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L'ALTRO NATALE

Arrivano anche i giochi e l'Avvento gender

Si chiama Cuntala (“raccontala” in dialetto meneghino) e come sottotitolo riporta “equal opportunities games”. Si tratta di un’azienda che produce giochi per bambini in cui i ruoli maschili e femminili sono saltati e mischiati tra loro. All’ombra dello stendardo dell’ideologia gender e dell’omosessualità. 

Cronaca 17_12_2014
Il gioco di Cuntala

Si chiama Cuntala (“raccontala” in dialetto meneghino) e come sottotitolo riporta “equal opportunities games”. Si tratta di un’azienda che produce giochi per bambini in cui i ruoli maschili e femminili sono saltati e mischiati tra loro. All’ombra dello stendardo dell’ideologia gender ovviamente c’è posto anche per incensare l’omosessualità. 

Sul loro sito possiamo leggere: «Progettiamo giochi divertenti e creativi che superano le divisioni tra nazionalità, mettono in discussione gli stereotipi di genere, danno spazio alle diverse tipologie familiari e preferenze sessuali che popolano il nostro mondo. Tra i nostri personaggi non trovate principi e principesse, ma bambine e bambini differenti per aspetto e colori, donne e uomini che svolgono i più disparati mestieri, sindache e sindaci, esploratrici ed esploratori, ruspisti e ruspiste, coppie omosessuali, famiglie multiculturali, e tanto di più». 

Ad esempio c’è Cuntaline:  44 carte dove ognuna di esse indica un personaggio o un oggetto e i giocatori – dai sei anni in su – devono inventarsi una storia. Sul sito a questo proposito si può leggere: «Cosa fanno insieme una sindaca, una muratrice, un ostetrico, una bambina con due papà, con una giraffa, un razzo spaziale, delle mutande, una valigia e molti altri personaggi?». Già, cosa ci farà una bambina con due papà? E poi: perché a principi e principesse hanno tolto la corona? Buttati giù dai loro troni dal popolino piccolo borghese post-moderno: sindaci (della Comune di Parigi?), ruspisti, ruspiste e ruspanti. La fantasia è per i più piccoli il modo per vedere la realtà a fondo – e non un modo per celare il vero – e immergersi nel lato più magico del mondo e invece Cuntala inchioda i bimbetti al reale più banale e grossolano, pure adulterato dall’egualitarismo gender.  Oppure l’intento è forse l’opposto: se i bimbi credono a favole come Babbo Natale e Gesù Bambino crederanno anche che due persone dello stesso sesso si possono amare e metter su famiglia. Sono le favole di oggi, stimati genitori. 

Poi c’è il Calendario dell’Avvento Laico che si chiama “Terra chiama mamma”: «Per ogni giorno di dicembre fino alla sera di Natale una finestrella da aprire, un racconto lungo 24 giorni per un’attesa laica fino al 24 dicembre. “Terra chiama Mamma”, è un libro-gioco, nella forma del calendario dell’Avvento, per vivere il Natale fuori da cornici stereotipate. Protagonista di questa avventura una cuntalina ormai conosciuta, una moderna astronauta che viaggia nello spazio e che cerca di tornare in tempo per festeggiare Natale con i suoi figli. Nel suo lungo viaggio verso la Terra, non senza nostalgia per la sua famiglia, farà straordinarie esperienze e tesserà amicizie con insoliti, poetici personaggi. “Terra chiama Mamma” si ispira ai calendari dell’Avvento e ne propone in una nuova chiave il meccanismo di gioco e di attesa di una delle feste più amate dai bambini: giorno per giorno, dal primo dicembre alla vigilia di Natale, l’apertura quotidiana di una finestrella e la lettura di una storia illustrata che rimanda a scenari di pari opportunità e di virtuosi rapporti di reciprocità tra diversi». 

Una volta nel calendario per l’Avvento all’ultima finestrella, quella del 25 dicembre, ci trovavi Gesù Bambino. Non osiamo immaginare cosa ci potrebbe essere ora al suo posto in questo nuovo calendario gender. Inoltre ci inquietano non poco le finestrelle prima della notte santa, quelle finestrelle aperte «a scenari di pari opportunità e di virtuosi rapporti di reciprocità tra diversi». Mica è l’Avvento di Nostro Signore quello proposto da Cuntala. Questo è l’avvento del gender. E dunque si attende laicamente cosa? Non certo Gesù Bambino. Forse i regali, ma senza festeggiato, altrimenti scadremmo nel religioso e dunque nello stereotipato. Far festa perché è nato il Salvatore sa di stantio ed è un po’ un luogo comune. Comunque sia, a parte una certa sensazione di appropriazione indebita a danno del Natale cristiano per farne una festicciola tra bimbi non stereotipati, Cuntala vuole mettere sotto l’albero tante bombe (dis)educative ad orologeria che esploderanno tra una decina d’anni o poco più quando il bimbetto fattosi adolescente magari un giorno tornerà a casa mano nella mano con un suo compagno pari sesso. E tu babbo o mamma a quel punto che gli “cunterai su”?