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SEGNALI INCORAGGIANTI

Bosnia, musulmano paga la costruzione di una chiesa cattolica

Succede a Vesela Straža, in Bosnia centrale: alcuni anni fa, facendo lavori di scavo sul proprio terreno, un musulmano ha riportato alla luce i resti di una chiesa del XII secolo e alcuni scheletri umani. la chiesa è stata donata all'arcidiocesi di Vrhbosna, ma lo stesso musulmano ha proposto di costruirvi a fianco una nuova chiesa, consacrata lo scorso 2 agosto, che egli ha finanziato.

Libertà religiosa 20_08_2022
La chiesetta di Santa Maria degli Angeli in località Vesela Straža

Dalla Bosnia non giungono solamente cattive notizie di tensioni interetniche, bensì avvengono anche fatti incoraggianti che danno un filo di speranza per un futuro più pacifico tra le varie etnie di questo Paese.
A quest’ultima categoria appartiene sicuramente la consacrazione della chiesetta di Santa Maria degli Angeli in località Vesela Straža, presso Bugojno in Bosnia centrale, avvenuta lo scorso 2 agosto da parte dell’arcivescovo emerito di Vrhbosna (Sarajevo), cardinale Vinko Puljić.

La particolarità di questa chiesa è infatti che la sua costruzione, non ancora conclusa, è stata voluta e finanziata da un musulmano bosgnacco del posto, il sessantanovenne Husein Smajić, nei cui possedimenti alcuni anni fa, nel corso dei lavori di scavo di un lago di accumulazione per una mini-centrale idroelettrica privata, furono trovati i resti di una chiesa medievale e di alcuni scheletri umani.

Come racconta lo stesso Smajić, quando i suoi genitori acquistarono il terreno nel lontano 1953, già si parlava che nei secoli scorsi nella zona fosse esistita una chiesa, della quale, tuttavia, non si conosceva con esattezza l’ubicazione. Gli studi successivi al ritrovamento dei resti della chiesa hanno permesso di appurare che si trattava di una chiesa cattolica medievale in stile gotico, a due navate, in quel tempo la più grande in Bosnia, delle dimensioni di 30 metri di lunghezza per 21,70 di larghezza, distrutta dai turchi durante la loro invasione e plurisecolare occupazione della Bosnia.

Essa risale all’incirca al XII secolo, e viene menzionata in un documento del 1406, nel quale si afferma che nella chiesa si è tenuto il capitolo del Vicariato francescano di Bosnia e che essa è stata visitata da Stjepan Ostoj, re di Bosnia dal 1398 al 1404 e dal 1409 al 1418.

Gli scavi hanno riservato ulteriori sorprese: sono stati infatti ritrovati anche dodici scheletri, dei quali due di bambini. In una di queste tombe vi erano due scheletri, appartenenti rispettivamente a un uomo e una donna, coperti di seta e d’oro, quello maschile anche di velluto regale, nonché una moneta veneziana utilizzata all’inizio del XV secolo. Con quasi assoluta certezza si ritiene che lo scheletro femminile adulto coperto in tessuti preziosi sia quello della regina di Bosnia Jelena Nikolić Kotromanić detta gruba (rude), originaria della Serbia (ma successivamente convertita al cattolicesimo), moglie di Stjepan Dabiša Kotromanić, re di Bosnia dal 1391 al 1395, e successivamente fino al 1398 ella stessa detentrice del potere fino alla sua destituzione da parte della nobiltà locale.

La chiesa della Madonna degli Angeli è stata donata da Husein Smajić all’Arcidiocesi di Vrhbosna e da questa affidata alla parrocchia di Bugojno, gestita dai frati francescani della provincia di Bosnia Argentea, mentre il museo che raccoglierà i reperti provenienti dalla chiesa medievale sarà gestito dallo stesso Smajić vita natural durante, per poi passare egualmente all’amministrazione della parrocchia di Bugojno.

La proposta all’Arcidiocesi di erigere una nuova chiesa nei pressi di quella medievale ritrovata nei suoi possedimenti è stata proprio di Smajić, il quale, pur essendo musulmano, parla della parrocchia di Bugojno come «la mia parrocchia» e ha affermato che «non è peccato costruire edifici di culto, è un peccato distruggerli». Dobbiamo lottare, ha proseguito Smajić, «per il futuro, dobbiamo perdonare, rispettarci l’un l’altro, indipendentemente dalla fede di ciascuno. La nuova chiesa in costruzione è una chiesa di amore, riconciliazione, tolleranza, perdono…». Il principio fondante della vita e della convivenza, afferma l’ispiratore della costruzione di questa chiesa, è «il mio rispetto verso gli uomini, verso Dio e verso la fede… dobbiamo rispettarci invece di farci la guerra. Le guerre non hanno senso! … Dobbiamo rispettarci indipendentemente dalla fede e dall’etnia, non dobbiamo permettere che i nostri figli vivano l’esperienza di altre guerre».

Nel complesso attorno alla nuova chiesa e ai resti di quella medievale Smajić ha fatto porre anche un grande quadro di Gesù Misericordioso, dono del Comune di Kupres, alto 4 metri e largo 2,26 metri, realizzato ad olio su tela, chiuso ermeticamente e protetto da un vetro antiproiettile. Se proprio vogliamo, è proprio questo quadro il segno distintivo e profetico di questa lodevolissima iniziativa.