia i genitori che si sono riuniti mercoledì 20 settembre in moltissime città di tutto il Canada, per protestare contro l’indottrinamento alla ideologia abortista e Lgbti voluto dal governo (il)liberale di Trudeau in tutte le scuole del paese. Siamo di fronte ad un movimento di genitori di ogni estrazione e credo, nel quale i musulmani sono protagonisti, che chiede il rispetto della libertà educativa e i diritti umani riconosciuti ai genitori da ogni convenzione e carta dei diritti canadese ed internazionale e che il Governo (il)liberale, ed ormai socialista, di Trudeau sta violando palesemente.

El-Cheikh, un genitore e leader della comunità islamica è stato il promotore della iniziativa a Ottawa, dove erano presenti in più di 10mila persone e nel quale, insieme ai tanti leader religiosi evangelici, genitori ed educatori cristiani, si è assicurato che “Million Person March”, macia del milione di persone, non sarà un evento unico, ma l'inizio di un movimento nazionale coordinato anche attraverso il sito web "Hands off our Kids" (Giù le mani dai nostri bambini) che già riporta molte notizie e resoconti delle iniziative di mercoledì scorso. 

La “Million Person March”, o #1MillionMarch4Children, ha anche provocato una contro-protesta organizzata, in parte, dai sindacati del settore pubblico dell'Ontario, in parte dalle lobby e movimenti Lgbti e transgender, ampiamente sostenuto dal governo federale. Quella di Ottawa, come anticipato, è stata solo una delle decine e decine di manifestazioni che si sono tenute in tutto il Canada il 20 settembre per dimostrare l'opposizione e la rabbia dei genitori perché, nella maggior parte delle province del paese, non solo ai bambini è imposta la dottrina Lgbti e dei diritti riproduttivi, ma i minori di 16 anni possono anche decidere di cambiare il proprio genere sessuale e i propri pronomi, senza il permesso e nemmeno l'avvenuta informazione da parte della scuola ai genitori. Un'imposizione dottrinaria pienamente comunista applicata con metodi autoritari sovietici. I presenti alle diverse manifestazioni nel paese hanno cantato lo slogan "Lasciate in pace i nostri figli", in segno di sfida a tali programmi scolastici voluti dal governo Trudeau. 

Gli oppositori a questo nuovo movimento popolare canadese, profondamente interreligioso e convinto difensore della libertà e dei diritti dei genitori, descrivono i manifestanti con semplicismo e strafottenza, tacciandoli d’essere «gli estremisti di destra» che vogliono danneggiare i giovani Lgbtq+.  Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha condannato le marce, scrivendo sul suo account di Twitter: "La transfobia, l'omofobia e la bifobia non hanno posto in questo Paese. Condanniamo fermamente questo odio e le sue manifestazioni e siamo uniti a sostegno dei canadesi 2Slgbtqi+ in tutto il Paese: voi siete validi e siete apprezzati".

In piena sintonia con Trudeau anche Celeste Trianon, uno dei responsabili della lobby Lgbti canadese, ha ricordato alla emittente nazionale Ctv News che è necessario convincere le persone dissenzienti e «insegnare loro il vocabolario giusto, le parole appropriate, in un momento adatto alla loro età, per spiegare che l'inclusione è una buona cosa. Dobbiamo assicurarci che i loro coetanei trans e queer a scuola si sentano benvenuti", ha detto Trianon. In realtà, mentre a Ottawa la polizia arrestava 5 dimostranti che protestavano a difesa dei bambini e dei diritti dei genitori, a Vancouver le bande di teppisti Lgbti, organizzati e coordinati con varie Federazioni del Lavoro, hanno provocato i pacifici genitori e più volte cercato lo scontro pur di disturbare la manifestazione autorizzata.  

La sfida all’indottrinamento e manipolazione dei bambini e alla privazione dei diritti dei genitori, oltre alla limitazione delle libertà dei cittadini, è stata nei mesi estivi imbracciata anche da diversi governatori e maggioranze parlamentari dei Conservatori in diverse provincie federate canadesi, a partire dall’Ontario, dal New Brunswick e dal Saskatchewan, che ha bandito anche Planned Parenthood dalle scuole e che hanno introdotto in tutta fretta norme a favore della informazione e obbligo del consenso dei genitori previa educazione sessuale, abortista e Lgbti dei figli nelle scuole.

I primi focolari delle proteste erano scoppiati il 15 luglio, quando i genitori musulmani degli alunni delle scuole della città di Mississauga, in Ontario, avevano deciso di protestare pubblicamente contro l'ideologia di genere, imposta dal governo canadese ai loro figli e alunni delle scuole della cittadina. Il 17 luglio poi a Calgary, in Alberta, decine di genitori cristiani e musulmani erano scesi in piazza per «proteggere insieme» i propri figli dall’indottrinamento e dall’abolizione dei diritti dei genitori che di fatto veniva imposta nelle scuole. Il Canada si è trasformato sotto il governo decennale di Justin Trudeau da paese liberale e tollerante a paese tirannico e discriminatorio nei confronti dei cittadini comuni e dei genitori che non si rassegnano a veder i propri figli ingoiati dalle folli dottrine abortiste ed Lgbti.

In tutto ciò, il leader conservatore Pierre Polievre continua a guadagnare terreno nei sondaggi: secondo un nuovo sondaggio Ipsos realizzato in esclusiva per la testata canadese Global News, il 40% dei canadesi ritiene che sia la scelta migliore come primo ministro, Trudeau rimane al 31%. Polievre potrebbe vincere le elezioni politiche il prossimo 2025 e ristabilire uno Stato democratico e liberale nel paese. Due anni sono lunghi e le sue posizioni rimangono ambigue sull’aborto, ma conforta la chiarezza della sua posizione ufficiale sui diritti dei genitori in campo educativo: “I genitori devono avere l’ultima parola…le scuole lascino a loro la decisione finale sull’indottrinamento sessuale, gender e Lgbti”.