A Natale siate buoni
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A Natale siate buoni... i nostri consigli per vivere le feste in serenità. Nonostante i tempi
A Natale siate buoni, non tormentatevi a guardare lo sciamare delle persone nel supermercato pensando a quanti di loro s’imbottiscono di cibo e regali ignorando nel modo più assoluto il motivo per cui si festeggia.
Siate buoni, non pensate che questi atei di fatto, per appropriazione indebita, vi hanno fregato il Natale: hanno solo fregato se stessi.
Siate buoni, non fate la stima in percentuale di quanti fedeli alla messa di mezzanotte prendono l’Eucarestia in bocca e di quanti in mano.
Siate buoni, non ascoltate il ronzio della sottile lima di fastidio che ha iniziato a muoversi su e giù nella vostra testa da quando vostro cognato a tavola vi ha detto: «Questo Papa è meno simpatico di Francesco».
Siate buoni, frenate per quanto potete il tic all’occhio che vi è partito quando vostra nipote, dopo aver letto il biglietto di auguri che avete allegato al suo regalo, vi chiede: «Ma zio, “S. Natale” cosa vuol dire?».
Siate buoni, accettate di buon grado il suggerimento di Mogol di palare «per ore e ore per non sentir che dentro qualcosa muore» quando quella stessa nipote vi ha regalato la vostra prima borraccia in alluminio ecosostenibile.
Siate buoni, respirate profondamente e concedetevi una veniale incursione nel mondo zen quando vostra zia, poco prima del taglio del panettone artistico e per mostrarsi acculturata (come direbbe lei), secerne la seguente nuova massima del mondo o forse dell’universo: «Meglio gay che trans». E voi vorreste tanto chiederle un parere sui transessuali omosessuali, ma non ce la fate perché ormai esangue.
Siate buoni, accendete moti di sincera pietà per la fidanzata di vostro cugino che è fruttariana e quindi per tutta la giornata ha guardato ciascuno di voi schifata mentre vi ingollavate ogni sorta di pietanza che fino a qualche giorno fa zampettava semilibera da qualche parte sul suolo terrestre e vorreste tanto farle presente che per essere coerenti fino in fondo dovrebbe sopprimere il suo sistema immunitario che miete all’anno centinaia e centinaia di miliardi di virus, che appartengono sempre al regno animale.
Siate buoni e siate clementi con il don che qualcuno ha invitato a pranzo perché sprovvisto di famiglia a breve raggio e pure sprovvisto di quel minimo senso dello stile che gli impedirebbe di lasciare aperto il colletto – la fascia bianca che passa intorno alla camicia (dato che ovviamente non è venuto in talare) – così come non si lascia aperta la patta dei pantaloni.
Siate buoni, state vicino tutto il giorno di Natale alla vecchia nonna che, seduta in poltrona, ha visto sfilare davanti a sé un po’ stordita una teoria di compagni over 50 e fidanzate di 12enni, seconde mogli in terze nozze, pseudo mariti riciclati da vecchi divorzi, figli e figliastri che hanno plurimi genitori, i quali figliastri assomigliano a quelle fermate della metro dove passano più linee.
Siate buoni, pensate alle vostre infinite miserie quando la giornata natalizia al suo chiudersi vi apparirà come una retrospettiva dei più frusti stereotipi: dal «Io non giudico nessuno ma…» (e pensi: «Come contraddirsi in due secondi») al «Bisogna sempre rispettare l’opinione degli altri…» ( e pensi: «Anche l’opinione di chi non vuole rispettare sempre l’opinione degli altri?»), dal «La morale cambia» (e pensi: «Cambiassi anche tu ogni tanto…») al «Sei costretto a dare lo smartphone a tuo figlio adolescente altrimenti cresce diverso» (e pensi: «A volte diverso significa migliore»).
Siate buoni e divertitevi, anche perché siete tra amici e quindi, come il cardinal Fernandez ha permesso, potete concedervi il lusso di parlare di Maria come corredentrice in modo rilassato.
Siate buoni, ma non siate snob perché tutte le piccinerie, le banalità, le incongruenze, le ottusità, le idiozie, le meschinità, che vedete e vediamo negli altri, Dio le vede in noi e al suo cospetto sono tutte travi conficcate nei nostri occhi.
Buon Natale Bussolotti.

