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IMMIGRAZIONE

Battuto il nuovo record di sbarchi di immigrati illegali

Il governo Conte 2 batte se stesso e nell'ultimo anno lascia che il numero di sbarchi di immigrati illegali addirittura quadruplichi rispetto all'anno precedente. Conte e Lamorgese definiscono "inaccettabili" gli sbarchi, ma chiudono un occhio quando avvengono. A nulla serve il decreto di aprile, i rimpatri ci sono ma vengono effettuati col contagocce. La situazione è fuori controllo

Politica 22_09_2020
Controlli al momento dello sbarco

I flussi di migranti illegali sulle coste italiane appaiono inarrestabili nonostante il silenzio mediatico quasi completo che ha avvolto il tema durante le giornate di voto e nonostante la spola del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, con Tunisi e Algeri.

Con 23mila clandestini sbarcati da inizio anno contro i 6.679 dello stesso periodo dell’anno scorso Conte e Lamorgese (che in agosto definirono “inaccettabili” gli sbarchi annunciando che saremmo stati “duri e inflessibili”) hanno quasi quadruplicato i flussi in soli 12 mesi di governo ma nella “competizione” ora non sono più in gara con Matteo Salvini ma con sé stessi. Fermi a circa 4mila sbarchi all’inizio della crisi del governo giallo-verde, i flussi migratori illegali cominciarono l’anno scorso a registrare forti incrementi fin da agosto per poi esplodere dopo il 5 settembre, quando il leader della Lega lasciò a Lamorgese il Viminale.

Da allora i numeri sono cresciuti rapidamente fino a raggiungere gli 11.471 di fine 2019, con quasi 7.500 sbarchi negli ultimi quattro mesi dell’anno contro i circa 4mila dei primi otto mesi dell’anno. Quest’anno la “performance” del Governo Conte è decisamente più spinta: dopo aver più che raddoppiato il numero dei clandestini sbarcati l’anno scorso si avvia a superare anche i 23.370 giunti in Italia nel 2018. Un risultato davvero “notevole” se si tiene conto che l‘emergenza Covid limita i movimenti e giustificherebbe ogni iniziativa di chiusura dei confini che invece restano spalancati a chiunque paghi criminali per venire in un’Italia in cui lo Stato sembra aver cessato di esercitare le sue prerogative.

Certo la Tunisia ha bloccato negli ultimi giorni 89 persone dirette in Italia ma solo domenica a Lampedusa ne sono arrivate 300 a bordo di ben 26 imbarcazioni e nell'hotspot, svuotato due settimane fa, è di nuovo emergenza con oltre mille clandestini la metà dei quali verranno trasferiti sulla nave-quarantena Rapsody per due settimane di isolamento. Dalla stessa nave sono appena sbarcati a Porto Empedocle 900 clandestini che hanno concluso la quarantena per i quali si cercano sistemazioni nella provincia di Agrigento e che sono destinati a restare a carico dei contribuenti italiani. La maggior parte di loro non ha alcun titolo per essere accolta e verrà sbarcata senza alcuna destinazione, con l'ordine del questore di lasciare il territorio italiano entro 5 giorni che significa in pratica la libertà di andare liberamente ma illegalmente dove vogliono.

Il fenomeno è comunque ormai fuori controllo e ieri mattina circa trenta clandestini sono arrivati indisturbati a riva, presso la spiaggia di Fungiteddri, a Torre Salsa nell’agrigentino, dirigendosi attraverso i sentieri della riserva naturale nell'entroterra per raggiungere la strada statale 115. Del resto, chiusi i seggi, è probabile che già nelle prossime ore il Viminale dia il via libera allo sbarco dei 133 clandestini a bordo della nave Alan Kurdi della Ong tedesca Sea Eye che ha chiesto di poter sbarcare i migranti illegali raccolti di fronte alle coste libiche solo ed unicamente in Italia.

Alla faccia del decreto del 7 aprile scorso col quale quattro ministri del governo italiano (inclusa Lamorgese) chiudevano i porti alle navi delle Ong e a tutte le navi che avessero raccolto clandestini fuori dalle acque di competenza italiana per la ricerca e soccorsi. Un decreto, come abbiamo ricordato più volte, di fatto mai applicato. Intanto continuano dalla Sicilia alla Toscana le segnalazioni di moltissimi clandestini positivi al Covid 19. Ieri diciassette ospiti, tutte donne, di un centro di accoglienza di Bientina, nel Pisano, sono risultate positive e trasferite in alberghi sanitari di Pisa e Livorno. Non cessano neppure gli sbarchi dall’Algeria sulle coste sarde: ieri sono arrivati in sei sulla spiaggia di Domus de Maria, in provincia di Cagliari e accompagnati nel Centro di prima accoglienza di Monastir per l'identificazione e le visite mediche. Gli sbarchi sulle coste sarde dall'Algeria sono diventati quasi quotidiani: secondo i dati del Viminale, in Sardegna - al 15 settembre - erano 1.100 i clandestini presenti sul territorio nelle diverse strutture d’accoglienza, di questi 995 sono sbarcati quest’anno.

I dati diffusi ieri dal Viminale ben illustrano la drammatica situazione migratoria nonostante il tentativo di dare ampio risalto alla disponibilità tunisina a incrementare i rimpatri con voli speciali oltre ai due charter settimanali per complessivi 80 clandestini previsti dagli accordi e nonostante l’annuncio che sulla base dell'accordo di Malta proseguono i ricollocamenti di richiedenti asilo in Europa con 60 partenze il 24 settembre verso la Germania e altri 67 il 1° ottobre verso la Francia. Un supporto marginale quello dell’Europa se si considera che sono ormai oltre 23mila i clandestini sbarcati quest’anno per la stragrande maggioranza privi dei diritti per ottenere l’asilo.

A un anno dagli accordi di Malta sono stati ricollocati 689 richiedenti asilo in altri Paesi europei (814 dal gennaio 2019), di cui 189 dopo il periodo di lockdown. I Paesi in cui è stato effettuato il maggior numero di trasferimenti sono: Francia, con 422 richiedenti asilo (di cui 369 dopo Malta e 62 dopo il lockdown), e Germania, con 246 richiedenti asilo (di cui 238 dopo Malta e 106 dopo la ripresa dei voli charter). Seguono il Portogallo con 60 trasferimenti, l'Irlanda con 29, il Lussemburgo con 23 e la Spagna con 15. Sono ripresi anche i rimpatri, dopo la sostanziale sospensione nel periodo di lockdown. Dall'inizio dell’anno al 20 settembre sono stati rimpatriati 1.828 clandestini (la media degli anni scorsi era di circa 7mila all’anno, di cui 717 in Tunisia e 384 in Albania); 710 sono i rimpatri effettuati dopo il lockdown. In particolare, verso la Tunisia sono ripresi, lo scorso 16 luglio, i voli charter bisettimanali: in una prima fase per un numero massimo di 20 espulsi per volo, dal 10 agosto 40 per volo (80 su base settimanale), secondo quanto previsto dagli accordi vigenti con il Paese nordafricano, consentendo l'espulsione di 536 cittadini tunisini su quasi 10 mila sbarcati.

Dati che evidenziano come ricollocamenti e rimpatri col contagocce non potranno mai costituire una risposta al fenomeno dell’immigrazione illegale se non verranno accompagnati da respingimenti immediati di chi arriva sulle nostre coste ed espulsioni di massa dei clandestini presenti sul territorio nazionale.