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motu proprio

Cambio di paradigma per la Pontificia Accademia di Teologia

Nuovi statuti ma non solo: il Papa auspica «una "coraggiosa rivoluzione culturale"» per «una teologia “in uscita”».

Borgo Pio 02_11_2023

Ad theologiam promovendam è il 48° motu proprio di Papa Francesco, che approva i nuovi statuti della Pontificia Accademia di Teologia.

Sin dall'incipit il documento si pone in antitesi con quanto fatto in passato (vero e proprio leit-motiv di questo pontificato): «Per promuovere la teologia in avvenire non ci si può limitare a riproporre astrattamente formule e schemi del passato». Dopo aver ripercorso la storia della Pontificia Accademia (da Clemente XI a San Giovanni Paolo II) e dei vari aggiornamenti degli Statuti, Francesco afferma che «è giunto il momento di revisionare queste norme, per renderle più adatte alla missione che il nostro tempo impone alla teologia».

Di quale teologia ha bisogno il nostro tempo? «A una Chiesa sinodale, missionaria ed “in uscita” non può che corrispondere una teologia “in uscita”». Il Pontefice chiama la teologia «a una svolta, a un cambio di paradigma, a una "coraggiosa rivoluzione culturale"» che la renda «teologia fondamentalmente contestuale».

Segue l'invito alla «transdisciplinarietà», esortando la teologia ad «avvalersi di categorie nuove elaborate da altri saperi, per penetrare e comunicare le verità della fede e trasmettere l’insegnamento di Gesù nei linguaggi odierni»; «a svilupparsi con un metodo induttivo, che parta dai diversi contesti e dalle concrete situazioni in cui i popoli sono inseriti» e a privilegiare «il sapere del senso comune della gente che è di fatto luogo teologico nel quale abitano tante immagini di Dio, spesso non corrispondenti al volto cristiano di Dio, solo e sempre amore».